In qualche modo la scienza e l’arte seguono percorsi simili, vanno a svelare scenari corrispondenti, procedono paralleli ma con frequenti incroci. Potremmo dire che vanno a svelare regioni via via più complesse, a mano a mano che la nostra capacità di digerire fatti più fini e articolati si fa  più raffinata.

C’è poi il fatto, universalmente noto, per cui la scienza procede per errori. Sia dal punto di vista teorico (tante teorie vengono avanzate e poi si devono abbandonare, perché non “resistono” al confronto puntuale con i fatti empirici) sia specificamente osservativo (errori negli strumenti e nelle tecniche di misura sono all’ordine del giorno, per chi fa questo mestiere).

Ebbene, a volte ho l’impressione che scienza ed arte procedano a braccetto sempre e comunque, anche quando… inciampano.

ArteModerHubble

Crediti: ESA/NASA Ringraziamenti: A. Sarajedini (University of Florida) and Judy Schmidt.

Questo che vediamo, e che potrebbe figurare dignitosamente in una qualsiasi galleria di arte moderna, è in realtà un prodotto di Hubble ottenuto “per sbaglio”. E’ interessante andare a capire meglio cos’è perché ci apre anche una finestra su come lavora il telescopio spaziale più famoso al mondo (sbagliando si impara, possiamo ben dire).

La stabilità di una piattaforma spaziale è determinante,  lo sappiamo bene. Soprattutto se deve misurare stelle e galassie con la massima accuratezza possibile.  Hubble utilizza un sistema di guida tutto particolare per assicurare la stabilità delle osservazioni: si chiama Fine Guidance System (FGS in breve). Senza scendere troppo nel dettaglio, ci basti sapere che coinvolge un set di giroscopi dedicato, che misura continuamente l’assetto del telescopio, a sua volta corretto in tempo reale da una serie di attuatori. Come orientazione di riferimento, necessaria per alcuni problemi a cui sono soggetti i giroscopi, Hubble sceglie di guardare ad un punto fisso dello spazio, che è definito da una stella di riferimento (guide star).

In questo caso, è probabile che Hubble abbia agganciato…  la stella di riferimento sbagliata, magari una stella doppia o una binaria (pessima scelta, per un riferimento preciso in posizione). Ciò ha comportato un errore insanabile nel sistema di tracciamento, che di converso ha comportato la creazione di questa deliziosa immagine di luci stellari colorate. Ecco svelato l’arcano: sono stelle, o meglio scie stellari, create da un “inseguimento” errato (per cui la stella non occupa più lo stesso punto nel rilevatore, ma forma appunto una scia).  A quanto risulta, le tracce rosse provengono da stelle dell’ ammasso globulare NGC 288.

Onore al merito ad Hubble. Anche quando sbaglia, ci regala sempre immagini interessanti…!

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