Ultima giornata di lavoro a Cambridge per la pipeline di Gaia.

La giornata lavorativa si è aperta con la teleconferenza con gli altri capoccioni di Gaia della nostra unità CU5. Tale incombenza ci ha preso gran parte della mattinata, ma era comunque una cosa che andava fatta.

Un eccitante intermezzo è stato il pranzo per il quale ci hanno accompagnato a Grantchester, una piccola località a pochi minuti di macchina da Cambridge. In se la cosa non mi diceva niente, fino a quando Francesca ha detto una qualcosina del tipo “Per caso a qualcuno di voi piacciono i Pink Floyd? Perche’ proprio da queste parti si sono conosciuti…”

E mi si è accesa una lucina in testa, il pensiero è andato alla mitica Grantchester Meadows, i prati di Grandchester, ovvero proprio i prati che stavo osservando in quell’istante! Il resto della comitiva si è divertito di fronte alla mia palese eccitazione… Ma no, in questo caso non potevo davvero contenermi: i prati di Grantchester, dunque, non sono (erano) solo una traccia su un antico disco di vinile. Ci sono, realmente. Ci stavo praticamente sopra.

Ad onor del vero, devo tuttavia specificare che in mancanza di tale informazione mi sarebbero sembrati prati assolutamente normali: ma tant’è, ormai vedevo tutto con un occhio diverso…

Grantchester Meadows

I prati di Grantchester… sembrano prati come gli altri, non trovate?
Non però per chi è cresciuto col classic rock dei seventies…

Pomeriggio trascorso a lavorare ancora cercando di fissare alcuni punti sulle procedure che dovremo scrivere o modificare. Avanti con pazienza: “inesorabili”…

La sera siamo andati a mangiare al ristorante spagnolo, e poi ci siamo infilati, io e Luigi, in un cinema. Certo non è facilissimo per me comprendere i dialoghi in inglese, anche perchè il film lattiginoso (guess?) affrontava temi sociali e politici piuttosto impegnati (oh… io invece cercavo una commedia leggera ma stavolta ho toppato in pieno!) e i dialoghi avevano davvero una importanza centrale. Comunque è stata un’esperienza; credo che con un pò di allenamento anche il parlato inglese può diventare progressivamente più intellegibile…

Ma il bello è arrivato all’uscita del cinema, alle undici circa, la sorpresapieno pieno pieno di ragazzi e ragazze in giro, molti dei quali che palesemente entravano o uscivano da delle feste, alcuni dai locali. Siamo rimasti ambedue basiti, davvero: dov’era mai finita quella fin troppo tranquilla cittadina alla quale ci eravano ormai abituali, nei giorni addietro? Assolutamente trasformata, completamente diversa! E le ragazze, alcune davvero (ehm…) molto graziose, che sfidavano allegramente il clima invernale con un abbigliamento succinto, e con quelle gonne così corte…

Insomma, mentre eravamo all’interno del cinema, fuori era avvenuta una sorte di mirabile metamorfosi. Ed era tutto uno splendore di vita quello che sfilava gagliardo davanti ai nostri occhi, mentre noi passeggiavamo, sorpresi e tutti intabarrati nei nostri cappottoni!

Well, con questo la trasferta inglese è praticamente terminata. Domani si riparte: trenino per Londra, poi verso l’aereoporto. Domani sera siamo a Roma. Arrivederci Cambridge, speriamo di poterci rincontrare, non troppo in là…

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