Blog di Marco Castellani

Tag: Magellan

Attività vulcanica su Venere

Per la prima volta, si sono osservati chiari segni di attività vulcanica sul pianeta Venere. La scoperta è stata fatta esaminando pazientemente le immagini radio di archivio acquisite dalla missione Magellano più di trenta anni fa, negli anni Novanta.

Una ricostruzione della zona intorno a Maat Moons, un vulcano “attivo” di Venere
Crediti: NASA/JPL-Caltech

Queste immagini hanno infatti rivelato uno sfiato vulcanico che si modifica nella forma e aumenta significativamente in dimensioni, in meno di un anno.

Quel che mi colpisce in questa scoperta – in un epoca in cui si parla moltissimo di intelligenza artificiale – è che è stata ottenuta tramite un confronto ad occhio di una immensa mole di immagini (più di duecento ore di lavoro).

C’è ancora qualcosa che rimane prerogativa degli umani (e magari, di qualche lontana civiltà extraterrestre, chi lo sa). Federico Faggin, l’inventore del microprocessore, dice che un semplice paramecio ha più intelligenza creativa di tutta l’intelligenza artificiale che possiamo mettere in campo. E forse è quel mix unico di capacità di osservazione ed impulso creativo, a fare la differenza, tra uomo e macchina.

Sia ora, che nei millenni a venire.

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I mille colori di Venere…

E’ bella come un quadro, si potrebbe dire! Questa immagine di un emisfero di Venere è centrata sul polo nord del pianeta, ed è stata realizzata utilizzando più di dieci anni di osservazioni radar, culminate negli anni 1990-1994 nella missione Magellano.

La instancabile sonda ha infatti acquisito immagini per più del 98% del pianeta. E’ proprio un mosaico di immagini di Magellano (la maggior parte delle quali ha una illuminazione dalla parte ovest) a formare la struttura di base del “dipinto” qui presentato. Alcune parti mancanti ai dati della sonda Magellano sono stati riempite con immagini ottenute con il radiotelescopio di Arecibo, in una regione  centrata grosso modo sugli zero gradi di latitudine e longitudine, e altrove utilizzando toni grigi.

I mille colori di questa immagine di Venere riflettono le differenze nelle caratteristiche del suolo e nell’altitutidine (Crediti: NASA/JPL/USGS)

L’immagine così composta è naturalmente a falsi colori, lavorata in modo da enfatizzare i dettagli e le caratteristiche più minute. Inoltre è stata codificata con colori appropriati per visualizzare l’elevazione. Alcuni dati mancanti riguardo le altitudini sono stati riempiti con valori ottenuti dalle sonde Venera russe, nonché dalle missioni Pioneer.

Nel complesso, un ottimo esempio di fruttuosa cooperazione nell’ottenere uno splendido (e pittorico) risultato! 🙂

NASA Press Release

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