Blog di Marco Castellani

Mese: Gennaio 2009

…To Cambridge!


Hot colours in winter
Inserito originariamente da Edivaldo de Oliveira

Beh, non so se sarà così.. fiabesco ed idilliaco come la foto che ho trovato su Filckr, però chissà…

Insomma, domani si parte per Cambridge (Inghilterra); sarò lì qualche giorno per lavorare con altre persone del team di GAIA, il satellite di ESA che dovrà essere lanciato tra un paio di anni.

Come al solito (tendenzialmente casalingo e come un gatto, diffidente di ogni pur minimo spostamento di assetto di vita e situazioni) al momento non ho grande voglia di partire. Però poi il flusso delle cose spesso mi prende, le esperienze arricchiscono, e capita che si torni contenti di quanto è capitato e quanto (lavoro, rapporti, etc..) è stato fatto… speriamo sia vero anche questa volta!!

Certo va detto che è anche un ..ri-torno: ci sono stato già, ma moltissimi anni fa. Ero appena un ragazzo, pù piccolo di alcuni dei miei figli ora. Chissà se ritroverò qualche atmosfera, qualche accento sepolto nella memoria… Sarà interessante anche per questo.

Allora.. a Cambridge, forza Marco…!

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Aspettando primavera…


Primavera. Spring.
Inserito originariamente da mclinus

Oggi passeggiando con la piccola Agnese, ho capito chi sarà il più lesto a scorgere l’arrivo della primavera. Infatti mentre camminavamo, in una domenica mattina di tempo incerto ma temperatura clemente, mi ha spiegato che lei ogni giorno – con i suoi compagni – osserva il prato davanti alla scuola.

Il bello è che negli ultimi giorni questi piccoli osservatori (“in erba” si potrebbe dire..) hanno cominciato a notare dei piccoli gruppi di fiorellini che timidanente stanno cominciando a spuntare tra un ciuffo d’erba e l’altro.

Altri me ne ha fatti notare lei, proprio sul prato che costeggiava la strada ove stavamo camminando.

La primavera allora è avvisata: i piccoli osservatori la stanno aspettando. Quando arriva, saranno i primi a saperlo.. 😉

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La più grande Luna piena del nuovo anno…!

Siamo d’accordo, il 2009 è appena cominciato, ma già sappiamo che non vedremo per quest’anno
una Luna piena più grande di quella dello scorso fine settimana…

Difatti il tempo della Luna piena più grande di quest’anno è stato proprio pochi giorni fa. La particolare
ampiezza angolare della Luna piena è naturalmente dovuta alla sua peculiare vicinanza al nostro pianeta durante la
fase in cui il nostro satellite è pienamente visibile.

Poichè la luna gira intorno alla terra seguendo un’orbita ellittica, la distanza Terra-Luna non si mantiene costante ma
subisce delle piccole fluttuazioni, con la Luna che sembra più grande quando è nei pressi del perigeo (distanza minima) e più
piccola intorno all’apogeo dell’orbita (distanza massima).

Anche così, la Luna piena è più grande di appena il quindici per cento rispetto ad una “tipica” Luna piena. Nondimeno,
l’immagine ospitata dal sito di APOD – complice
lo scenario montano – è indubbiamente suggestiva… 😉




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Osservando il centro galattico nell’infrarosso…

Cosa sta succedendo al centro della nostra Galassia, la Via Lattea?
Per riuscire a scoprirlo, i telescopi spazial Hubble e Spitzer hanno combinato
i loro sforzi per scrutare la regione in luce infrarossa, ad un livello
di dettaglio mai raggiunto in precedenza…

La luce infrarossa risulta particolarmente utile per investigare le zone
centrali della VIa Lattea: difatti la luce in banda visibile è fortemente
oscurata dalla gran densità di gas e polveri, mentre le lunghezze d’onda più lunghe
(la banda infrarossa appunto) sono ben più libere di attraversare tali affollati
ambienti.




