D’accordo, ci siamo. Finalmente ci siamo. Pur con tutte le esitazioni, le cautele, possiamo dire che il tuo viaggio è cominciato. O meglio, tu sei sempre stato in viaggio, è piuttosto che la meta sta cambiando, è cambiata. Non si va più verso il tentativo di perfezione, ma verso l’accettazione incondizionata di sé stessi. 

Piena, pacata, amorevole, dolce, docile, sorridente…

E’ il primo passo, per qualsiasi cosa, qualsiasi obiettivo. E intanto, ti godi di più il viaggio. Ti godi il viaggio… ecco appena curvato, appena preso questo sentiero, le cose diventano più dolci, le persone, le situazioni… ecco il lavoro da fare, accettare sé stessi, e tu stai lavorando… lo vedi, che stai lavorando, da come cambia il mondo intorno a te. Tornano i colori, gli odori. Tornano le sfumature, le dolcezze nascoste… il freddo viene temperato da uno strano, seducente calore.

Certo, ci saranno tante deviazioni, tanti momenti di salita, tanti momenti in cui ti troverai a terra. D’accordo, mettiamo in conto tutto ciò..  Ma che gioia pensare che il sentiero sia questo… che pace, che semplice letizia nel riflettere su che strada hai finalmente intrapreso (che richiede baldanza, coraggio, fiducia)… probabilmente, ecco, la strada che porta a casa, che davvero porta a casa…

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Ed è un cedere, una resa, in un certo senso. La resa a cui sei chiamato, che rende tutto dolce, saporito, colorato.

Dal male ho ricavato molto bene. Il mantenere la calma, il non rimuovere nulla, il rimanere vigile e insieme l’accettazione della realtà – prendendo le cose come sono e non come avrei voluto che fossero – mi hanno portato conoscenze singolari ma anche singolari energie, quali prima non avrei potuto immaginare. Ho sempre pensato che se non si accettano le cose, esse in un modo e nell’altro ci sopraffanno; ora invece non è più così, e solo accettandole è possibile prendere posizione di fronte a esse. Anch’io voglio partecipare al gioco della vita nell’accettare ciò che di volta in volta mi offrono i giorni e la vita, bene e male, sole e ombra che costantemente si alternano, e così accetto anche la mia natura, con i suoi lati positivi e negativi, e tutti si ravviva. Com’ero pazza, io che volevo forzare ogni cosa ad adattarsi al mio volere!”

(Da una lettera di una paziente a Jung)

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