Blog di Marco Castellani

Se un buco nero fa nascere una galassia…

Recenti osservazioni lasciano emergere un nuovo interessante scenario per i buchi neri supermassivi: potrebbero essere addirittura loro che, in alcuni casi,  stimolano la formazione stellare nella galassia ospite, quasi a “costruirsi” una casa ove poi “dimoreranno”. Potrebbe essere il collegamento che mancava per capire come mai le masse dei buchi neri sono maggiori nelle galassie che hanno un maggior numero di stelle.

Gli astronomi hanno realizzato osservazioni estensive di un oggetto insolito, il quasar HE0450-2958. E’ molto interessante in quanto è l’unico per il quale non è mai stata rilevata una galassia ospite, e si trova a circa 5 miliardi di anni luce da noi. Fino ad ora si riteneva che la galassia ospite di tale quasar fosse solamente nascosta dietro una grande quantità di gas e polveri. Ecco perchè – nel tentatativo di scovare tale galassia – gli astronomi si sono affidati ad uno strumento che scruta il cielo nella banda del medio infrarosso, alle cui lunghezze d’onda la polvere interstellare risulta molto più trasparente che nell’ottico. Tuttavia con una certa sorpresa, il quadro rilevato è stato differente: nessun segno della galassia ospite ricercata, ma invece una nuova rilevazione di una galassia apparentemente non collegata, nelle immediate vicinanze, che sta producendo stelle ad un ritmo elevatissimo, pari a circa 350 masse solari all’anno.

A quanto risulta la galassia vicina risulta sotto tiro da parte del quasar: è bersagliata in effetti da un getto di particelle altamente energetiche e da un flusso di gas in rapido movimento. Tutto fa pensare che in questo modo il quasar stia inducendo la formazione stellare nella galassia vicina… Ecco che il nuovo quadro si comincia a far comprendere: le galassie in tale scenario, si potrebbero essere evolute proprio dai getti energetici emesssi dai quasar!

Una elaborazione artistica che mostra come i getti di materia da parte di un buco nero (all’interno del quasar) possano indurre la formazione stellare in una galassia che si trovi nelle vicinanze…
Crediti: ESO/L. Calçada

C’è da dire anche che il quasar stesso si sta muovendo verso la galassia, sicché i due oggetti sono destinati ad unirsi in futuro: il quasar che ora è “nudo” sarà alla fine “vestito” come tutti gli altri, quando si troverà nel mezzo della galassia ricca di stella. Dunque al termine del processo avrà una galassia ospite come tutti gli altri quasar osservati.

Dunque il quasar si sarebbe in pratica “costruito la casa” in cui andrà ad abitare! La conferma di questo interessante scenario si potrà avere, come dicono gli stessi ricercatori, attraverso la ricerca di oggetti simili in altri sistemi. In questo senso, grandi cose ci si aspettano da strumenti futuri, come l’Atacama Large Millimeter/ submillimeter Array, l’European Extremely Large Telescope e il James Webb Space Telescope, potenzialmente capaci di rintracciare simili sistemi a distanze ancora più grandi….

ESO Press Release (in italiano)

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7 Comments

  1. Anonimo

    Ma come mi copiate le idee?, ah, ah, ah non è giusto!

    bhe che dire? Sono felice che ogni giorno che passa trovo sempre più risontri alla mia Teoria.
    Grazie,

    Vincenzo

  2. Giulio

    Ha ragione quindi Arp.

    • mcastel

      Per il suo modello di universo? E’ una speculazione interessante,
      sicuramente. E’ anche importante che ogni teoria, incluso il Big Bang,
      venga “sottoposta” a procedure di falsificazione (è il motore della
      ricerca). Nello specifico, posso solo dire che nell’ambiente la sua
      teoria non gode di molto credito, in ogni modo….

      2011/6/8 Disqus :

  3. mcastel

    No no, nessuno strafalcione! Anzi, è bello usare questo sito per discutere di temi anche “filosofici” e di teoria della conoscenza, ma strettamente connessi alla ricerca astronomica, non trovi?
    Ciao & grazie per il commento!
    Marco

  4. sabrinamasiero

    Non può che essere unico, senza dubbio, in base alla tua definizione. Alcune volte ho sentito delle dispute tra cosmologi: loro la statistica non la possono fare, nel senso che non possono mettere a confronto il nostro universo con un altro o con una decina di universi per vedere se le loro teorie sono corrette o meno. Ma sono ricordi del corso sintetico di cosmologia che ho seguito tanti anni fa e non vorrei neppure io arrivare a scrivere strafalcioni!
    Ciao! Grazie a te!!!
    Sabrina

  5. mcastel

    Grazie, molto interessante il tuo commento: il punto che sollevi in relazione alla statistica e alla peculiarità dell'astronomia è senza dubbio molto importante, ti sono grato per averlo messo in evidenza. Alla fine il nostro Universo è (… per definizione!) unico, proprio perchè Universo rappresenta l'insieme globale delle entità fisiche di cui possiamo avere evidenza empirica, in modo diretto o indiretto. Dunque non può che essere unico, non trovi? Questo implica che a volte la statistica debba piegarsi alle esigenze conoscitive specifiche: dopotutto, di radiazione di fondo cosmica ce n'è una sola, per esempio..
    Spero di non aver scritto svarioni; sono inesperto di cosmologia ma mi piace parecchio ! 🙂
    Alla prossima & grazie ancora!
    Marco

  6. sabrinamasiero

    Alcune volte gli scenari cambiano così rapidamente che si deve riformulare la teoria nel giro di… un istante! Ma il bello della ricerca scientifica sta proprio in questo: si procede per ipotesi, quasi fossero tentativi o pezzi di un grandissimo puzzle (di cui non conosciamo l'estensione) e un po' alla volta si costruisce la teoria. Questo quasar è sicuramente “sui generis”, quindi bisognerebbe trovarne un altro per il quale non è ancora stata rilevata una galassia ospite. Del resto, però, in astronomia ci possono essere situazioni in cui non è possibile avere più casi da confrontare e fare dunque statistica, come lo è per il nostro Universo e per tutte le teorie cosmologiche ad esso collegate. Non possiamo parlare di tanti universi, dato che ne conosciamo solo uno e possiamo dire che, alla fin fine, ne abbiamo uno solo a disposizione. E anche in questo caso, di oggetti particolari ne abbiamo uno solo.
    Sono convinta che i nuovi strumenti che verranno messi in funzione o in orbita nei prossimi anni, permetteranno di fare luce (o creare nuove ombre) su quanto questo oggetto ora ci sta iniziando a rivelare.
    Bravo Marco, sarai sicuramente un esperto di ammassi globulari, ma anche in questo campo, galassie ad alto redshift e buchi neri supermassicci te la sai cavare alla grande!
    Sabrina

    Questo articolo mi ha aperto il cuore, perchè sono tornata indietro al mio lavoro di tesi.

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