Blog di Marco Castellani

Mese: Settembre 2015

Acqua su Marte!

Ormai lo sapranno anche i più distratti (o affaccendati), perché il clamore dell’annuncio della NASA di ieri pomeriggio ha contagiato rapidamente i media, anche i più generalisti. Per dire, ieri al giornale radio del pomeriggio su Radio Tre è stata debitamente riportata (ed era passata appena un’oretta dall’annuncio ufficiale).

Acqua su Marte, dunque. Essendo una notizia NASA si può supporre che siano ragionevolmente sicuri. E se pur non è una assoluta novità (ripesco proprio da questo sito una pur stringata notizia di dodici anni fa…) stavolta le evidenze sembrano decisamente più robuste.

Non è il caso qui di spendere altre parole sulla faccenda in sé, del resto già da ieri sera in rete si potevano trovare molte informazioni qualificate e rigorose, come quella su Media INAF, per esempio. Per chi mastica un po’ di inglese vale certamente la pena percorrere (e magari salvarsi) l’annuncio ufficiale NASA, che – anche qualora fosse smentito – è probabilmente destinato a rimanere (stavolta possiamo dirlo) “storico”. Suggerirei anche, per avere un ragionato quadro d’insieme dell’importanza dell’annuncio, di leggere anche l’intervista che oggi pubblica Il Sussidiario a Piero Benvenuti, professore di Astronomia dell’Università di Padova e segretario dell’Unione Astronomica Mondiale (IAU). Interessante per mettere nel giusto quadro anche gli entusiasmi (appena) un po’ frettolosi riguardo l’eventualità della vita su altri pianeti.

Per il resto, i siti di molti quotidiani riportano la notizia, si può senz’altro fare un giro istruttivo, sempre tenendo presente che anche qualche giornalista può farsi prendere da un po’ di (giustificata) eccitazione. Ma anche se si tratta di Marte, è bene stare con i piedi per terra. Ci vogliono sicuramente conferme e studi approfonditi. Ma la notizia c’è.

Il “cinguettìo” della NASA che riporta lo storico annuncio è stringato e molto assertivo, come potete vedere. Al momento di “andare in stampa” risulta ridiffuso 44.823 volte e inserito come preferito da 29.250 utenti. C’è però da scommettere che quando leggerete queste cifre saranno già abbastanza diverse…

Tanto che anche Google stamattina, devo dire in maniera piuttosto simpatica, celebra l’annuncio NASA con uno dei suoi ormai celebri doodle (cliccate sulla figura per ammirarlo in azione)

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Da un punto di vista più generale, quello che possiamo dire – parrà forse ovvio ma va detto – è che la pletora di sonde e strumenti in giro per il Sistema Solare stanno portando veramente nuova linfa a questa avventura conoscitiva di per se davvero elettrizzante. E che per giunta è seguitissima sui media: a differenza di argomenti senz’altro più elusivi ed esoterici (come molte tematiche cosmologiche) la ricerca sul nostro sistema di pianeti si presta benissimo ad essere divulgata in ampie parti, senza eccessiva banalizzazione.

E’ fin troppo evidente (ne parlavamo anche su Mediterranea qualche settimana fa…) come l’avventura di ricerca nello spazio si configuri come l’inevitabile e logico prolungamento di quella che è stata – nei secoli scorsi – la stupenda avventura della scoperta del nostro stesso pianeta.

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Il viaggio di Colombo. La soglia dell’avventura umana  si sposta sempre avanti, ma l’avventura rimane la stessa… 

Un’avventura che vale la pena di fare tutti, di fare – davvero – insieme.

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Notte europea della ricerca

Ormai ci siamo. Manca appena una settimana alla notte europea della ricerca, un evento che può ormai vantare una serie di iniziative dislocate lungo tutta l’ampiezza dell’italico stivale, Il programma difatti è ampiamente variegato e presenta iniziative davvero per tutti i gusti: tali che ogni palato anche appena curioso di assaggiare il sapore della ricerca, possa certamente trovare piena soddisfazione.

La notte europea dei ricercatori  è un progetto finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’associazione Frascati Scienza. Come già accennato, la bella novità di questa edizione è che accanto alle tradizionali sedi di Roma e Frascati si è aggiunto un network di altre località, quali Trieste, Bologna, Milano, Ferrara, Catania, Bari, Cagliari, Pavia,e Pisa. Veramente diventa così anche una notte italiana (per dirla con Ivano Fossati) oltre naturalmente a rispettare e rilanciare la sua connessione con la nostra Europa, certamente virtuosa almeno sotto il profilo della scienza e dell’innovazione.

banner 300x250Come anticipato, il programma è veramente ghiotto. Solo per limitarci – per motivi di prossimità geografica con lo scrivente – ad alcune iniziative che graviteranno nell’area di Roma e Frascati, mi piace segnalare ad esempio “Io dico l’universo” (seminario e visita ai centri di ricerca), chiacchierata affascinante (visto l’argomento) sui grandi temi della fisica moderna, compreso l’elusivo e tanto favoleggiato bosone di Higgs. Ma è solo una tra le tante iniziative che potete trovare nel programma della manifestazione.

