Blog di Marco Castellani

Mese: Luglio 2008 Page 1 of 3

Curvatura 8, attivare!

È il sogno di ogni fan di Star Trek. Piazzarsi alle spalle di Sulu, di Data o del giovane Wesley Crusher, e intimargli di fare rotta per la seconda stella a destra a curvatura massima. Dando fondo fino all’ultimo briciolo di antimateria rimasto nei serbatoi della nave stellare dotata di motore warp più famosa della storia: la USS Enterprise…

La bella notizia per gli appassionati di tecnologia è che gli scienziati hanno trovato una scappatoia alla Relatività Speciale, quella teoria di Albert Einstein che esclude la possibilità di viaggiare là dove nessuno è mai giunto prima più veloci della luce.

Lo schema proposto da Oboust e CleaverPiegando e manipolando il tessuto dello spazio-tempo, spiegano i fisici Richard Obousy e Gerald Cleaver della Baylor University, si potrebbe creare una sorta di bolla che la nave spaziale potrebbe cavalcare restando apparentemente ferma rispetto al resto dell’Universo (il cosiddetto sistema di riferimento), mentre a muoversi ad oltre 300mila chilometri al secondo sarebbe la bolla. Niente ammortizzatori inerziali a schermare i passeggeri da accelerazioni impossibili da sostenere per il corpo umano, tutto resterebbe apparentemente immobile mentre la nave viaggerebbe in realtà a velocità siderali.

L’idea del motore warp era stata formalizzata scientificamente già nel 1994 dal fisico messicano Miguel Alcubierre, che oggi lavora al Max Planck Institute di Potsdam (Germania). Secondo la teoria di Alcubierre, lo spazio dovrebbe essere curvato (to warp in inglese) a formare un’onda che un veicolo spaziale potrebbe “surfare” in modo del tutto analogo a quanto descritto dai due scienziati dell’università texana: “Non c’è nulla che impedisca teoricamente la creazione di un motore warp” ribadiscono questi ultimi….


Notizia di Luca Annunziata,
ripubblicata da “Punto Informatico” (cliccare sul link per leggere la notizia completa)

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Confermata la presenza di idrocarburi liquidi su Titano

La missione Cassini della NASA ha riscontrato la presenza di idrocarburi allo stato liquido su Titano, in un
esteso lago in prossimità del polo sud della luna di Saturno…

Prima che iniziasse la missione Cassini, gli scienziati pensavano in effetti che la luna di Saturno chiamata Titano potesse avere estesi oceani di metano, etano e di altri idrocarburi leggeri. Tuttavia, dopo più di quaranta passaggi ravvicinati a Titano effettuati dalla sonda, i dati raccolti non
mostravano segni della presenza di alcun oceano, smentendo le iniziali supposizioni dei ricercatori. Al posto di oceani estesi, infatti, risultano presenti sulla superficie della luna centinaia di “laghi” di colore scuro. Fino ad ora, comunque, non era chiaro se questi laghi fossero liquidi o semplicemente coperti
da materiale scuro allo stato solido.




Un’immagine artistica di Titano

Credits: Universe Today website

Utilizzando lo strumento di Cassini chiamato Visual and Infrared Mapping Spectrometer (VIMS), che identifica la composizione chimica
degli oggetti dal modo in cui riflettono la luce incidente, è stato appena rilevato chiaramente un lago di etano liquido esteso per ben 235 chilometri (di poche ore fa è l’annuncio della scoperta sul microblog di Cassini). Questo è assai importante perchè rende Titano il solo
corpo nell’intero Sistema Solare – oltre naturalmente alla Terra – di cui si conosce con certezza la presenza di liquido sulla superficie.



Universe Today story “Liquid Lake on Titan Confirmed”


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Il primo gatto su Marte…!

Dalla pagina della missione Phoenix su Marte, mi è accaduto di seguire un curioso link, per scoprire poi una pagina di giornale che (fosse vera) sarebbe realmente sorprendente..!

Il sito di cui voglio accennarvi si chiama Steve the cat e narra le (alquanto ipotetiche) avventure di Steve, un gatto molto curioso che avrebbe avuto l'onore, tra le altre cose, di mettere le proprie zampette sul suolo marziano (come puntualmente riporta una “artistica” riproduzione del New York Times qui sotto)

Il sito è davvero godibile e i testi spiritosi; purtroppo è (ovviamente) in inglese, ma questo non impedisce comunque di spigolare qua e là e di sorridere alle immagini del gatto che balla, o che parte verso Marte intenzionato a coltivare asparagi sul suolo del pianeta!

http://www.stevethecat.com


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La Via Lattea sopra l’Ontario

In alcune notti, dopo aver adattato gli occhi all’oscurità, può apparire sopra la propria testa un cielo pieno di meraviglie…

