Blog di Marco Castellani

Salve, sono Phòs

Mi presento: mi chiamo Phòs, che è il nome greco per Fotone. Io e i miei amici riempiamo l’Universo di luce, proprio quella che vi permette di vedere i fiori, gli alberi, il sorriso di una ragazza, la corsa di un bimbo. Tutto perché ci mettiamo di mezzo noi, e vi portiamo le informazioni fino sulla superficie dei vostri occhi. Siamo proprio noi che urtiamo i vostri sensori biologici, dopo aver sbattuto sulle cose che vi stanno intorno, e vi portiamo informazioni sul mondo circostante.

Lo facciamo continuamente, e non ci stanchiamo neanche troppo. 

Forse visto che siamo così importanti (parere personale), vorreste avere qualche informazione in più su di noi? Sono qui per questo, in effetti mi piace parlare un po’ di me.  Ora vi dico giusto due cose, poi magari approfondiremo. Ecco, iniziamo da qui: magari non ci pensate spesso, ma la prima cosa che fate la mattina, appena aprite gli occhi, è quella di avere a che fare con noialtri. Senza di noi miagolereste nel buio, direbbe qualcuno. Anche per leggere queste parole, dopotutto, avete bisogno di gente come me.

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Certo che siamo bravi, a farvi vedere che spettacolo è il mondo… 

Intanto diciamo subito che noialtri non pesiamo nulla. Letteralmente, non abbiamo massa. E questo magari già sconcerta alcuni di voi, quelli che dicono se non tocco non ci credo. Perché il fatto è questo, noi non ci si può toccare, ma proprio per niente. Eppure siamo reali, molto reali. Provate a spegnare la luce (o chiudere la finestra). Siamo tanto reali che se noi ce ne andiamo, non sapete proprio come muovervi, dite la verità!

A proposito di movimenti, vi confido che noi non possiamo stare fermi, ahznzi ci muoviamo ad una velocità pazzesca, la più grande che c’è. Davvero, giuro. Dicono gli scienziati che niente può muoversi più forte di noi, nessuno può nemmeno pensare di batterci. Va beh veramente c’è stato qualcuno che diceva che i neutrini (quei nanerottoli!) ci battevano, ma poi hanno dovuto fare marcia indietro: sembra fosse tutto un problema di connessione di un cavo. Tutte balle! Noi siamo sempre i più veloci, lo dice la scienza! Pensate che in appena un secondo facciamo poco meno di trecentomila chilometri. 

Siamo anche capaci di fare degli ottimi scherzi. Il migliore è quello di aver fatto impazzire la comunità scientifica già dall’inizio del novecento. Proprio quando pensavano di aver sistemato quasi tutto, nel loro modello della fisica… ma è stato davvero divertente, lasciatemelo dire. Più cercavano di capire come siamo fatti, meno si raccapezzavano. Onda o particella? Come sei veramente, potrebbe chiederci qualcuno.. Beh, Il dibattito su come siamo è durato per parecchi anni: alla fine hanno dovuto arrendersi: siamo onde e particelle insieme.  Ovvero, secondo alcuni esperimenti ci comportiamo come onde, secondo altri ci comportiamo come particelle. E non c’è verso, una sola interpretazione non va bene, non spiega le cose.

Non che a tutti abbia fatto piacere, questa inattesa grana. Gente smagata come Einstein ce la mise tutta per risolvere questa imbarazzante dualità, in un senso o nell’altro. Imparò un sacco di cose, su di noi e sulla natura.

Ma non ci riuscì.

Del resto, noi siamo dispettosi. Siamo proprio noi che abbiamo scosso alle fondamenta il determinismo ottocentesco a cui era approdata la scienza fisica. Quello per cui si pensava, se conosco bene le premesse, posso capire l’evoluzione di un sistema, con la precisione che voglio.

Eh no, le cose sono un pochino più complesse… e un pochino più libere, se mi permettete.

