Blog di Marco Castellani

Mese: Luglio 2003

Binarie X negli ammassi globulari densi…

La sonda “Chandra X-ray Observatory” della NASA porta nuove conferme di come gli incontri ravvicinati tra stelle negli ammassi globulari pi? densi possano formare sistemi binari che emettono in banda X.

La peculiare abilit? di Chandra nel risolvere sorgenti in banda X all’interno di dodici ammassi globulari galattici ha fornito agli astronomi precise indicazioni sulle modalit? di formazione di tali sorgenti.



Le immagini di Chandra per due ammassi globulari galattici rivelano le sorgenti X presenti in essi.

(Credits: NGC 6266 – NASA/CXC/MIT/D.Pooley et al.; NGC 7099 – NASA/CXC/UIn/H.Cohn & P.Lugger et al.)

Dall’analisi dei dati si deduce come sorgenti binarie X si possano formare negli ammassi globulari pi? densi da incontri ravvicinati di stelle appartenenti all’ammasso . Tali sorgenti hanno modalit? di formazione diverse dalle loro controparti localizzate al di fuori degli ammassi, e possono influenzare notevolmente l’evoluzione dell’ammasso che le ospita.

Links utili:

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XMM-Newton esplora l’universo lontano…

Utilizzando XMM-Newton, gli astronomi sono riusciti ad ottenere la più profonda immagine in banda X dell’universo lontano…

In orbita da quasi due anni, ed avendo compiuto più di 1200 osservazioni finora, la sonda XMM-Newton sta per entrare nel suo secondo anno di osservazioni. Le sue ottiche sono composte da ben 51 specchi accuratamente assemblati insieme, a formare il telescopio in banda X più sensibile costruito finora.

E’ anche il satellite più grosso mai costruito in Europa, e dunque rappresenta una realizzazione importante per la scienza del nostro continente.

La sonda XMM-Newton (Credits: ESA)

Recentemente, grazie alle potenzialità di XMM-Newton, gli astronomi sono riusciti ad ottenere una immagine in banda X di una porzione di universo lontano assai dettagliata. L’analisi delle osservazioni – oltre a fornire preziose informazioni sulla struttura dell’universo ad alti redshift – ha già permesso di scoprire nuovi ammassi di galassie: come dichiarato dal team di XMM, gli ammassi di galassie rappresentano la più grande concentrazione di materia nell’universo, e XMM si sta dimostrando estremamente efficiente nel rintracciarli!


La regione nell’immagine ha un’estensione pari ad otto volte quella della luna piena, e contiene 25 ammassi (cerchiati alcuni ammassi gi? trovati in precedenza dalla sonda ROSAT) (Credits: ESA)

Approfondimenti: consultare la press release dell’ESA

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Ancora conferme per la materia oscura nelle galassie nane

Recenti ricerche sulle galassie sferoidali nane condotte da un team di astronomi all’Universit? di Cambridge portano nuove conferme presenza di grandi quantit? di materia oscura in tali galassie.

I risultati di tale ricerca sono stati appena presentati all’International Astronomical Union, che si svolge Sydney, in Australia.

Sappiamo che le galassie nane contengono molte meno stelle delle galassie ‘ordinarie’, come la nostra Via Lattea. Il fatto decisamente interessante ? che da molte ricerche sembra evidente che tali piccole galassie contengano una frazione rilevante di “materia oscura”, cos? chiamata la materia che non emette radiazione visibile e che dunque non pu? essere osservata dagli astronomi.

Un modo per mettere in evidenza la materia oscura ? studiare gli eventuali effetti gravitazionali che pu? avere sulle stelle (che sono visibili!) in una data regione: studiando il moto di molte stelle nelle galassie Draco ed Ursa Minor, gli scienziati hanno provato a costruire un modello teorico di tali galassie.

Nel caso di Draco, ? risultato che le osservazioni dei moti stellari possono essere spiegate, a patto che si ammetta che la galassia contenga circa cento volte pi? materia oscura rispetto alla materia concentrata in stelle.

Nel caso di Ursa Minor, l’analisi ? pi? complessa, ma mostrerebbe una distribuzione di materia oscura piuttosto differente da quella che si suppone valga per le galassie ordinarie.

Sebbene tali risultati siano in una certa misura dipendenti dalle assunzioni del modello teorico, nondimeno sono di grande interesse, per la comprensione stessa della grandezza dell’alone di queste galassie, e per le indicazioni che possono fornire sulle modalit? di formazione delle galassie e della distribuzione della materia oscura.

Link alla notizia sul sito dell’Universit? di Cambridge.

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Trovata l’origine della polvere cosmica?

Un team di astronomi dell’Universit? di Cardiff, in Galles e del Royal Observatory di Edimburgo, in Scozia, ritiene di aver scoperto l’origine della polvere cosmica.

