Blog di Marco Castellani

Mese: Marzo 2007

Una panoramica di… mille buchi neri e più!

Investigando su un’estesa area di cielo, alcuni astronomi sono riusciti a catturare una immagine che contiene più di mille buchi neri di grande massa…

Tale risultato fornisce agli astronomi una “istantanea” di un periodo cruciale nella vita dell’Universo, all’epoca in cui questi enormi buchi neri erano in fase di accrescimento, e fornisce anche una serie di preziose informazioni sull’ambiente entro il quale tale formazione ha avuto luogo.

Il nuovo “panorama” di buchi neri è stato realizzato con una collaborazione tra l’osservatorio in banda X “Chandra”, lo Spiter Space Telescope, ed anche diversi telescopi in banda ottica, con base a terra. I buchi neri presenti nell’immagine, sono centinaia di milioni di volte (o più) massicci del nostro Sole, e risiedono nella parte centrale di diverse galassie…



L’immagine a largo campo, nella costellazione di Bootes
(Credit: X-ray: NASA/CXC/CfA/R.Hickox et al.; Moon: NASA/JPL)

Per la precisione, i buchi neri anche così grossi, non si possono rilevare direttamente, non essendo corpi luminosi. Tuttavia, il materiale che vi cade sopra, attirato dalla enorme forza di gravità, genera una grande quantità di luce, che può essere rilevata, in diverse lunghezze d’onda. Tali sistemi sono noti come nuclei galattici attivi (o AGN).



Chandra Press Release

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Gli astronomi spiegano la formazione delle galassie piu’ (o)scure dell’Universo

Galassie fantasma composte quasi completamente di materia oscura popolano l'Universo. A differenza delle normali galassie, questi sistemi estremi contengono pochissime stelle e sono per lo piu' prive di gas. La maggior parte della materia visibile è stata persa e cio' che rimane è un ombra di materia oscura.

Queste intriganti galassie – note come nane sferoidali – sono deboli al punto di risultare invisibili andando poco oltre le vicinanze della nostra galassia. E nessun modello scientifico proposto finora è riuscito a spiegare simultaneamente il loro eccezionale contenuto di materia oscura e il fatto che si trovino solo in stretta vicinanza di galassie ben piu' grandi.

Galassie fantasma composte quasi completamente di materia oscura popolano l'Universo. A differenza delle normali galassie, questi sistemi estremi contengono pochissime stelle e sono per lo piu' prive di gas. La maggior parte della materia visibile è stata persa e cio' che rimane è un ombra di materia oscura.

Queste intriganti galassie – note come nane sferoidali – sono deboli al punto di risultare invisibili andando poco oltre le vicinanze della nostra galassia. E nessun modello scientifico proposto finora è riuscito a spiegare simultaneamente il loro eccezionale contenuto di materia oscura e il fatto che si trovino solo in stretta vicinanza di galassie ben piu' grandi.

Ora, Stelio Kazantzidis, ricercatore all'università di Stanford, e i suoi collaboratori hanno sviluppato un'elegante spiegazione su come galassie finiscano per essere dominate dalla materia oscura.

E' un passo avanti per una piu' completa comprensione circa la formazione di strutture nell'Universo, uno dei fondamentali obiettivi dell'astrofisica:”

Utilizzando supercomputer per simulare la formazione di galassie, gli astronomi hanno trovato che una galassia dominata da materia oscura comincia la sua vita come un normale sistema. Ma quando si avvicina a una galassia molto piu' massiva, essa subisce contemporaneamente diversi effetti ambientali che la trasformano in un mera ombra di materia oscura.

Circa 10 miliardi di anni fa, quando i progenitori di queste galassie furono attratte verso la Via Lattea, l'Universo era caldo, con una radiazione di fondo ultravioletta (attualmente è a microonde). Questa radiazione riscaldava il gas della galassie. Cio' consentiva un effetto “ram pressure”, una sorta di effetto “resistenza al vento” mentre la galassia accelerava lungo la sua orbita, avvicinandosi alla galassia massiva. E questo comportava la perdita di gas. Simultaneamente la galassia satellite incontrava l'intensa forza gravitazionale della galassia massiva. Questa forza finiva per strapparle via stelle luminose. In miliardi di anni la galassia satellite orbitava numerose volte intorno quella massiva. E ogni volta la galassia satellite perdeva altre stelle come conseguenza di un meccanismo chiamato shock mareale (tidal shocking). Questi effetti combinati finivano per portare via quasi tutta la materia luminosa, gas e stelle.

