D’accordo. Forse il titolo potrà apparire un poco improprio, ma è quello che mi viene in mente, pensando all’esperienza che mi attende da domani. O meglio, ahimè, da stanotte. Prima che la nostra amata stella faccia la sua comparsa sull’orizzonte dei cieli della capitale, dovrò essere già in viaggio verso l’aeroporto. Obiettivo: Turchia. Scopo: missione per conto di INAF (il mio ente, appunto), per parlare di astrofisica a cinque ragazzi selezionati a luglio, scelti tra i più meritevoli tra i frequentanti il corso di laurea in Fisica ed in Astrofisica, nelle università italiane.

Quello che è veramente peculiare è il luogo dove si terranno le lezioni. Saremo ospiti a bordo di Mediterranea, un Mikado da 17 metri, che è salpato nella prima vera del 2014 da San Benedetto del Tronto per un viaggio lungo tutto il mediterraneo.

L’iniziativa è appunto patrocinata e finanziata da INAF in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario per la Fisica Spaziale e ovviamente Progetto Mediterranea. Sarà senz’altro una occasione stimolante di dialogo e di confronto, oltreché – impossibile negarlo – una esperienza di contatto con il mare e la natura che presenta una indubbia carica di fascinazione. Al proposito: devo confessarlo, ho faticato più di un pochino, in questi giorni, a convincere i miei stimati colleghi astronomi che mi stavo accingendo a partire per una missione lavorativa, e non per una “semplice” vacanzaMa lo capisco, tale è la peculiarità delle “condizioni al contorno” che non posso che ritenermi fortunato, ed essere grato agli organizzatori per la fiducia ed il credito accordatomi.

MedCann

Mediterranea che ci aspetta a Canakkale, sponda asiatica dello Stretto dei Dardanelli

Credo proprio che sarà una esperienza interessante. Per me, certo. Ma confido anche per i ragazzi che sono stati selezionati. Spero di poter centrare il mio intento segretissimo (va bene, ve lo dico qui, ma non lo fate sapere a nessuno): riuscire, al di là degli schemi, delle formule e dei diagrammi che andrò a presentare, a trasmettere almeno un pochino il senso di entusiasmo che l’indagine sull’Universo ancora può portare, chi vi si applichi con mente aperta e senza troppi pregiudizi. Cioè, chi sia almeno un po’ ancora, disposto a meravigliarsi.

Perché, vi assicuro, roba di cui meravigliarsi ce n’è parecchia, nello studio del cielo.

Questo infatti è stato un primo bel risultato, che ho ottenuto prima di partire. Preparando le lezioni, dovendo riprendere uno spettro ampio di argomenti, dalla fusione nucleare dentro il Sole alla nascita ed al destino ultimo dell’Universo, mi sono reso conto di quanta carica di stupore e meraviglia sia ancora piacevolmente “incastrata” in questi argomenti. Quanto questi incontrino la curiosità dell’uomo che si affaccia, da sempre, sulla notte stellata come davanti ad un incredibile spettacolo che chiede di essere compreso ed afferrato – proprio per essere gustato nella sua dimensione più profonda e più vera.

Il progetto Mediterranea coniuga molto sapientemente, da tempo, il fascino dell’esplorazione con una serie di percorsi culturali, di questo ed altri tipi. Che altro dire, se non che sono lieto di salire a bordo, per raccontare un po’ di cielo, di quel po’ che – grazie alla capacità e alla pazienza di tanti maestri che ho potuto incontrare- ne ho capito, ne ho potuto trattenere.

E sopratutto, per ammirarlo, quel cielo: ora ed ancora.

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