Blog di Marco Castellani

Mese: Gennaio 2015

myTNG, l’applicazione che ti fa osservare il cielo delle Canarie

La schermata home di myTNG, la nuova applicazione disponibile su Apple Store e dedicata al Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TG.

La schermata home di myTNG, la nuova applicazione disponibile su Apple Store e dedicata al Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TG.

Condividere le scoperte e le osservazioni con le scuole, gli appassionati di astronomia, il pubblico generico oltre che con i professionisti del settore è da anni uno degli obiettivi principali del Telescopio Nazionale Galileo (TNG), il telescopio italiano più grande che non si trova sul suolo nazionale, ma nelle Isole Canarie. E’ nata a tal riguardo la nuova applicazione, myTNG IOS app, un nuovo canale divulgativo che porta il TNG con un click più vicino a tutti coloro interessati alla scienza astronomica.

L’applicazione myTNG IOS app è scaricabile gratuitamente sul sito dello Apple Store.

Com’è la schermata di questa app? Lo si vede anche in questa immagine: vi sono quatto sezioni principali.
In alto a sinistra, vi è la Galleria delle immagini più spettacolai del Telescopio, riprese sia dentro la cupola che fuori, dove le nuvole si mescolano col cielo e l’oceano e il confine tra quest’ultimi si confonde, dove il sorgere e il tramontare del Sole diventano uno dei spettacoli naturali più straordinari assieme alla visione notturna delle stelle sopra la cupola.

Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG): Crediti e copyright: FGG-TNG/Sabrina Masiero,

Oltre alle immagini del TNG vi sono anche quelle degli strumenti sistemati al suo fuoco:

HARPS-N (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher – North) lo spettrometro di alta precisione che va a caccia di pianeti extrasolari e installato nell’aprile 2012;

DOLORES – Device Optimized for the LOw RESolution che permette di ottenere sia immagini che osservazioni spettroscopiche degli oggetti celesti;

GIANO, nuovo spettrografo che nel settembre 2014 è stato sottoposto al processo di Science Verification;

NICS – Near Infrared Camera Spectrometer, uno strumento infrarosso che permette di fare tra altre cose imaging e spettoscopia.

Ritorniamo alla schermata. In alto a destra vi è ORA AL TNG, che mostra che cosa sta facendo in tempo reale il Telescopio italiano. Di giorno vi è la webcam, di notte si può vedere quale strumento lavora e che cosa sta osservando.

In basso a sinistra vi sono le news relative ai risultati scientifici ottenuti al Telescopio Nazionale Galileo e pubblicate su Media INAF.
In basso a destra vi è la panoramica dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, uno dei tre osservatori più grandi al mondo formato da 15 telescopi, 2 di tipo solare, di cui fa parte il TNG. L’Osservatorio del Roque de Los Muchachos sorge sul bordo della Caldera de Taburiente, a 2400 metri di quota.

Cliccando sul logo del TNG in alto a sinistra si accede al Menu. Qui sono disponibili anche una descrizione del telescopio, la sua storia, la sua strumentazione, i risultati ottenuti nel corso del tempo. Sempre nel Menu, insieme ai link social, si può trovare anche il calendario del TNG 2015, un connubio tra arte e astronomia italiane.

L’app myTNG non si ferma qui. Nei prossimi mesi sarà già disponibile una versione più ricca e aggiornata anche per piattaforme Android.
Nata dalla collaborazione tra TNG e Istituti IASF di Bologna e Milano, col supporto di Media INAF; myTNG è disponibile in due lingue, italiano e in inglese .

Sabrina

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myTNG, l’applicazione che ti fa osservare il cielo delle Canarie

La schermata home di myTNG, la nuova applicazione disponibile su Apple Store e dedicata al Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TG.

La schermata home di myTNG, la nuova applicazione disponibile su Apple Store e dedicata al Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TG.

Condividere le scoperte e le osservazioni con le scuole, gli appassionati di astronomia, il pubblico generico oltre che con i professionisti del settore è da anni uno degli obiettivi principali del Telescopio Nazionale Galileo (TNG), il telescopio italiano più grande che non si trova sul suolo nazionale, ma nelle Isole Canarie. E’ nata a tal riguardo la nuova applicazione, myTNG IOS app, un nuovo canale divulgativo che porta il TNG con un click più vicino a tutti coloro interessati alla scienza astronomica.

L’applicazione myTNG IOS app è scaricabile gratuitamente sul sito dello Apple Store.

