Fu notata secoli fa, a dire il vero (è nota già dalla fine del Settecento): anche se non si riusciva a comprendere la sua forma così peculiare. Un anello sfavillante nel cielo. L’unica altra struttura simile che sfida la bellezza di questa, nell’universo che conosciamo, è quella degli anelli di Saturno.
Sappiamo ora che la meraviglia che vediamo è anche dovuta alla nostra posizione privilegiata: proprio di fronte all’anello, per ammirarlo in tutta la sua bellezza. Questa foto è senz’altro tra le più belle regalateci dal Telescopio Spaziale Hubble.
Le nebulose planetarie sono tante e bellissime, e per la verità ci siamo ormai abbastanza abituati ad ammirarle. Questa però è particolarmente interessante, come vedremo a breve.
Ma cosa sono queste nebulose, prima di tutto? Lo sappiamo bene ormai, sono delle stelle che si avviano al termine della loro esistenza, espellendo gli strati superficiali e riempiendo così lo spazio di una inedita e irregolare bellezza. Tra queste, NGC 7027 (è questo il suo nome a catalogo) rappresenta una delle più piccole, brillanti ed anche di conformazione più curiosa, tra l’estesissimo catalogo delle nebulose.
Occhio e croce, la nebulosa ha iniziato ad espandersi circa seicento anni fa, e per molta parte della sua storia, come da copione, ha espulso gli strati più esterni, proprio quelli che nell’immagine appaiono in colore blu.
Come andrà a finire, per noi? Beh, dall’astrofisica ormai da tempo abbiamo delle risposte. Sappiamo che il Sole non brucerà in eterno. Sappiamo che tra un po’ (qualche miliardo di anni, c’è ancora tempo…), ormai in procinto di esaurire il combustibile per la fusione nucleare (con la quale si sorregge), la nostra cara stella attraverserà la fase di nebulosa planetaria, dove espellerà nello spazio la parte più esterna del suo inviluppo, in una affascinante (ma non troppo simpatica, per noi…) espansione cosmica, destinata a precedere il suo inesorabile e assai lento raffreddamento alla fase di nana bianca.
Questo per sommi capi, secondo il quadro ormai compiuto ed organico che ci restituisce la disciplina nota come evoluzione stellare. Ma se vogliamo avere un’idea di come possa sembrare – visto da una ragionevole e tranquillizzante distanza – possiamo ammirare la bellissima immagine della Nebulosa Elica che ci regala il telescopio CFHT (Canada-France-Hawaii Telescope, per dirla in modo esteso).
E’ proprio uno degli esempi più vicini e più brillanti del destino di una stella simile al Sole, colta nelle fasi finali della sua evoluzione. La nebulosa si trova a circa settecento anni luce da noi, nella direzione della costellazione dell’Acquario.
Questa spettacolare impollinazione cosmica ci ricorda che viviamo in un universo tutt’altro che statico, in cui le cose sono – ogni giorno – tutt’altro che sempre uguali a sé stesse. Se ci può apparire stazionario, è appena una impressione che ormai non ha fondamento scientifico: il nostro è un universo in prepotente e perenne cambiamento.
Dove le sorprese non sono mai finite, e dove il nostro umanissimo desiderio di capire e conoscere trova sempre nuove sponde. Per una avventura che – in realtà – non sappiamo ancora dove ci potrà portare. E che sicuramente ci stupirà, ancora ed ancora.
La foto di ESO ci mostra la nebulosa planetaria IC 1295 che si appresta a circondare una stella morente, che dista circa 3300 anni luce. E’ l’immagine più dettagliata mai ottenuta ed è veramente suggestiva. Può sembrare un microorganismo osservato con un moderno microscopio, invece stiamo guardando un oggetto celeste. Le immagini di nebulose planetarie sono senz’altro una delle cose più suggestive che ci regala l’universo: basta una ricerca su Google per rimanere quasi senza fiato per la bellezza e la varietà delle diverse nebulose. Niente da invidiare alla più blasonata galleria d’arte!
La comunità scientifica si appresta ormai a salutare la Wide Fileld Planetary Camera 2, la camera a bordo del Telescopio Spaziale Hubble, prossima ad andare in pensione dopo anni di onorato servizio (e di splendide immagini regalateci nel corso del tempo). Come tributo alla camera di Hubble che detiene il primato in termini di tempo operativo, è stata acquisita una suggestiva immagine della nebulosa planetaria K 4-55…