Tanto è vero che alla fine pure i fisici più tenaci si sono arresi: il mondo non lo puoi capire tutto con il ragionamento. E hanno dovuto piegarsi a cose come la probabilità. Ovvero, non dicono più se siamo qui o là, ma dicono con che probabilità possono trovarci qui o là. Sembra poco, ma è cambiato tutto. A me (parola di fotone) tutto questo non dispiace: in fondo in fondo, si può vedere come un bagno di umiltà che hanno dovuto fare questi vostri scienziati, piegandosi al fatto che la realtà è sempre più misteriosa di tutti i loro ragionamenti. Da qualche parte, sempre sfugge qualcosa. Un po’ di mistero rimane sempre, e per alcuni questo non è un problema, anzi è ciò che dà il gusto al loro cercare.

Ma non vorrei diventare troppo filosofico, in fondo sono solo un fotone. Ora scappo, anzi. Lo sapete, fermo non ci so stare. Ma prima vi anticipo che tornerò a parlare di me. Già ho in mente una prossima bella storia da raccontarvi: vi parlerò del lungo e avventuroso viaggio che quelli come me, nati al centro del Sole, devono fare prima di arrivare davanti ai vostri occhi. Un viaggio lungo e articolato, con mille pericoli e diecimila insidie… sapeste chi di noi arriva nella vostra stanza, cosa ha dovuto superare! E quanta strada, quanto tempo… ma di questo ne parleremo poi. Anzi potrebbe essere la prima di una serie di avventure, tutte degne di essere raccontate. Pensate, il mondo visto da Phòs, un semplice fotone. Illuminante, è il minimo che si può dire (passatemela questa, dài…). E poi si può parlare di quelli come noi che arrivano da molto lontano, che ci portano informazioni sull’universo primordiale.. e poi ancora, buttarci sui colori ( quando diventiamo artistici noi siamo senza rivali)…

Vi piace l’idea? Lasciate un commento in fondo al post, così – con il nostro aiuto – verrà visto da quel tipo che riporta sul blog le nostre avventure, magari è la volta che riusciamo a farlo lavorare davvero… 🙂

Per ora, scappo!  Sapete come sono fatto… 

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4 Comments

  1. Io l’ho letta tutta d’un fiato. Sembra davvero una storia di Gianni Rodari, Phos andrebbe molto d’accordo con Martina Tremenda cui ho lavorato e che assomiglia a Giovannino Perdigiorno. Marco, potresti scrivere un libro per bimbi-adulti, in questo anno che e’ stato proclamato l’anno della luce, ma ti rendi conto la portata del tuo messaggio? Io SI’. E’ MERAVIGLIOSAMENTE BELLO !!!!!!!!

    • mcastel

      Grazie Sabrina! Il tuo commento mi regala molta fiducia e senz’altro mi spinge a continuare la cosa… e come ti accennavo in privato, sarebbe anche bello che altri scrivessero di Phòs, per arrivare ad un’opera – magari a più voci – con cui celebrare in maniera fantasiosa e divertente questo anno della luce… io sono qui in contatto con Phòs e mi sta dicendo che ha un sacco di storie da raccontare… toccherà ascoltarlo, che ne pensi? 😉

  2. Salve. Io invece sono il cugino “molle” di Phòs; anch’io però sono un fotone, solo che ho una frequenza molto più bassa, tant’è che qualcuno mi chiama “Onda Radio” o radioonda.
    Senza di me le vostre radioline sarebbero mute, un po’ come quei mattoni che qualche spregiudicato tenta ogni tanto di rifilarvi a qualche autogrill. I televisori addirittura diventerebbero meno divertenti di una lavatrice (anche se detto tra noi non ci manca poi molto).
    Poi ci sono i parenti più “duri”, quelli che grazie alla loro frequenza più alta di me e del cugino Phòs servono a fare le radiografie alle vostre ossa quando vi succede qualcosa di brutto.
    Siamo una grande famiglia, noi fotoni 🙂

    Scusa Marco ma non ho resistito, questo tuo pezzo era troppo bello e divertente, tant’è che mi ha ispirato. Sembra quasi una fiaba di Gianni Rodari.
    Se comunque non ti piace la mia aggiunta, cancellala; non me n e avrò a male 😉

    • mcastel

      ….Scherzi? E’ una aggiunta deliziosa (e doverosa) e la manteniamo di sicuro!! Grazie per i complimenti per il pezzo… ne sto già abbozzando un secondo, sarà divertente !

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