Com’è la schermata di questa app? Lo si vede anche in questa immagine: vi sono quatto sezioni principali.
In alto a sinistra, vi è la Galleria delle immagini più spettacolai del Telescopio, riprese sia dentro la cupola che fuori, dove le nuvole si mescolano col cielo e l’oceano e il confine tra quest’ultimi si confonde, dove il sorgere e il tramontare del Sole diventano uno dei spettacoli naturali più straordinari assieme alla visione notturna delle stelle sopra la cupola.

Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG): Crediti e copyright: FGG-TNG/Sabrina Masiero,

Oltre alle immagini del TNG vi sono anche quelle degli strumenti sistemati al suo fuoco:

HARPS-N (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher – North) lo spettrometro di alta precisione che va a caccia di pianeti extrasolari e installato nell’aprile 2012;

DOLORES – Device Optimized for the LOw RESolution che permette di ottenere sia immagini che osservazioni spettroscopiche degli oggetti celesti;

GIANO, nuovo spettrografo che nel settembre 2014 è stato sottoposto al processo di Science Verification;

NICS – Near Infrared Camera Spectrometer, uno strumento infrarosso che permette di fare tra altre cose imaging e spettoscopia.

Ritorniamo alla schermata. In alto a destra vi è ORA AL TNG, che mostra che cosa sta facendo in tempo reale il Telescopio italiano. Di giorno vi è la webcam, di notte si può vedere quale strumento lavora e che cosa sta osservando.

In basso a sinistra vi sono le news relative ai risultati scientifici ottenuti al Telescopio Nazionale Galileo e pubblicate su Media INAF.
In basso a destra vi è la panoramica dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, uno dei tre osservatori più grandi al mondo formato da 15 telescopi, 2 di tipo solare, di cui fa parte il TNG. L’Osservatorio del Roque de Los Muchachos sorge sul bordo della Caldera de Taburiente, a 2400 metri di quota.

Cliccando sul logo del TNG in alto a sinistra si accede al Menu. Qui sono disponibili anche una descrizione del telescopio, la sua storia, la sua strumentazione, i risultati ottenuti nel corso del tempo. Sempre nel Menu, insieme ai link social, si può trovare anche il calendario del TNG 2015, un connubio tra arte e astronomia italiane.

L’app myTNG non si ferma qui. Nei prossimi mesi sarà già disponibile una versione più ricca e aggiornata anche per piattaforme Android.
Nata dalla collaborazione tra TNG e Istituti IASF di Bologna e Milano, col supporto di Media INAF; myTNG è disponibile in due lingue, italiano e in inglese .

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HIP 116454b, il primo pianeta scoperto dal nuovo Kepler 2

Rappresentazione artistica di HIP 116454b. Crediti: Avet Harutyunyan /FGG-TNG

Rappresentazione artistica di HIP 116454b. Crediti: Avet Harutyunyan /FGG-TNG

Il telescopio spaziale Kepler della NASA ha ripreso a vivere nel maggio 2014 e da allora ha già dato i primi risultati. Ma la cosa interessante è che il primo pianeta confermato tale è stato possibile grazie al nostro Telescopio italiano, il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nell’Isola di La Palma. E questo può, fatemelo dire, riempirci di orgoglio una volta tanto.

K2 ha scoperto il suo primo pianeta HIP 116454b, una super-Terra circa 2,5 volte più grande del nostro pianeta, a 180 anni-luce di distanza dalla Terra nella costellazione dei Pesci, sufficientemente vicino per poter essere studiato dalla strumentazione di Kepler.

Il Telescopio Spaziale della NASA è stato lanciato nel marzo 2009 per una missione della durata di 3,5 anni con lo scopo di individuare nuovi pianeti orbitanti attorno a stelle diverse dal Sole sulla base del loro transito davanti al disco stellare e quindi dalla diminuzione della luce della stella. Nella sua prima missione il Telescopio Kepler aveva individuato quasi 1000 pianeti confermatii (quasi la metà di tutti i pianeti finora scoperti con vari telescopi e con varie tecniche di osservazione) e oltre 3200 candidati pianeti, la maggioranza dei quali potrebbero risultare veri pianeti.

Il metodo dei transiti planetari va a determinare la diminuzione della radiazione emessa dalla stella a causa del passaggio davanti ad essa del pianeta, una sorta di mini-eclisse da come viene osservata dal Telescopio Kepler. Questo tipo di lavoro richiede un’incredibile precisione di puntamento, un’abilità che Kepler ha perduto nel maggio 2013, quando la seconda delle sue quattro ruote di mantenimento dell’orientazione smise di funzionare.
La comunità scientifica non poteva perdere un telescopio di così grande valore e con quasi altri due anni di attività. Così, venne trovata una soluzione per aumentarne la stabilità utilizzando la debole pressione della radiazione solare. Successivamente venne proposta una nuova missione per Kepler, denominata appunto K2, che avrebbe continuato la ricerca dei pianeti extrasolari del primitivo Kepler ma avrebbe studiato anche altri oggetti e fenomeni cosmici, come le galassie attive e le supernove.