La composizione di migliaia di immagini ci restituisce una stupenda visione del centro galattico: cliccate sulla foto per ammirarla in grande formato (NB: ci può volere un pò per scaricarla…)
Credit: Hubble: NASA, ESA, & D. Q. Wang (U. Mass, Amherst);
Spitzer: NASA, JPL, & S. Stolovy (SSC/Caltech)

L’immagine presentata dal sito APOD
e qui riprodotta è frutto della composizione di più di 2000 singole immagini
dallo strumento NICMOS del telescopio spaziale Hubble. La zona inquadrata si
estende per un rettangolo di circa 300 per 115 anni luce, ad una risoluzione
così elevata che strutture grandi appena venti volte l’ampiezza del nostro Sistema Solare
possono essere distinte.



APOD del 7 gennaio 2009


English version of this post (experimental)

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Piccoli telescopi, grandi scoperte: quando l’astrofisica si fa in casa

Le mille possibilità di ricerca dei piccoli, moderni strumenti astronomici. Questa sera sul sito coelumstream.com una “diretta” condotta dal bravo Gianluca Masi…

I moderni strumenti astronomici nelle mani degli appassionati possiedono inattese capacità scientifiche. Complice la moderna tecnologia, telescopi apparentemente modesti possono rivelarsi assai efficaci nello svolgere molte osservazioni e ricerche.


Nel corso della serata verranno illustrati alcuni dei possibili campi di applicazione, facendo riferimento a casi pratici e alle opportune tecniche. Il tutto in linguaggio semplice, ma rigoroso.

La serata è dedicata sia a quanti possiedono un telescopio e si chiedono se e come possono contribuire al progresso della moderna scienza del cielo che a coloro che, da semplici curiosi, non hanno magari mai guardato in un telescopio.

Sarà possibile condividere le proprie curiosità e domande in tempo reale.

La serata sarà a cura di Gianluca Masi, astrofisico e comunicatore scientifico, responsabile del progetto Virtual Telescope e si svolge nell’ambito del progetto Coelum Stream, una collaborazione tra Coelum Astronomia (www.coelum.com) e Virtual Telescope (www.virtualtelescope.eu).


Appuntamento online il 9 gennaio alle 21.00 su www.coelumstream.com

(Dalla notizia sul sito coelumstream.com)

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Hubble rincorre e acchiappa le stelle “in fuga”

Alla stregua di comete che si vedano percorrere assai rapidamente la volta celeste,
queste quattro velocissime stelle si trovano in regioni di gas interstellare molto denso, ove
creano suggestive strutture a guisa di punta di freccia, insieme a strisce luminose di gas brillante….

Le stelle in queste immagini del Telescopio Spaziale Hubble sono state scelte
tra le 14 stelle giovani “in fuga” acchiappate dalla Advanced Camera for Survey tra l’ottobre del
2005 e il luglio del 2006. La stima delle età di queste stelle si aggira intorno ai pochi milioni di anni
(davvero giovani, per essere stelle!) e le strutture che creano nel gas interstellare sono dovute
ai venti stellari assai potenti che fuoriescono da queste strutture.



Quattro tra le stelle “ad alta velocità” fotografate da Hubble

Credits: NASA, ESA, and R. Sahai (NASA’s Jet Propulsion Laboratory)

Queste stelle “in corsa” hanno già fatto diversa strada dai loro posti di origine. Assumendo
infatti che la fase (diciamo) giovanile per queste duri solo un milione di anni, e che queste si
muovano, come sembra, a circa 180.000 chilometri all’ora, le stelle dovrebbero
aver viaggiato già per una distanza dell’ordine dei 160 anni luce…



HubbleSite Press Release




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Hubble fa luce sul mistero della formazione stellare in NGC 1569

Gli astronomi si sono interrogati per molto tempo sula ragione per la quale una galassia piccolina, isolata, possa produrre nuove stelle assai velocemente, più in fretta di ogni galassia conosciuta intorno a noi. Grazie al telescopio spaziale Hubble ora sembra che si cominci a fare luce sull’enigma di NGC 1569…

Hubble ha infatti aiutato gli astronomi in maniera decisiva a risolvere
l’annoso mistero della galassia solitaria e “esuberante” NGC 1569,
mostrando come in realtà essa si trovi ad una distanza una volta e mezza più grande di quanto i ricercatori ritenessero fino ad oggi.

