Questa bella immagine mostra il cosiddetto ammasso dell’albero di Natale. Le luci blu e bianche sono prodotte da giovani stelle che emettono raggi X, rilevati dal satellite Chandra della NASA. I dati ottici del telescopio WIYN da 0,9 metri della National Science Foundation al Kitt Peak mostrano il gas nella nebulosa in verde, corrispondente agli aghi di pino dell’albero, e i dati a infrarossi della Two Micron All Sky Survey mostrano le stelle in primo piano e di sfondo in bianco. Questa immagine è stata opportunamente ruotata, in modo che la parte superiore dell’albero appaia verso la parte superiore dell’immagine stessa.

Nessun albero di Natale più grande di questo, decisamente…
Crediti: X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: T.A. Rector (NRAO/AUI/NSF and NOIRLab/NSF/AURA) and B.A. Wolpa (NOIRLab/NSF/AURA); Infrared: NASA/NSF/IPAC/CalTech/Univ. of Massachusetts; Image Processing: NASA/CXC/SAO/L. Frattare & J.Major

L’ammasso in questione è NGC 2264, un brillante ammasso aperto circondato da un esteso sistema di nebolosità diffuse.

Io penso che non sia un esercizio futile, questo di scorgere in cielo segnali del periodo che stiamo vivendo, segnali della nostra storia particolare. Capisco che non è elegante citarsi, però ciò che volevo dire è proprio questo che scrissi qualche anno fa, che

Cielo e Terra vivono dunque in un rapporto di mutua connessione, di reciproca evoluzione, di dinamismo simbiotico, di necessità reciproca. Respirano, di un respiro di potenziale, fecondissima alleanza. Feconda di un movimento unico, unito: quasi, coniugale. Siamo ancora troppo spesso bloccati all’interno di concezioni cosmologiche ormai superate, dove il movimento è solo un “accidente” e dove la realtà profonda è di assoluta stasi (…) La scienza oggi – come sappiamo – ci consegna un modello di universo che smantella e confuta gli irridimenti passati, spazza via il modello “stazionario”, ormai irrevocabilmente smentito dai dati. No, il cosmo non è sempre uguale a sé stesso, bloccato dall’uomo stesso per una fraintesa idea di disincarnata perfezione. Il cosmo ha una storia, come la ha l’uomo.

Ed è molto bello quando le due storie si intrecciano, si parlano, si confrontano. Per ogni momento della storia umana esiste uno specifico universo, ormai lo sappiamo. In qualche modo creiamo l’universo intorno a noi, specchio eloquente di come è strutturato il nostro sentire, di quel che forma la nostra anima, in ogni periodo storico.

Anche di questo vogliamo parlare nei dialoghi per Darsi Spazio, ai quali ho già accennato di recente. Sono emozionato, abbiamo iniziato a registrare e la cosa è appassionante. Spero presto spero di potervi dare notizie più precise. Nel frattempo, cari auguri e viva questo cielo che dialoga con la Terra, viva l’universo più morbido e relazionale che stiamo via via scoprendo, via via creando. Viva dunque – ora e sempre – la nostra magnificamente imperfetta umanità, che giunge a parlare con le stelle.

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