La polvere cosmica ? composta da piccole particelle di materiali solidi che fluttuano nello spazio. Lo studio condotto dal team di ricercatori porta a ritenere che le supernovae siano responabili della produzione di tale polvere…

Link alla notizia sul sito de
Le Scienze

Link all’articolo originale (in inglese) comparso sulla rivista Nature

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Misurata la massa del più antico pianeta noto nella Galassia

Il Telescopio Spaziale Hubble ha determinato la massa del pianeta più “vecchio” che si conosca nella Via Lattea: con i suoi 13 miliardi di anni, è assai più anziano della nostra Terra…

Anziano più del doppio della Terra, la cui età è stimata in circa quattro miliardi e mezzo di anni. In pratica, è quanto più vecchio si può, avvicinandosi alla stessa età dell’universo…


Una rappresentazione “artistica” dell’anziano pianeta (Credits: Hubblesite)

Il pianeta in questione si trova a “vivere” in un ambiente piuttosto affollato, ovvero nella parte centrale di un ammasso globulare, l’ammasso M4, che contiene pi? di centomila stelle. Le nuove scoperte di Hubble mettono fine a pi? di un decennio di dibattiti riguardo all’identit? stessa di quasto mondo antico. Fino ad ora, infatti, gli astronomi erano incerti sulla stessa natura di questo corpo celeste: un pianeta od una nana bruna? L’analisi dei dati di Hubble ha permesso di determinare il valore della massa, pari a due volte e mezzo quella di Giove… dunque ? certamente un pianeta (la massa ? troppo piccola perch? si possa pensare ad una nana bruna).

Il fatto stesso di trovare un pianeta cos? antico ? una scoperta emozionante, poich? prova che i primi pianeti si siano formati molto rapidamente, entro il primo miliardo di anni dal Big Bang… a sua volta, questo fa supporre che i pianeti possano essere assai abbondanti nella Galassia, molto pi? abbondanti di quanto si riteneva finora.

(Tradotto ed adattato
dalla press release di
Hubblesite )

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Quattro immagini di un quasar da una lente gravitazionale…!

Utilizzando il telescopio da 3.6 m a La Silla, in Cile, un team internazionale di astronomi ha appena scoperto un articolato “miraggio cosmico”: una lente gravitazionale fornisce almeno quattro diverse immagini dello stesso quasar!

Il miraggio consiste appunto nelle immagini multiple dello stesso oggetto (il quasar) insieme ad un “anello di Einstein”, ovvero ad un’immagine a forma di anello, costituita dalla galassia nella quale risiede il quasar.

L’effetto di lente ? generato, come sappiamo, da un corpo che si trova sulla linea di vista tra noi e l’oggetto del quale vediamo le immagini multiple, ed in questo caso ? risultato essere costituito da una galassia. L’intero sistema prende il nome di RXS J1131-1231 (non molto mnemonico, in verit?…) e con la sua “modesta” distanza di circa 6300 anni luce, rappresenta, tra quelli sottoposti a lente gravitazionale, il sistema a noi pi? vicino comprendente un quasar.


L’immagine originale (a sinistra) e la sua “deconvoluzione” (a destra) che rende pi? visibili le quattro immagini del quasar (i puntini bianchi) e l’anello di Einstein associato (formato dall’immagine distorta e allungata della galassia che ospita il quasar stesso).
(Credits: ESO website)


La fisica che regola il fenomeno delle lenti gravitazionali ? ben nota fin dal 1916, come conseguenza della teoria della relativit? di Einstein: in breve, poich? il campo gravitazionale degli oggetti massivi (come ad esempio, una galassia) “curva” la porzione di universo circostante, ile traiettorie dei raggi di luce che passano vicino all’oggetto vengono modificate, analogamente a quanto succede nell’esperienza comune, quando i raggi luminosi passano per una lente ottica.

Approfondimenti: si consulti la
press release dell’ESO

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Vacanze estive di GruppoLocale…

Il… “numeroso” (diciamo!) staff di GruppoLocale si prende qualche giorno di vacanza, per cui gli aggiornamenti nel periodo di luglio ed agosto non avranno cadenza troppo regolare… in particolare, siamo “fermi” nella prima met? di luglio e nella settimana intorno a Ferragosto.

Verso la fine del mese di agosto il flusso di aggiornamenti dovrebbe diventare pi? regolare . Per intanto, un augurio a tutti di una buona estate!

Marco C.

PS se qualcuno, in prospettiva, ? interessato a collaborare al sito nell’immediato futuro (come recita il box qui a sinistra…), mandi comunque senz’altro un mail all’indirizzo indicato, sar? lieto di contattarlo, appena rientro !

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