L’Osservatorio Astronomico di Roma (come magari sapete, l’ente presso il quale lavoro) è “in campo” il prossimo venerdì con tre intriganti appuntamenti, che mi piace qui ricordare nel dettaglio. Inizio da Giochiamo con la luce in cui si potrà toccare con mano (per così dire…) la natura misteriosa e bizzarra della luce, con esperimenti attraverso i quali proprietà note e meno note dei fotoni (gli amici, insomma, del nostro caro Phòs, di cui i lettori di questo blog già seguono le curiose peripezie) saranno illustrate in modo rigoroso ma divertente. Ci saranno – tempo atmosferico permettendo – anche osservazioni al telescopio MPT, uno strumento particolarmente adatto ad ammirare in ottimo dettaglio gli oggetti planetari e la nostra amata Luna. Se siete da quelle parti, suggerirei inoltre di non mancare l’appuntamento con Un due tre, Stella! (Monologo per una matita, un pianoforte ed un astronomo) in cui, in un delizioso interscambio tra i linguaggi della scienza, dell’arte e della musica, verrà raccontata la meravigliosa storia della nascita di una stella.

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L’osservatorio astronomico di Roma prende parte alla Notte Europea del Ricercatori, con diverse iniziative.

Insomma i motivi per essere interessati non mancano di certo. Una notte insomma che potrebbe valer la pena innanzitutto frequentare e poi… ricordare. Dove le tanto deprecate barriere tra chi fa ricerca e chi comunque la sostiene e la finanzia (in quanto cittadino d’Europa) e ha il diritto di trarne beneficio, si stemperano in una amichevole condivisione. Dove si capisce, sopratutto, che la differenza non è tra chi studia il cielo per mestiere e chi lo fa per passione personale. Ma tra chi guarda il cielo con stupore e chi invece non si stupisce più.

Ecco. La notte europea dei ricercatori ritorna anche per questo, perché per ricominciare a stupirsi non è mai tardi. Perché, davvero, “solo lo stupore conosce”, come diceva Gregorio di Nissa, molti secoli fa. E come ancora pensano molti di noi, adesso.

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Diario di bordo

Scoprire, e riscoprire. Scoprire territori nuovi, muoversi in acque inesplorate. In ogni senso. Capire istantaneamente che c’è di più di quanto sei abituato a vedere, che l’universo osservabile è davvero molto, molto più ampio di quanto ormai pensavi. Di quanto ti eri abituato a pensare, per colpevole pigrizia. Ma è semplice, del resto. Basta solo che ti metti in gioco, che torni a fare il tuo mestiere, in pratica: che torni davvero ad “osservare”.
E l’universo se ne accorge, ti vede. Così ti trovi nei mari della Turchia, con cinque ragazzi ai quali racconti la storia delle stelle e dello spazio, per come le sai. E pian piano ti accorgi di una cosa così strana, così profonda, che supera l’ampiezza possibile di ogni mare, di ogni oceano che puoi fisicamente percorrere. Ti accorgi che in realtà, attraverso diagrammi ed equazioni, stai raccontando la tua storia. Perché, inevitabilmente, non puoi che fare questo, non puoi che raccontare, sempre e comunque, la tua storia.

E le domande che i ragazzi ti rivolgono – tu lo capisci – inevitabilmente, quasi impudicamente, rimbalzano la loro, di storia. Te la svelano davanti agli occhi, sorpassando ogni eventuale reticenza. E le domande in pochi attimi superano il contesto scientifico e affiora il cuore: ma tu lavori, cosa fai, in cosa credi. In pratica, dove riponi la tua consistenza: domanda che fa tremare i polsi e che esige una risposta sincera, davvero da cuore a cuore. Dove rimetti in gioco te stesso.

Allora non è che appena svolgi un ciclo di lezioni in barca, cosa di per sé già molto intrigante. No, è assolutamente di più. È un confronto di storie in cui ti immergi, una collisione virtuosa di diverse umanità. Una riposta deflagrazione cosmica, la cui energia prodotta è un arricchimento comune, quel di più di umanità che ti porti a casa, la più preziosa fra le ricchezze. Del resto, l’unica che vale. Per questo ti dico grazie, Mediterranea. Perché venuto qui per insegnare, ho in realtà imparato tanto. Per certo, molto di più di quanto avrei potuto prevedere.
(Scritto su Mediterranea nel pomeriggio del 4 settembre, Canakkale, Turchia)

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Mediterranea ed astrofisica, un itinerario di scoperte

Sono molto contento di come sono poi andate le cose su Mediterranea. Sono contento del clima che si è creato, sereno e costruttivo, di tanti bei momenti trascorsi insieme ai ragazzi scelti, e all’equipaggio. Così ricca è stata l’esperienza, che per parlarne in un solo post, devo per forza restringermi su un particolare angolo di visione, adottare un criterio specifico (altrimenti supero come niente la lunghezza ragionevole per un post). Qui di seguito scelgo allora di focalizzarmi soprattutto sull’aspetto didattico, su cosa ne ho riportato, da una esperienza così “sperimentale” e così originale.  Qualche altro appunto è nel mio blog personale.

