Blog di Marco Castellani

Giorno: 29 Novembre 2009

Un romanzo… in un mese!

Ebbene sì, finalmente posso riscrivere il titolo del post di inizio novembre sostituendo il punto interrogativo con il punto esclamativo… e non è sostituzione da poco! Questa bizzarra competizione a cui ho aderito quasi per gioco, sono incredibilmente riuscito a portarla a termine, nella giornata di oggi, raggiungendo la famosa quota delle 50.000 parole.

Ora ho un “romanzo breve” chiamato “Il Ritorno”, di circa 50.300 parole; non avevo mai tentato di scrivere nulla di così esteso, grazie al NaNoWriMo finalmente sono riuscito a dribblare il mio implacabile editor interno che tante volte mi aveva fermato, e andare dritto – con un paio di momenti di crisi in cui il progetto effettivamente è stato “a rischio” – fino alla volata finale di oggi pomeriggio.

Ora ci vorrà senz’altro un esteso e paziente editing. Ma la cosa è andata, l’obiettivo è raggiunto. Ho scritto un piccolo romanzo! Non so da quanto l’ho volevo fare!

Devo sinceramente ringraziare mia moglie Paola, che durante questo periodo mi ha più che sopportato: mi ha incitato e incoraggiato e punzecchiato affinché non lasciassi perdere. Ogni giorno mi chiedeva quanto avevo scritto, ogni giorno mi incitava a continuare. Addirittura (e avendo quattro pargoli non è banale) aveva cura che io avessi tempo e tranquillità per scrivere. Mi sono chiesto più volte come mai., nel corso di questo mese. Perché teneva a questo concorso, in maniera particolare? Non credo. Piuttosto, credo che abbia a cuore che io riconosca e segua le mie inclinazioni e le mie attitudini, tra le quali scrivere é senz’altro una delle importanti, come capisco più chiaramente in questo specifico periodo.. Questo a parer mio, senza tanti giri di parole, è un reale segno di amore, per il quale le sono grato.

 Anche i miei figli (e specialmente Simone) si sono a vario titolo interessati, e talvolta mi hanno spronato.
 
Sono contento di essere riuscito ad arrivare fino in fondo e scrivere la mia novella, superando i momenti di dubbio e di indecisione. E’ realmente buffo, ma ho scoperto che a volte puntare a “scrivere e basta” nonostante tutti i dubbi, alla fine paga. Alla fine imbrocchi due o tre frasi in qualche pagina, e sei proprio contento. Quelle due o tre frasi ti fanno sentire in pace, contento di essere riuscito a scriverle finalmente come le volevi. Fosse solo questo, già sarebbe un ottimo motivo per scrivere 50.000 parole, o anche di più.

Poi ancora, il fatto di scrivere mette in moto dinamiche interessanti, ti porta a pensare, a lavorare sui personaggi, a ricercare correlazioni tra i caratteri, le vicende, ad avere fiducia in una storia. Avere fiducia in una storia è bello perché, mi sembra, non possa essere svincolato da avere un atteggiamento positivo verso l’esistenza… Bene, potrei andare a scrivere ancora (evidentemente oggi non mi è bastata la mia quota di parole del NaNoWriMo!), ma non vorrei vincere anche il concorso, se c’è, di post più lungo. 🙂

Scrivere è un’avventura che mi piace (oserei dire anzi che mi appare quasi necessaria). Credo che proseguirò.

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Un’icona cosmica

di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università degli Studi di Padova /INAF – Osservatorio Astronomico di Padova

 CrabNebula
L’esplosione che ha prodotto la Nebulosa del Granchio (Crab Nebula) è stata osservata sulla Terra nel 1054. Immediatamente dopo la fase di esplosione, si è venuta a produrre una struttura spettacolare che gli scienziati hanno tentato di interpretare soprattutto in questi ultimi anni.
I dati provenienti da numerosi telescopi sono necessari per dimostrare la vera natura di questo oggetto complesso.
Credit: X-ray: NASA/CXC/SAO/ F. Seward; Optical: NASA/ESA/ASU/ J. Hester & A. Loll; Infrared: NASA/JPL-Calthech/Univ. Minn./ R. Gehrz.

 

La fine dell’evoluzione di una stella è un evento sicuramente spettacolare che si è reso visibile nel 1054 sulla Terra. Si tratta dell’esplosione di una supernova nella costellazione del Toro. Oggi, a distanza di quasi un migliaio di anni, una stella estremamente densa, chiamata stella a neutroni, e nascosta dietro al gas espulso, si osserva emettere grandi quantità di particelle ad alta energia proprio nella regione del gas che si sta espandendo e allontanando da essa, quella che viene definita Nebulosa. In questo caso si parla di Nebulosa del Granchio per la sua forma particolare.

I dati in X del satellite Chandra forniscono degli indizi significativi sui meccanismi di questo potente “generatore” cosmico che produce energia ad un tasso di circa 100.000 stelle simili al nostro Sole.
Questa immagine è stata ricavata dalla sovrapposizione di dati ed immagini ottenuti da tre grandi Osservatori della NASA: l’immagine ottenuta dal Chandra X-ray è mostrata in blu (immagini in X), quella dell’Hubble Space Telescope è in rosso e giallo (immagine nell’ottico) e quella dello Spitzer Space Telescope è in porpora (immagine nell’infrarosso).
L’immagine in X è più piccola rispetto alle altre, in quanto gli elettroni fortemente energetici che emettono raggi X irradiano più velocemente la loro energia rispetto agli elettroni di bassa energia emessi nell’ottico e nell’infrarosso.

Insieme ad altri telescopi, Chandra ha ripetutamente osservato ad intervalli quasi regolari la Nebulosa del Granchio, tanto che si può giustamente dire, essere uno degli oggetti più osservati del cielo, diventando una vera e propria icona cosmica.

Sabrina Masiero

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