Blog di Marco Castellani

Spiagge su Marte

di Sabrina Masiero

 

 

Questa immagine mostra come avrebbe dovuto essere Marte circa 3.5 miliardi di anni fa con un vasto oceano d’acqua.

Tre studi differenti hanno fornito un’idea delle coste e dei mari marziani in epoche remote.
Il primo studio, pubblicato su Nature Geoscience (http://www.nature.com/ngeo/journal/vaop/ncurrent/abs/ngeo891.html), afferma che un vasto oceano copriva, probabilmente, circa un terzo della superficie del pianeta 3,5 miliardi di anni fa. Gaetano Di Achille e Brian Hynek dell’Università del Colorado sono giunti a questa conclusione dopo aver osservato 52 sedimenti di delta di fiumi e migliaia di valli e vallate di origine fluviale secche sulla superficie marziana. Le informazioni altimetriche sono state fornite da numerose sonde della NASA e dall’Orbiter Mars Express europeo raccolte con un sistema d’informazione geografico o GIS, che dà un’analisi delle caratteristiche delle valli e dei delta dei fiumi.
Ne è emersa una mappa dove la maggior parte dell’emisfero Nord marziano doveva trovarsi sott’ acqua, almeno nelle primissime fasi della sua storia. Il mare doveva contenere circa 124 milioni di chilometri cubici d’acqua, che è circa un decimo del volume complessivo attuale degli oceani terrestri, distribuito su un pianeta con dimensioni metà delle nostre. Lo studio è stato finanziato dal Mars Data Analysis Program della NASA:

Un altro studio, riportato nel Journal of Geophysical Research-Planets (http://www.agu.org/journals/je/), ha rilevato all’incirca 40.000 vallate di origine fluviale marziani. “Questo numero è circa quattro volte più grande di quanto si pensava“, ha affermato Hynek, che ha portato avanti lo studio con i colleghi Michael Beach e Monica Hoke all’Università del Colorado.  Inoltre, “deve esserci stato un grande numero di precipitazioni per rilevare così tante vallate fluviali” ha detto Hynek nella news release dell’Università (http://www.colorado.edu/news/r/f9b2e81224758e6b422b6bb0735f7098.html).

Alcuni ricercatori hanno suggerito che i particolari scavati dall’acqua e osservati su Marte oggi siano il risultato di massicce piene improvvise e catastrofiche avvenute in epoche passate, mentre altri affermano che Marte in origine avesse un ciclo idrologico di lunga durata, simile a quello della Terra, completo di piogge, fiumi abbondanti, mari, oltre al fenomeno dell’evaporazione. Si tratta chiaramente di uno scenario favorevole alla vita. “Se mai la vita si è sviluppata su Marte, i delta dei fiumi potrebbero essere la chiave per aprire la porta sul passato biologico di Marte” ha affermato Hynek.

Inoltre, grazie ad un’altra survey, condotta da un diverso gruppo di ricerca, si è arrivati ad ottenere una mappa molto simile. La survey è stata realizzata sulla base di un’analisi della topografia e della geologia ottenuta dai dati del Mars Global Surveyor, del Mars Odyssey e dai Viking della NASA e concentrata in particolare sui laghi dell’emisfero sud marziano. Leslie Bleamaster, una ricercatrice all’Arizona-based Planetary Science Institute, ha affermato che il progetto di mappatura è legato all’idea che i laghi siano esistiti entro il bacino d’impatto Hellas e ovunque nella parte sud di Marte.

Questa mappatura rende le interpretazioni geologiche consistenti con gli studi precedenti e permette anche di fare una stima della loro esistenza, datata intorno alla prima metà del periodo Noachiano, tra i 4.5 e 3.5 miliardi di anni fa” ha affermato in una news release (http://www.psi.edu/press/).

Una mappa di Hellas Planitia su Marte mostra come avrebbero potuto apparire le vallate di origine fluviale e le coste marine.

E’ possibile dare un’occhiata alla mappa su sito web americano “Geological Survey” alla pagina: http://pubs.usgs.gov/sim/3096 che raccoglie i dati geografici non solo del pianeta Terra ma anche di altri pianeti. Il progetto è sostenuto dal Planetary Geology della NASA e dal Geophysics Program.

Dov’è andata a finire tutta l’acqua su Marte?

Dato che Marte è molto più piccolo della Terra, gli scienziati sospettano che il suo nucleo fuso si sia raffreddato in modo relativamente veloce facendo sì che il pianeta perdesse il suo campo magnetico globale. Senza una magnetosfera simile a quella terrestre, Marte ha avuto meno possibilità di respingere le particelle elettricamente cariche del vento solare. Nel tempo, queste particelle devono aver distrutto quasi tutta l’atmosfera marziana, interrompendo il ciclo idrologico.

Una spiegazione alternativa potrebbe essere quella secondo cui Marte ha potuto trattenere solo in parte la sua atmosfera a causa della sua più debole influenza del campo gravitazionale. In entrambi i casi, l’atmosfera marziana ha perso il suo strato di bioossido di carbonio. E senza una coperta superficiale che permettesse di mantenere un po’ di calore, il pianeta si è via via raffreddato. Oggi l’acqua esiste principalmente sottoforma di ghiaccio, ai poli oppure mescolata nel terreno freddo. In parte l’acqua deve aver reagito con i minerali per formare rocce carbonate e, recentemente, è stato osservato che vi sono evidenze d’acqua liquida sulla superficie 1.25 milioni di anni fa.

Cercando di capire dove sia andata a finire tutta l’acqua su Marte Hynek ha affermato che “questa è sicuramente una delle domande più importanti a cui si vorrebbe rispondere“. Le future missioni su Marte potrebbero aiutarci in tal senso. Per il 2013 la NASA ha in programma una missione su Marte, denominata MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) e controllata dall’Università del Colorado.

Fonte Cosmic Log: http://cosmiclog.msnbc.msn.com/_news/2010/06/14/4508231-see-the-shores-of-mars

Ringrazio di cuore il mio amico Ricardo Garcia per l’aiuto nella pubblicazione di questo post.

Sabrina

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1 Comment

  1. mcastel

    …un articolone, davvero!! Grazie Sabrina, e complimenti! L'ho già detto, ma mi ripeto volentieri, lo studio dei pianeti sta diventando sempre più interessante, date le tantissime cose che ora sappiamo, ci troviamo di fronte ad una varietà spettacolare di ambienti 😉

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