… è quello che accade per la magnifica foto ospitata dal sito Astronomical Picture of the Day per il giorno 29 luglio, ovvero una magnifica immagine della regione dell’Ontario (Canada), dove un cielo spettacolare si specchia magnificamente nel lago. La Via Lattea ed il pianeta Giove sono nitidamente visibili…



http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap080729.html


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Le galassie con la barra ? Sono arrivate tardi…

In uno studio che ha coinvolto più di duemila galassie a spirale, dal più grande censimento galattico mai condotto con i dati del
Telescopio Spaziale Hubble, gli astronomi hanno scoperto che le cosiddette galassia a “spirale barrata” si sono formate
relativamente tardi, nell’universo locale…

I dati indicano infatti che tale categoria di galassie a spirale era molto meno abbondante di adesso già sette miliardi di anni fa, nella zona locale
del nostro Universo. I risultati di questo studio sembrano dunque confermare l’idea che la presenza della “barra” sia un segno del
raggiungimento della piena maturità della galassia, allorchè gli “anni di formazione” sono terminati. Le osservazioni sono parte della
Cosmic Evolution Survey (COSMOS).

L’immagine mostra quattro galassie a spirale barrata, a varia distanza dalla Terra.

Credits: NASA, ESA, K. Sheth (Spitzer Science Center, California Institute of Technology, Pasadena, Calif.), and P. Capak and N. Scoville (California Institute of Technology)

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Hubble trova un notevole campione di galassie lontanissime

Nuove osservazioni del Telescopio Spaziale Hubble riguardanti sei spettacolari ammassi di galassie, che agiscono come lenti
gravitazionali, hanno fornito significative informazioni riguardanti le prime fasi dell’Universo…

In particolare, gli scienziati hanno trovati il più grande campione di galassie lontanissime mai visto finora: dieci candidati assai
promettenti che si ritiene si trovino ad una distanza di ben 13 miliardi di anni luce (ad un valore di redshift equivalente pari
a circa 7.5, davvero tra gli oggetti più lontani mai osservati)!


L’immagine mostra l’ammasso di galassie chiamato Abell 2218,
un ammasso molto ricco composto da migliaia di singole galassie. Si trova ad un redshift di circa 0,17. E’ utilizzato dagli astronomi come una potente “lente gravitazionale” per osservare la luce di galassie bel più distanti, permettendo agli studiosi di osservare la luce degli oggetti più lontani nell’Universo…

Credits: NASA, ESA, and Johan Richard (Caltech, USA)
Acknowledgement: Davide de Martin & James Long (ESA/Hubble)

Alcuni degli oggetti così trovati risultano anche più deboli dei più remoti oggetti trovati nella “leggendaria” survey dell’Hubble Deep Field (il “Campo profondo” del Telescopio Spaziale Hubble), finora ritenuta contenere gli oggetti più lontani mai osservati. Il fatto che alcuni ammassi si trovino addirittura ad un redshift di 7.5 implica che la luce che da essi ci proviene ora è stata generata quando l’Universo era davvero molto giovane, con un’età stimata di appena 700 milioni di anni.



SpaceTelescope Press Release

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Phoenix continua le analisi del suolo marziano

Le ultime attivià del lander Phoenix appoggiato sul suolo di Marte, hanno condotto la missione ad analizzare un altro campione di materiale, probabilmente suolo ghiacciato…

Il materiale viene prelevato in prossimità del luogo di appoggio della sonda, in uno strato di suolo piuttosto duro: la sonda ha utilizzato il suo braccio robotizzato per “grattare” la superficie e poter ottenere i campioni per le analisi…

Le analisi sono effettuate a bordo della sonda tramite lo strumento chiamato
“Phoenix’s Thermal and Evolved-Gas Analyzer (TEGA)”, già predisposto a ricevere i campioni.



Phoenix Press Release

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L’anello rosso corallo della galassia Girandola…

La sonda Spitzer ci regala una suggestiva immagine della galassia a spirale Girandola…

L’immagine della galassia Girandola, il cui nome ufficiale è Messier 101, appare dominata dai suoi assai luminosi bracci di spirale. Nelle nuove foto inviate da Spitzer, in cui la luce in banda infrarossa è mappata nei colori dello spettro visibile, la galassia esibisce un centro decisamente blu ed un peculiare anello esterno di un bel rosso corallo…

L’immagine della galassia Girandola fornita da Spitzer Credits: NASA/JPL-Caltech/STScI

Un articolo appena pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal spiega ora il motivo per il quale l’anello più esterno della galassia appare così netto nelle immagini: secondo gli autori, il colore rosso evidenzia una zona in cui un certo tipo di molecole organiche, presenti per la maggior parte dell’estensione della galassia, improvvisamente spariscono…

NASA/JPL Press Release

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