Blog di Marco Castellani

Tag: Nebulosa del Granchio

Lavoro di accordatura

Vero, è stato detto molte volte, qui. Però a me piace provare a ricordarlo spesso, tentare di ritornarci ogni volta che posso. Perché me lo scordo. E se me lo scordo è come se mi catapultassi indietro, dentro il modello di universo statico. Cioè, guardo fuori e niente, non si muove nulla. Se non faccio esperienza – almeno indiretta, tramite la scienza – che in questo momento il Sole viaggia a più di 220 chilometri al secondo. Che i quasar lontani sono immensamente più lontani di ieri.

L’universo si muove, eccome. Ma già pensarlo mi apre la mente. Lei poi subito si richiude, e devo ripensarlo, ancora ed ancora

Meno male che ci sono tante evidenze, che mi confortano.

La Nebulosa del Granchio è il primo oggetto del catalogo di Messier, il catalogo della cose che non sono comete. Viene appunto chiamata M1. Fatta da resti di una supernova esplosa nel 1054. Larga dieci anni luce, adesso. E si espande. A più di 1000 chilometri al secondo.

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Un granchio per Hubble

A circa settemila anni luce da noi, c’è la bellissima Nebulosa del Granchio Meridionale (da non confondere con la ben più famosa Nebulosa del Granchio, di cui diverse volte ci siamo occupati).

Crediti immagine:NASAESASTScI

A rendere conto della peculiare forma “a clessidra” ci pensa il sistema stellare al centro di tutta la faccenda: si tratta di una stella in fase di nana bianca, molto piccola e compatta, e una compagna in fase di gigante rossa, molto più grande ma assai meno densa, che per attrazione gravitazionale riversa sulla prima stella parte del materiale che compone i suoi strati più esterni.

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