La Wide Field Camera 3 (WFC3) a bordo dell’Hubble Space Telescope ha realizzato l’immagine più profonda dell’Universo ripresa nel vicino infrarosso, la prima nel suo genere. Gli oggetti arrossati e deboli che si osservano sono galassie che si sono formate 600 milioni di anni dopo il Big Bang. Nessuna galassia così remota era mai stata osservata prima. Questo nuovo risultato permetterà di avere un’idea del numero di galassie che si sono formate nelle prime fasi di formazione del nostro Universo.

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L’immagine più profonda dell’Universo nel vicino infrarosso ripresa dalla Wide Field Camera 3 a bordo dell’Hubble Space Telescope. Crediti NASA, ESA, G. Illingworth (UCO/Lick Observatory and the University of California, Santa Cruz), R. Bouwens (UCO/Lick Observatory and Leiden University), e HUDF09 Team.

La regione ripresa è la stessa dell’Hubble Ultra Deep Field (HUDF) ottenuta nel 2004, che la più profonda immagine in luce visibile dell’Universo. La nuova WFC3 ha raccolto la luce nella lunghezza d’onda dell’infrarosso e di conseguenza si è potuto osservare molto più indietro nel tempo, in quanto a causa dell’espansione dell’Universo, le galassie più lontane sono quelle che si allontanano ad una maggiore velocità e quindi la cui radiazione luminosa appare più “stirata” o allungata, col risultato che le lunghezze d’onda risultano spostate verso il rosso e l’infrarosso tanto più distanti sono gli oggetti osservati.

Per ottenere l’immagine con la camera WFC3/IR a bordo dell’Hubble Space Telescope sul finire dell’agosto 2009, sono stati richiesti quattro giorni di tempo per un totale di  173 mila secondi di puntamento. La luce infrarossa non viene percepita dall’occhio umano e quindi si può dire che non ha colori ed è invisibile. I colori nell’immagine sono stati assegnati in fase di elaborazione; si tratta di colori convenzionali in base alle lunghezze d’onda: il blu corrisponde a 1.05 microns, il verde a 1.25 microns e il rosso a 1.6 microns. Gli oggetti più deboli sono circa un miliardo di volte più luminosi di come potrebbero essere visti ad occhio nudo. Trattandosi di una traslazione della normale sequenza di colori, essi si possono ritenere realistici.

Queste osservazioni di Hubble Space Telescope mostrano una nuova strada che dovrà percorrere il suo successore, il James Webb Space Telescope (JWST), che osserverà molto più lontano nell’Universo di quanto ha fatto finora Hubble nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso. Il JWST sarà pronto per essere mandato in orbita nel 2014.

Il team dell’HUDF09 è composto da: Garth Illingworth (University of California Observatories/Lick Observatory and the University of California, Santa Cruz), Rychard Bouwens (University of California Observatories/Lick Observatory and Leiden University), Pascal Oesch e Marcella Carollo (Swiss Federal Institute of Technology, Zurich (ETH)), Marijn Franx (Leiden University), Ivo Labbe (Carnegie Institute of Washington), Daniel Magee (University of California, Santa Cruz), Massimo Stiavelli (Space Telescope Science Institute), Michele Trenti (University of Colorado, Boulder) e Pieter van Dokkum (Yale University).

L’Hubble Space Telescope è un progetto di collaborazione internazionale tra NASA e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Lo Space Telescope Science Institute porta avanti le operazioni scientifiche dell’Hubble.

Immagini e informazioni le potete trovare sul sito della NASA alla pagina: http://www.nasa.gov/mission_pages/hubble/science/universe-deepest-view.html.

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