Il grande filamento osservato sul Sole il 18 novembre 2011 e fotografato dall’astrofilo Theo Ramakers di Social Circle, Georgia.  Fonte SpaceWeather.com:  http://spaceweather.com/archive.php?view=1&day=19&month=11&year=2011

 

Questo filamento è sicuramente tra gli eventi più grandi del nostro sistema solare. Un filamento magnetico scuro misura più di 700 000 chilometri e si estende da un estremo all’altro del nostro Sole. Qui si sviluppa in senso diagonale sulla superficie del Sole. L’astrofilo Theo Ramakers ha fotografato questa struttura il 18 novembre 2011 dal Social Circle, Georgia.
Lo stesso filamento è stato ripreso dal Solar Dynamics Observatory dell’Agenzia Spaziale Americana, NASA nella lunghezza d’onda ultraviolette sempre lo scorso 18 novembre.

E’ molto probabile che questo filamento collassi nel momento in cui diventa instabile e quando cade sulla superficie della stella e l’impatto è tale da produrre un flare Hyder.
I flare solari sono delle improvvise eruzioni di materia che si formano sulla fotosfera solare e che avvengono fin nella cromosfera solare; si osservano in genere da Terra utilizzando dei filtri a banda stretta, tipicament in una banda con una larghezza inferiore ai 0,1 nm, e spesso centrata sulla lunghezza d’onda della riga alfa dell’Idrogeno, a 6563 Angstrom (656,3 nm).

La maggior parte dei flare si verificano intorno a regioni attive associate a gruppi di macchie solari. Tuttavia, di tanto in tanto un improvviso flare, e quindi un improvviso bagliore, viene osservato con grande accuratezza lontano da una regione attiva o da un gruppo di macchie solari. Questi flare sono associati ad una improvvisa scomparsa di un grande filamento solare che sono chiamati Flare Hyder, dal cognome del ricercatore che fu in grado di spiegare esattamente il fenomeno.

La comparsa di questi brillamenti può variare da una serie di nodi luminosi su uno o entrambi i lati del filamento (ossia, la posizione precedentemente occupata dal filamento), ad un bagliore singolo o doppio. Una caratteristica interessante dei brillamenti Hyder è che di solito si sviluppano o raggiungono la massima illuminazione molto più lentamente di quanto non facciano i comuni flare che sono associati a regioni attive. I flare Hyder più grandi possono impiegare da 30 a 60 minuti per salire ad un picco di intensità, e poi possono durare anche per diverse ore. Hanno un’intensità piuttosto bassa anche se possono raggiungere un’area estremamente vasta.

Di solito, i brilamenti Hyder non sono associati ad emissioni di particelle energetiche o a tempeste geomagnetiche, di conseguenza non possono essere associati a espulsioni di massa coronorale (MCE). Questo però non vale in generale. Vi sono infatti degli episodi in cui una grande espulsione di massa coronale è stata osservata comunque: nel settembre 2000 il coronografo a bordo della sonda SOHO ha registrato un MCE associato ad un flare Hyder.

Si pensa che la scomparsa del filamento sia dovuta ad una riconfigurazione del campo magnetico. Infatti, il materiale filamentoso (che non è altro che materiale refrigerante) viene accelerato nella corona solare. Nel caso del flare Hyder, la maggior parte del materiale filamentoso cade ai lati del crinale magnetico e interagisce con la materia più bassa della cromosfera che produce il flare.

Il meccanismo recentemente è stato messo in discussione.

Alcuni ricercatori hanno affermato che la riconfigurazione magnetica deve sempre produrre un’espulsione. Si è abbastanza sicuri che i flare Hyder sono associati sia ai CME che alla produzione di particelle energetiche. Al momento il fenomeno non è ancora stato spiegato completamente, la questione è ancora aperta.

Qui un video su YouTube:

http://www.youtube.com/watch?v=7RdgIScY888

Fonte Space Weather.com: http://spaceweather.com/
Per maggiori informazioni sui flare Hyder: http://www.ips.gov.au/Educational/2/4/1

Sabrina

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