Va subito detto che il lavoro predisposto per essere svolto su Mediterranea, per una precisa scelta, abbracciava un campo molto vasto della ricerca astronomica. Questo con l’intento dichiarato di poter offrire ai ragazzi partecipanti uno spaccato concreto e (per quanto umanamente possibile) completo, dello stato attuale della ricerca, ed insieme anche del modo con il quale si fa ricerca.  A tale scopo, accanto alle lezioni di argomento più squisitamente teorico (una sull’evoluzione stellare ed un’altra sulla cosmologia e i modelli di universo) sono state delineate lezioni più illustrative e con una importante componente tecnologica (la conoscenza del Sistema Solare con il notevole contributo delle relative missioni spaziali, e le motivazioni e le tecniche proprie dell’astronomia condotta al di fuori dall’atmosfera terrestre).

Ultima, ma non certo meno importante, è stata dedicata una intera lezione ad uno specifico grande progetto attualmente in corso, ovvero quello del satellite GAIA dell’Agenzia Spaziale Europea (al quale partecipo da diverso tempo), scelto come preziosa opportunità per entrare nel dettaglio tecnico e scientifico di una moderna importante missione astronomica, con la possibilità per i ragazzi di “assaggiarne” la intrinseca complessità di ideazione e di finalizzazione della medesima.

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Devo ammettere che il lavoro ai ragazzi richiesto per la partecipazione attiva alle lezioni non è stato per nulla trascurabile, poiché si sono spesso protratte per tempi anche superiori alle due ore, senza interruzioni (per giunta, in un ambiente innegabilmente favorevole alla “distrazione” come una barca magari in movimento). Inoltre, per alcune era richiesta un’attenzione anche al contesto fisico ed astronomico che poteva essere in diverse parti piuttosto impegnativa.

Cosa mi aspettavo, preparando le lezioni? Stante la notevole varietà di tematiche, e i momenti di approfondimento, le mie aspettative – in qualità di docente – erano di godere di un certo grado di attenzione e anche di essere oggetto di qualche domanda a fine lezione o durante la stessa. Riguardo a questo, devo esprimere con chiarezza che tali aspettative sono state decisamente superate in positivo, sorpassate dall’atteggiamento e dal comportamento dei ragazzi a bordo, durante le lezioni stesse e anche negli altri momenti di vita in comune. Difatti, non soltanto l’attenzione durante le lezioni è stata sempre elevata, non soltanto si è creato un clima di lavoro costruttivo che ha reso il mio lavoro più semplice e gratificante.

La vera sorpresa è stata, per lo scrivente, che l’intero soggiorno in barca si è trasformato per i ragazzi in una occasione praticamente continua di rapporto con il docente. Rapporto che si è inizialmente dispiegato in una serie di domande (devo dire, molto spesso assai pertinenti) inerenti al materiale didattico esposto nella giornata,  ma che ben presto – con l’aumento della conoscenza reciproca – si è allargato ad una indagine a tutto campo sulla scienza e sull’umanità di chi ad essa presta professionalmente la propria opera. Ho toccato con mano il fatto che i ragazzi sono sì interessati all’astronomia, e questo già rende l’avventura un pieno successo, ma sono altrettanto interessati a capire dal vivo come vive uno scienziato, come interseca il suo mestiere con la vita concreta, con gli affetti, con le sfide della contemporaneità. I ragazzi attenti, in fondo, hanno fame di maestri. Sono consapevoli che per crescere, comunque, è necessario il confronto con persone più grandi.

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Insomma devo confessare che è stata una settimana di scoperte, dove la geografia del cosmo, di cui si ragionava ogni giorno (con dialoghi che spesso si prolungavano anche durante i pranzi e le cene) andava a braccetto con la geografia dei luoghi tracciati da Mediterranea, in un rimando di suggestioni e commistioni difficilmente dimenticabile.

Tutto questo mi porta a dire con tranquillità che il mio obiettivo iniziale è stato raggiunto (merito largamente dei ragazzi, va da sé) ed anzi largamente superato. Parimenti, l’utilità e la peculiarità di iniziative come queste, per i ragazzi interessati e meritevoli, si è a mio avviso dimostrata al di là di ogni possibile dubbio.

Bello anche il filmato che è stato realizzato da MEDIA INAF e che in poco più di tre minuti, mi pare raccolga egregiamente lo spirito e l’entusiasmo che ha segnato questo progetto, fin dalla sua organizzazione.

Se insomma state organizzando una cosa di questo genere, e magari (può sempre succedere…) non avete ancora idea di chi chiamare come docente, fatemi uno squillo: per amore della scienza, cercherò di venirvi incontro….

 

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