Blog di Marco Castellani

Giorno: 9 Giugno 2007

Come si fondono i buchi neri supermassivi

Cosa succede quando due oggetti compatti come i buchi neri, ognuno con massa milioni di volte pari a quella del Sole, si avvicinano e collidono? Buona domanda…

Sappiamo bene come le galassie crescano anche tramite processi di fusione: due galassie si incontrano e si assimilano, le popolazioni stellari si mischiano, e si ottiene una galassia più grande. Ma gli astronomi si sono sempre chiesti, cosa accade a due oggetti come i buchi neri supermassivi, che spesso si trovano al centro delle galassie, quando entrano in collisione?

Un team internazionale di fisici ha sviluppato una simulazione al computer ideata appositamente per risponede a questa domanda, e un recente articolo su “Science Express” ha appena pubblicato i risultati del loro lavoro.

Quel che viene fuori dalle simulazioni, è che l’esito dipende fortemente dalla quantità di gas caldo che si trova intorno ad ogni buco nero. Quando cominciano ad interagire tra loro, il gas infatti esercita una forza di frizione sui buchi neri, rallentando il loro movimento rotatorio. Una volta che la distanza tra i buchi neri è diventata paragonabile all’ampiezza del nostro Sistema Solare, i buchi neri cominciano ad emettere onde gravitazionali, che portano via una grossa quantità di energia dal sistema. A seconda del bilancio energetico, essi possono continuare ad avvicinarsi tra loro, per fondersi infine in un unico buco nero di massa enorme.

Queste sono buone notizie anche per gli esperimenti di onde gravitazionali: difatti l’energia delle onde gravitazionali è tale che è ragionevole sperare di poter rilevare un evento simile dagli esperimenti a Terra…



Stanford Press Release

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Per la vita, ci vuole una stella tranquilla…

Una delle notizie astronomiche più suggestive dell’anno è stata la scoperta di un pianeta di dimensioni circa pari alla Terra, orbitante intorno alla stella Gliese 581. Perchè si possa pensare alla possibilità di forme di vita, ci vuole però una stella “stabile”…

… e questo pare sia il caso!

Sappiamo che il pianeta si muove nella “zona abitabile”, ovvero alla giusta distanza dalla stella madre, in modo che l’acqua sia presente sul pianeta in forma liquida. Ma perchè si creino le condizioni per la vita, ci vuole anche una stella con determinate caratteristiche: secondo una nuova ricognizione, Gliese 581 le soddisferebbe in pieno…

L’indagine è stata condotta dal telescopio canadese MOST (chiamato, con un gioco di parole, l’Humble Space Telescope, “l’umile telescopio spaziale”): nonostante il nome, comunque, ha la capacità di osservare cambiamenti in magnitudine con una incredibile sensibilità. MOST si è concentrata su Gliese 581 per ben sei settimane, osservandone ogni variazione di luce.

Secondo alcuni ricercatori della British Columbia University, la luminosità della stella è cambiata soltanto di valori ben inferiori ad un centesimo durante le osservazioni: questo significa che il flusso di energia della stella rimane ben stabile nel tempo.

Dunque, per quel che sappiamo allo stato attuale, Gliese 581c ha acqua liquida ed una stella “gentile” e stabile.. buone notizie per le condizioni adatte ad ospitare forme di vita!



UBC PRess Release

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