Il 29 marzo 2011 è arrivata la prima immagine di Mercurio ripresa dalla sonda Messenger della NASA: si tratta della prima foto in assoluto ripresa da una sonda in orbita intorno al pianeta più vicino al Sole. Nelle successive sei ore la sonda ha acquisito altre 363 immagini prima dell’invio a Terra di tutti i dati.

L’immagine è stata ripresa quando Messenger stava sorvolando il polo Sud del pianeta, evento unico nella storia dello studio del pianeta. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

 

Un’altra spettacolare immagine di tutto il pianeta ottenuta con la Wide Angle Camera (WAC) del Mercury Dual Imaging System (MDIS). La scala: Il diametro di Mercurio è di 4880 chilometri (3030 miglia).  In giallo è messa in evidenza la zona fotografata da Messenger. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

 

Immagine a grand’angolo di Messenger ripresa a varie lunghezze d’onda nel visibile, in particolare nel rosso, nel verde e nel blu. Variazioni della trama della superficie e  variazioni di colore si possono osservare ben facilmente, così come sono visibili delle lunghe striscie luminose che corrono orizzontalmente, interpretate come il risultato dell’attività del cratere Hokusai, che si trova in alto a destra, non visibile nell’immagine.

Qui sotto, il cratere Hokusai è stato ripreso il 6 ottobre 2008 dal Narrow Angle Camera (NAC) del Mercury Dual Imaging System (MDIS).

 

Il suo diametro è di 95 chilometri. MDIS nei prossimi mesi acquisirà numerose immagini ad altissima risoluzione del pianeta e dunque anche del cratere. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

 

Crateri con evidenze di materiale scuro. Immagine del 29 marzo 2011 da parte della Wide Angle Camera (WAC) del Mercury Dual Imaging System (MDIS); filtro WAC: 7 (alla lunghezza d’onda: di748 nanometri); latitudine centrale: 40.5°; longitudine centrale: 27.4° E; risoluzione: 290 metri/pixel (0.18 miglia/pixel); scala: l’immagine ricopre un’estensione di circa 300 chilometri (190 miglia). Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

 

Giovanni Boccaccio, grande poeta e scrittore italiano del XIV secolo, ha dato il suo nome a questo cratere di 142 chilometri di diametro dopo che la sonda Mariner 20 aveva compiuto il suo secondo flyby nel 1974. Il cratere presenta un picco centrale rilevante, formatosi da un sollevamento di materiale superficiale nel punto d’impatto.

L’immagine è stato acquisita il 30 marzo 2011 con la Narrow Angle Camera (NAC) del Mercury Dual Imaging System (MDIS) latitudine centrale: -78.9°; longitudine centrale: 199.4° E; risoluzione: 290 metri/pixel (0.18 miglia).
Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.


Immagine ottenuta il 29 marzo 2011 con la Wide Angle Camera (WAC) del Mercury Dual Imaging System (MDIS).
Filtro WAC: 6,7,9 (lunghezze d’onda 433, 749, 996 nanometri); Latitudine centrale: 3.1°; Longitudine centrale: 352.3° E; Scala: il raggio di Mercurio è di 2440 km. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

Per maggiori informazioni:
Sito web della Missione Messenger .

Sabrina

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