Da oggi c’è un nuovo protagonista nello studio dello spazio e si chiama Euclid. Lanciato durante l’ultima torrida estate, con molte e giustificate aspettative. Tanto da aver fatto sorgere, al vostro umile cronista spaziale, qualche timore: l’universo rimarrà un luogo di (poetico) mistero?
Queste prime immagini rilasciate da Euclid fugano ogni mio dubbio residuo. Euclid non ci ruba proprio nulla. Euclid è soltanto un ulteriore porta verso la meraviglia del cosmo, è soltanto un canale che abbiamo aggiunto ai già tanti di cui disponiamo, su cui sintonizzarci per ricevere lo stesso messaggio, impreziosito di nuove evidenze: l’universo contiene meraviglie.
Ma basta parlare, mostriamo invece. Eccone una: l’ammasso di Perseo. Ad Euclid ci sono volute cinque ore di osservazione per vedere quel che voi, ora, potete ammirare a colpo d’occhio. Nell’ammasso – che si trova a circa 250 milioni di anni luce da noi ed è particolarmente brillante in banda X – abitano oltre mille galassie, mentre sono addirittura diecimila le galassie che si potrebbero contare sullo sfondo, a varie distanze fino ad arrivare ai dieci miliardi di anni luce.
Non so voi, a me questa superba abbondanza non mette per nulla a disagio: piuttosto, mi suscita gioioso stupore e quieta meraviglia. Forse anche un pizzico di gratitudine, perché noi ora possiamo gustare tutto questo.
Euclid è rivoluzionario, davvero. Le sue carte vincenti sono la combinazione di un largo campo di vista (due volte la Luna piena), una risoluzione angolare impressionante (grazie anche alla camera da 620 megapixel) e la sua capacità di visione all’infrarosso, in modo da sorpassare agevolmente anche le zone di gas e polvere cosmica, per vedere con grande chiarezza cosa vi si nasconde dietro (e spesso sono cose meravigliose).
A mio avviso, basterebbe la rivoluzionaria bellezza di queste immagini per giustificare l’esistenza di Euclid, tutto il lavoro fatto dall’Agenzia Spaziale Europea per pensarlo, crearlo e mandarlo nello spazio. Basterebbe, in questo mondo straziato dai conflitti e sempre più assetato di trovare nel bello, lo splendore del vero (per dirla con Platone). La bellezza però non è mai improduttiva: in questo caso il lavoro di esplorazione cosmica di Euclid – che si estenderà a più di due miliardi di galassie – porterà dati preziosissimi per addentrarsi sempre di più nell’enigma della materia oscura e dell’energia oscura, che secondo i modelli cosmologici più accreditati, dominano il nostro universo.
La speranza è che spinti da tanta meraviglia, anche noi possiamo rinnovare il nostro universo mentale, superando ogni pernicioso riduzionismo e lasciando finalmente spazio alla vera scienza. Che non ha mai niente di asettico, ma è partecipazione appassionata all’avventura conoscitiva umana.
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