Nel maggio del 2014 la missione K2 prese avvio ma il pianeta venne individuato ben prima, in febbraio, quando Andrew Vanderburg,e i suoi colleghi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) svilupparono un software ad hoc per analizzare i dati raccolti dal Telescopio nel suo stato oramai compromesso, e osservando un singolo transito di un oggetto.

Successivamente, la conferma che quell’oggetto era proprio quello di un pianeta venne data utilizzando lo spettrografo HARPS-N (High Acccuracy Radial Velocity Planet Searcher – North) montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie, il nosto Telescopio più grande con uno specchio di 3,6 metri. “C’era bisogno di una conferma convincente di questo risultato, quello che poi è stato dato da HARPS-N” dice con soddisfazione Emilio Molinari, Direttore del Telescopio Nazionale Galileo.

“Le misure precise della velocità radiale di HARPS-N confermano l’esistenza del pianeta, oltre a fornire preziose informazioni sulle loro caratteristiche, coma la massa e la densità” spiega Molinari. Il team ha ottenuto velocità radiali del sistema planetario di HIP 116454b grazie alle osservazioni con HARPS-N tra luglio e dicembre 2014. Con il TNG è stato dunque possibile caratterizzare il pianeta, cioé determinarne la massa e le dimensioni e calcolare anche la densità.

HIP 116454b ha una dimensione di circa 32 000 chilometri ed è circa 12 volte più massiccia della Terra. La densità del pianeta, importante per capire se si tratta di un pianeta roccioso o gassoso, ha valori tali da poterlo considerare una Mega-Terra, un oggetto più massiccio della Terra e un po’ più grande, un oggetto che non figura tra i pianeti del nostro Sistema Solare. Inoltre, la densità mostra che si tratta di un mondo d’acqua, formatda da circa tre quarti di acqua e un quarto di roccia, una sorta di mini-Nettuno con un’atmosfera estesa, gassosa e spessa. La sua temperatura dovrebbe essere intorno aii 400 gradii Celsius.

HIP 116454b si trova a circa 13,5 milioni di chilometri dalla sua stella ospite, undici volte più vicino di quanto non lo sia la nostra Terra al Sole e completa un’orbita ogni 9,1 giorni. La stella ospite è una nana arancione (“orange dwarf,”) un pochino più grande e più fredda del Sole. Il pianeta, con un’orbita molto vicina alla sua stella, è dunque troppo caldo per poter ospitare vita come noi la immaginiamo.

“HARPS-N ha già scoperto e caratterizzato parecchie decine di pianeti extrasolari. Ma siamo particolarmente felici per HIP 116454b dato che è il primo pianeta della nuova vita di Kepler” ha affermato Giampaolo Piotto dell’Università di Padova, e co-autore del paper.

E’ possibile che nei prossimi anni per la sua relativa somiglianza alla Terra possa essere osservato e studiato in maggior dettaglio sia da telescopi terrestri che spaziali.

L’articolo è stato accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal.

FGG-TNG: Kepler’s comeback. HARPS-N characterizes the first K2 planet

NASA – NASA’s Kepler Reborn, Makes First Exoplanet Find of New Mission

Space.com: NASA’s Kepler Spacecraft Finds 1st Alien Planet of New Mission

Los Angeles Times – Las Vegas: What a comeback: Revived Kepler spacecraft finds its first new planet
Sabrina

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HIP 116454b, il primo pianeta scoperto dal nuovo Kepler 2

Rappresentazione artistica di HIP 116454b. Crediti: Avet Harutyunyan /FGG-TNG

Rappresentazione artistica di HIP 116454b. Crediti: Avet Harutyunyan /FGG-TNG

Il telescopio spaziale Kepler della NASA ha ripreso a vivere nel maggio 2014 e da allora ha già dato i primi risultati. Ma la cosa interessante è che il primo pianeta confermato tale è stato possibile grazie al nostro Telescopio italiano, il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nell’Isola di La Palma. E questo può, fatemelo dire, riempirci di orgoglio una volta tanto.

K2 ha scoperto il suo primo pianeta HIP 116454b, una super-Terra circa 2,5 volte più grande del nostro pianeta, a 180 anni-luce di distanza dalla Terra nella costellazione dei Pesci, sufficientemente vicino per poter essere studiato dalla strumentazione di Kepler.

