Un articolo appena pubblicato sulla rivista Nature, rivela come i processi all’opera nei buchi neri di ogni dimensione, dovrebbero essere assolutamente gli stessi, e dunque i giganteschi buchi neri “supermassivi” che spesso si trovano al centro di grandi galassie, sarebbero in realtà semplicemente versioni “riscalate” degli assai più piccoli buchi neri galattici…

Per molti anni gli astronomi hanno cercato di comprendere le similarità tra buchi neri di massa “stellare”, presenti anche nella Via Lattea, e i giganteschi buchi neri supermassivi, considerati il motore centrale dei nuclei galattici attivi (AGN).

In particolare, si ritiene che questi tipi così diversi di buchi neri, varino comunque allo stesso modo, forse però su tempi scala diversi, in dipendenza dalla massa del buco nero stesso. Se questo fosse confermato, sarebbe di grande interesse, poichè i ricercatori potrebbero determinare come variano gli AGN su tempi scala cosmologici studiando i buchi neri galattici, la cui magnitudine apparente è assai più elevata (essendo più vicini a noi), e la cui evoluzione dovrebbe pertanto essere ben più rapida.

I risultati di tale promettente studio, vengono pubblicati oggi sulla rivista internazionale Nature. Le osservazioni alla base di tale lavoro sono state condotte utilizzando il “Rossi X-ray Timing Explorer” della NASA e l’osservatorio in banda X di “XMM Newton”


PPARC Press Release

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