Blog di Marco Castellani

Tag: stelle giganti

Prossimi all’esplosione

Non c’è tregua, non c’è riposo qui. Spinti da potentissimi venti stellare, strati di base e polvere si espandono intorno alla assai calda e luminosa stella Wolf-Rayet 124, in questa nitidissima visione immagine infrarossa. Come un’istantanea di un processo in corso, una preparazione affannata ad un fuoco d’artificio che sarà realmente spettacolo.

La magnificenza cosmica di Wolf Rayet 124
Crediti: NASAESACSASTScIWebb ERO Production Team

Il pattern molto evidente di stella a sei punte non ci deve stupire, in realtà è una caratteristica già ben nota delle ottiche del Telescopio Spaziale James Webb, composto da diciotto segmenti esagonali montati (mirabilmente) a nido d’ape.

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Rigel, la grandissima

Brillante, decisamente blu, supergigante nelle dimensioni. La stella Rigel fa bella mostra di sé nella Nebulosa di Orione, in questa immagine. Nella classifica delle stelle più brillanti nel cielo notturno, si trova saldamente al numero sette.

La stella supergigante Rigel
Crediti immagine: Rheinhold Wittich

Il colore blu di Rigel indica che è molto calda, anche più calda della rivale Betelgeuse, per quanto entrambe le stelle supergiganti siano abbastanza grandi per finire i loro giorni in supernova, disperdendo – come vedevamo proprio ieri – gli strati esterni nello spazio ma probabilmente lasciando al centro un nuovo buco nero, formato dal collasso della materia più interna, su sé stessa.

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Contro la noia: globuli gassosi e nuove stelle

Oggi non ci facciamo spaventare dall’abbondanza: questa immagine presa da Hubble contiene infatti diverse meraviglie. A sinistra, qualcosa che usualmente rimane nascosto: nodi di gas interstellare freddo e denso, all’interno del quale si stanno adesso formando nuove stelle. Questi nodi (in inglese Free-floating Evaporating Gaseous Globules, brevemente frEGGs) sono molto elusivi, e sono stati visti per la prima volta nella famosissima immagine Hubble del 1995 della Nebulosa Aquila. Difficile scorgerli, di solito, perché sono abbastanza opachi. Ed è anche incerto, a dire il vero, il ruolo che questi rivestono nel quadro della formazione stellare. Qui comunque vengono illuminati dalle stelle in formazione che accendendosi – come un gigantesco flash – rischiarano lo spazio attorno, permettendoci finalmente di vederli.

Abbondanza di cose da ammirare, in questa immagine Hubble…
Crediti: NASA, ESA, and R. Sahai (Jet Propulsion Laboratory); Processing: Gladys Kober (NASA/Catholic University of America)

Ma si diceva dell’abbondanza: la suggestiva immagine Hubble ci mostra anche due stelle giganti. A sinistra abbiamo una rara stella gigante di tipo O. Stelle così sono considerate le più calde in assoluto nell’intero universo. Queste possono splendere fino ad un milione di volte più del Sole, ma il prezzo lo pagano assai salato, in termini del loro breve tempo di vita (pochi milioni di anni, mentre il nostro Sole – per nostra grande fortuna – di compleanni si pensa ne festeggi circa nove miliardi). La stella a destra poi è una supergigante di tipo B, ancora più massiva. Anche esse bruciano rapidamente il loro combustibile, e possono evolvere così velocemente da chiudere la loro traiettoria di vita appena in centinaia di migliaia di anni (un tempo veramente minimo per gli standard astronomici), terminando però in spettacolari esplosioni a supernova.

Un universo pieno di cose interessanti e misteriose ci aspetta sempre. Invitano a farsi comprendere. Ma più le capiamo più avviene il rilancio, ed ecco che incontriamo nuovi misteri. Insomma, qui non c’è spazio per la noia. Decisamente.

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