Il Telescopio Spaziale della NASA è stato lanciato nel marzo 2009 per una missione della durata di 3,5 anni con lo scopo di individuare nuovi pianeti orbitanti attorno a stelle diverse dal Sole sulla base del loro transito davanti al disco stellare e quindi dalla diminuzione della luce della stella. Nella sua prima missione il Telescopio Kepler aveva individuato quasi 1000 pianeti confermatii (quasi la metà di tutti i pianeti finora scoperti con vari telescopi e con varie tecniche di osservazione) e oltre 3200 candidati pianeti, la maggioranza dei quali potrebbero risultare veri pianeti.

Il metodo dei transiti planetari va a determinare la diminuzione della radiazione emessa dalla stella a causa del passaggio davanti ad essa del pianeta, una sorta di mini-eclisse da come viene osservata dal Telescopio Kepler. Questo tipo di lavoro richiede un’incredibile precisione di puntamento, un’abilità che Kepler ha perduto nel maggio 2013, quando la seconda delle sue quattro ruote di mantenimento dell’orientazione smise di funzionare.
La comunità scientifica non poteva perdere un telescopio di così grande valore e con quasi altri due anni di attività. Così, venne trovata una soluzione per aumentarne la stabilità utilizzando la debole pressione della radiazione solare. Successivamente venne proposta una nuova missione per Kepler, denominata appunto K2, che avrebbe continuato la ricerca dei pianeti extrasolari del primitivo Kepler ma avrebbe studiato anche altri oggetti e fenomeni cosmici, come le galassie attive e le supernove.

Nel maggio del 2014 la missione K2 prese avvio ma il pianeta venne individuato ben prima, in febbraio, quando Andrew Vanderburg,e i suoi colleghi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) svilupparono un software ad hoc per analizzare i dati raccolti dal Telescopio nel suo stato oramai compromesso, e osservando un singolo transito di un oggetto.

Successivamente, la conferma che quell’oggetto era proprio quello di un pianeta venne data utilizzando lo spettrografo HARPS-N (High Acccuracy Radial Velocity Planet Searcher – North) montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie, il nosto Telescopio più grande con uno specchio di 3,6 metri. “C’era bisogno di una conferma convincente di questo risultato, quello che poi è stato dato da HARPS-N” dice con soddisfazione Emilio Molinari, Direttore del Telescopio Nazionale Galileo.

“Le misure precise della velocità radiale di HARPS-N confermano l’esistenza del pianeta, oltre a fornire preziose informazioni sulle loro caratteristiche, coma la massa e la densità” spiega Molinari. Il team ha ottenuto velocità radiali del sistema planetario di HIP 116454b grazie alle osservazioni con HARPS-N tra luglio e dicembre 2014. Con il TNG è stato dunque possibile caratterizzare il pianeta, cioé determinarne la massa e le dimensioni e calcolare anche la densità.

HIP 116454b ha una dimensione di circa 32 000 chilometri ed è circa 12 volte più massiccia della Terra. La densità del pianeta, importante per capire se si tratta di un pianeta roccioso o gassoso, ha valori tali da poterlo considerare una Mega-Terra, un oggetto più massiccio della Terra e un po’ più grande, un oggetto che non figura tra i pianeti del nostro Sistema Solare. Inoltre, la densità mostra che si tratta di un mondo d’acqua, formatda da circa tre quarti di acqua e un quarto di roccia, una sorta di mini-Nettuno con un’atmosfera estesa, gassosa e spessa. La sua temperatura dovrebbe essere intorno aii 400 gradii Celsius.

HIP 116454b si trova a circa 13,5 milioni di chilometri dalla sua stella ospite, undici volte più vicino di quanto non lo sia la nostra Terra al Sole e completa un’orbita ogni 9,1 giorni. La stella ospite è una nana arancione (“orange dwarf,”) un pochino più grande e più fredda del Sole. Il pianeta, con un’orbita molto vicina alla sua stella, è dunque troppo caldo per poter ospitare vita come noi la immaginiamo.

“HARPS-N ha già scoperto e caratterizzato parecchie decine di pianeti extrasolari. Ma siamo particolarmente felici per HIP 116454b dato che è il primo pianeta della nuova vita di Kepler” ha affermato Giampaolo Piotto dell’Università di Padova, e co-autore del paper.

E’ possibile che nei prossimi anni per la sua relativa somiglianza alla Terra possa essere osservato e studiato in maggior dettaglio sia da telescopi terrestri che spaziali.

L’articolo è stato accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal.

FGG-TNG: Kepler’s comeback. HARPS-N characterizes the first K2 planet

NASA – NASA’s Kepler Reborn, Makes First Exoplanet Find of New Mission

Space.com: NASA’s Kepler Spacecraft Finds 1st Alien Planet of New Mission

Los Angeles Times – Las Vegas: What a comeback: Revived Kepler spacecraft finds its first new planet
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