La materia oscura, d'altro canto, essendo “non-gassosa” non era affetta dalla radiazione ultravioletta. Subiva effetti mareali ma insufficienti per portarle via quantitativi consistenti di materia oscura.

“Le simulazioni a computer dell'ultimo decennio circa la formazione delle galassie sono state focalizzate nel modellare le proprietà della materia oscura piuttosto di quella visibile” dice il coautore della simulazione Mayer. “Invece, il nostro lavoro suggerisce che non possiamo comprendere l'origine delle galassie senza tener conto della matera visibile, anche in un Universo dominato dalla materia oscura.”

Gli scienziati dicono che questa nuova comprensione circa le origini delle galassie piu' scure dell'Universo potrebbe presto portare a fondamentali scoperte circa la natura della materia oscura.

http://www.stanford.edu/dept/news/pr/2007/pr-kaz-021407.html

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Energia solare al lavoro…!

Per la prima volta, gli astronomi sono riusciti ad osservare l’accelerazione della rotazione di un asteroide, riuscendo a dimostrare che tale accelerazione è dovuta ad un effetto teorico mai riscontrato prima…

Il team internazionale di scienziati ha usato una serie di telescopi per scoprire che il periodo di rotazione di un dato asteroide sta diminuendo di circa un millisecondo per anno, come conseguenza del riscaldamento della sua superficie ad opera della radiazione solare.

Si ritiene che alla fine l’oggetto arriverà a ruotare più veloce di ogni noto asteroide nel Sistema Solare, e non è escluso che tale rotazione così rapida porti alla sua distruzione…

La causa di tale fenomeno prende il nome di “effetto Yarkovsky-O’Keefe-Radzievskii-Paddack (YORP)” e si pensa che sia in opera sui corpi molto piccoli del Sistema Solare. Sebbene sia un effetto piuttosto piccolo, la sua portata su scale di milioni di anni è ben lungi dall’essere trascurabile: tanto è vero che gli astronomi ritengono possa essere responsabile di una progressiva accelerazione del moto di alcuni piccolo asteroidi, fino al punto tale che essi si spezzano in due parti formando un asteroide doppio…

C’e’ da sottolineare come, nonostante la sua importanza, tale effetto non era mai stato direttamente riscontrato, finora.


ESO Press Release

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I “laghi” di Titano…

La sonda Cassini ci restituisce interessanti evidenze di “laghi” sulla superficie della luna di Saturno chiamata Titano…

L’immagine è stata catturata durante il recente passaggio ravvicinato di Cassini alla interessante luna di Saturno. C’e’ da dire che per quanto la forma possa assomigliare a quella di laghi terrestri, non si ritiene che possano contenere acqua, ma idrocarburi allo stato liquido…


NASA Press Release

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Da Hubble, nuove immagini di Giove…

Il telescopio spaziale Huble ha acquisito di recente immagini di Giove in “supporto” della missione New Horizons…

Le immagini sono state acquisite con la “Wide Field Planetary Camera 2” e con la “Advanced Camera for Surveys” di Hubble, che continuerà a fotografare il pianeta gigante, così come la sua luna vulcanicamente attiva, Io, per i prossimi mesi, per tutta la fase in cui New Horizon (la cui meta è Plutone) si troverà “nei pressi” di Giove…


HubbleSite Press Release

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Il cratere perfetto per… una base sulla luna!

La sonda SMART-1 ha acquisito immagini di un cretere lunare particolarmente interessante…

Il cretere si chiama Plaskett e si trova molto vicino al polo nord lunare. Per gli scienziati dell’ESA potrebbe essere di notevole interesse, perchè presenta diverse caratterstiche tali da farlo ritenere un posto indoneo ad una futura “Base Luna” permanente…


ESA Press Release

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