Tritone

Immagine di Tritone, il satellite più grande di Nettuno, realizzata utilizzando le mappe topografiche ricavate dalle immagini della sonda Voyager 2 nel suo fly by col pianeta (agosto 1989). Cortesia: JPL – NASA. Disponibile su: http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA12187 .

 

di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università degli Studi di Padova

Un volo simulato della superficie di Tritone, il satellite più grande di Nettuno, è stato realizzato un paio di mesi fa, utilizzando le mappe topografiche ricavate dalle immagini della sonda Voyager 2 della Nasa, durante il fly by nell’agosto 1989.

Tritone è stato l’ultimo corpo roccioso visitato dalla sonda Voyager nel suo viaggio epico di circa dieci anni tra i pianeti giganti e gassosi del nostro Sistema Solare. Il Voyager in realtà, mappò solamente un emisfero, quello che esso mostra al suo pianeta Nettuno, ma fu in grado di rivelare una superficie giovane, segnata da bolle di ghiaccio e anomalie, da cavità vulcaniche e flutti di lava composti di acqua e altri tipi di ghiacci.
Come si può vedere da questo video, realizzato da Paul Schenk (http://www.lpi.usra.edu/lpi/schenk) al Lunar and Planetary Institute e diffuso dalla Nasa, (http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA12187) , Tritone è composto da rilievi piuttosto bassi, da picchi e colline, tipicamente di poche centinaia di metri d’altezza, senza la presenza di grandi montagne o bacini profondi. La mancanza di caratteristiche topografiche significative è una conseguenza del grande calore interno di Tritone e della bassa compattezza del ghiaccio.

Il video è stato ricavato usando una nuova mappa topografica di Tritone, ottenuta combinando un mosaico di varie immagini originali del Voyager 2, con una risoluzione di circa 1.65 km.

I dati grezzi sono stati recuperati dall’Archivio Dati del Planetary Data System. Il Jet Propulsion LaboratorY (JPL), una divisione del California Institute of Technology di Pasadena (California), gestisce la missione da parte del Science Mission Directorate della Nasa, a Washigton, D.C. La stessa sonda spaziale Voyager e le camere a bordo furono progettate, sviluppate e assemblate sempre al JPL.

Sabrina Masiero

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