Blog di Marco Castellani

La Nube di Magellano si svela con Spitzer Space Telescope

di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova – Istituto Nazionale di Astrofisica, Osservatorio Astronomico di Padova

La Piccola Nube di Magellano. Crediti: NASA/JPL-Caltech/STScl. Disponibile alla pagina: http://www.nasa.gov/images/content/415381main_A-SMC_IRAC-MIPS_crop-med.jpg

L’immagine nell’infrarosso della Piccola Nube di Magellano, ripresa dallo Spitzer Space Telescope della NASA, mostra le stelle e la polvere di questa galassia come mai si erano viste prima. La Piccola Nube di Magellano è una galassia satellite della nostra, che dista approssimativamente circa 200.000 anni luce.

Qui si osserva il corpo centrale della Piccola Nube di Magellano che comprende una “barra” sulla sinistra e un'”ala” che si estende sulla destra della foto. La barra contiene sia stelle vecchie (in blu) che giovani che illuminano la polvere da cui si sono formate (in verde e rosso). L’ala è ricca soprattutto di stelle giovani. Inoltre, in basso a sinistra, si osserva un ammasso globulare di colore blu e, in verde a destra in alto e in basso nell’angolo, l’emissione delle polvere della nostra Galassia.

I dati ricavati da questa immagine vengono usati dagli astronomi per studiare il ciclo vitale della polvere dell’intera galassia: dalla sua formazione nelle atmosfere stellari, a quella consumata per formare nuove stelle, o come serbatoio per il mezzo interstellare attuale. La polvere formatasi nelle stelle vecchie ed evolute (quelle blu con un sfumatura rossa) viene misurata a lunghezze d’onda infrarosse centrali. La polvere interstellare attuale viene pesata misurando l’intensità e il colore di emissione a lunghezze d’onda nel lontano infrarosso. La velocità alla quale il materiale grezzo viene consumato è determinato studiando le regioni di gas ionizzato e le stelle giovani (le regioni estese in giallo e in rosso). La Piccola Nube di Magellano, e la sua compagna, La Grande Nube di Magellano, sono le due galassie dove questo tipo di studio è possibile e la ricerca non può essere fatta senza lo Spitzer Space Telescope.

Questa immagine è stata ripresa dalla camera e dal fotometro a bordo del telescopio spaziale (a 3,6 micron per le regioni blu, 8,0 micron per il verde, mentre il rosso è una combinazione di 24-70 e 160 micron). Il blu traccia prevalentemente le stelle vecchie; il verde l’emissione dei grani di polvere organica (principalmente i “polycyclic aromatic hydrocarbons”); il rosso l’emissione dei grani di polvere più grandi e freddi.

Per ulteriori informazioni, si visiti il sito di Spitzer Space Telescope alla pagina: http://www.nasa.gov/mission_pages/spitzer/multimedia/asmccaption.html .

Sabrina

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2 Comments

  1. sabrinamasiero

    Marco, grazie! A volte è complicato occuparsi di “argomenti” nuovi, mai trattati prima. In altri momenti, risulta più facile, perchè se non sai un concetto, per spiegarlo devi capirlo. Confesso che ogni volta per me è come se fosse la prima. Ci sono delle cose che mi rimangono “sospese nel vuoto del cervello” e forse dovrei avere gli articoli originali, leggerli con calma o contattare gli autori, ma diventerebbe un lavoro troppo complicato. Facciamo quello che possiamo.
    La ricerca è appena iniziata, spero che arrivi qualcosa di gratificante, grazie per il tuo grande cuore!
    Sabrina

  2. mcastel

    Grande articolo, Sabrina. Se permetti, si vede che sei brava nella divulgazione… io spero proprio che tu possa trovare una prospettiva di lavoro “stabile” in questa direzione, credo sarebbe proprio una bella cosa!
    Marco

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