Questa insospettata “extra-distanza” è tutt’altro che irrilevante, poichè ci porta a ricollocare la galassia proprio nel mezzo di un gruppo di circa 10 galassie, centrate intorno alla galassia a spirale IC 342.

Per la data posizione, le interazioni gravitazionali tra le galassie del gruppo sono in grado di comprimere il gas in NGC 1569 e stimolare così la formazione di nuove stelle.

La suggestiva immagine della galassia NGC 1569 fornita da Hubble
Crediti: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA), and A. Aloisi (STScI/ESA)

Da tenere presente come la distanza più grande, significa non solo che la galassia sia intrinsecamente più brillante di quanto finora ritenuto, ma anche che stia producendo nuove stelle ad un tasso circa due volte più elevato rispetto a stime ottenute prima dei presenti dati. Per la precisione, la galassia sta formando stelle ad un ritmo che risulta circa 100 volte più elevato rispetto a quanto avviene nella Via Lattea. Tale alto tasso di formazione stellare risulta inoltre essere stato più o meno costante per gli ultimi cento milioni di anni.

Scoperta da William Herschel nel 1788, NGC 1569 è la “casa” per tre tra i più grossi ammassi stellari mai scoperti nell’universo locale. Ognuno di questi ammassi contiene più di un milione di stelle.

NASA Press Release

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E’ pieno di stelle…!

Il cielo stellato è fonte di perpetua meraviglia: lo era certamente millenni addietro, per gli uomini delle passate ere, lo è anche per gli uomini di oggi. O meglio, lo sarebbe, se a tanta parte del mondo civilizzato non fosse precluso questo semplice atto di poter alzare la testa – la notte – e meravigliarsi per la panoplìa di puntini brillanti di cui è costellata la volta del cielo.

Mi viene da pensarci mentre cammino sulla stradina che porta alla casa di montagna. Anche oggi infatti il cielo è uno spettacolo, nonostante la giornata di tempo prevalentemente piovoso ci abbia lasciato diverse nubi ad oscurare in parte la luce degli astri celesti; non importa, ugualmente sono belle a guardarsi: quelle che si vedono offrono parimenti uno spettacolo di indubbia suggestione.

Così, alzare la testa alla volta celeste ora mi sembra un gesto antichissimo, un po’ come potrebbe esserlo scaldarsi seduti davanti ad un fuoco: quando lo faccio mi sembra come di attraversare il tempo, e mettermi in contatto con generazioni e generazioni di individui che mi hanno preceduto su questo piccolo pianeta; di ripetere un gesto antico come un rito.

Perdere il cielo stellato è una grave perdita culturale, poichè equivale a perdere la consapevolezza di essere immersi in un Universo vastissimo, di una grandezza che già da sola è fonte di continua meraviglia.

Speriamo che questo anno 2009 appena cominciato, decretato Anno Internazionale dell’Astronomia, possa portare un briciolo di consapevolezza in più perchè anche chi non può spesso ammirare il meraviglioso spettacolo della volta celeste trapuntata di stelle (che è poi la condizione prvalente per molti di noi), possa aver comunque modo di continuare a stupirsi dell’Universo in cui è immerso, e delle sue meraviglie. Che possa venire comunque a contatto con il fatto che c’è uno sconfinato terreno di ricerca sopra e intorno a noi, che stupiscce tanto il poeta per quel che dice alla sua anima e alla sua sensibilità, quanto lo scienziato che indaga i reconditi meccanismi dei lontani corpi celesti che questo ospita.

Manter vivo lo stupore insomma: in questo ambito, direi che noi astronomi e astrofisici abbiamo una bella responsabilità: c’è il cielo sopra di noi, non dimentichiamocelo. Ed è un cielo affollato, pieno di puntini brillanti… E’ pieno di stelle! come recita la suggestiva chiusa del celeberrimo film 2001 Odissea nello Spazio.

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