I buchi neri di grande massa posso produrre venti molto intensi, tali da “modellare” addirittura una
galassia, contribuendo a determinarne la forma: è questa la scoperta di un gruppo di astronomi
del Rochester Institute of Technology.

In pratica, il team del RIT è stato in grado di osservare, per la prima volta, il “lancio” verticale di getti dai
dischi di accrescimento che circondano i buchi neri supermassivi, presenti al centro di molte grandi galassie.
La
scoperta viene riportata nel primo numero di Novembre dalla prestigiosa rivista
Nature.

Il gas che cade sulla superficie di un buco nero di grande massa tende, come sappiamo, ad accumularsi in un disco
di accrescimento che ruota molto rapidamente, il quale forma poi il motore stesso del quasar – un tipo di nucleo
galattico attivo riscontrato in alcune galassie, una sorgente assai potente di radiazione.

Dal quadro delle attuali conoscenze, il gas che cade all’interno alimenta il quasar, mentre il gas che fuoriesce
dal quasar stesso regolerebbe la crescita del buco nero e la stessa modalità di evoluzione della galassia. Il team
del RIT, dunque, ha studiato i getti di gas provenienti dal quasar PG 1700+518, localizzato in una galassia
ad una distanza di circa tre miliardi di anni luce dalla Terra, utilizzando i dati provenienti dal telescopio
William Herschel nelle Isole Canarie.

Studi precedenti avevano messo l’accento sul ruolo critico giocato dai venti nella fase iniziale o “attiva”
della galassia, quando un buco nero supermassivo risucchia il gas dalle nubi galattiche e riesce a brillare quasi
quanto tutte le stelle della galassia stessa. Fino alla osservazioni attuali, però, l’idea era basata
su argomenti puramente teorici…



RIT Press Release

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