Blog di Marco Castellani

Mese: Ottobre 2003 Page 2 of 3

Completata la “messa a fuoco” dello Space Infrared Telescope

E’ stata completata con successo la complessa procedura di “messa a fuoco” dello “Space Infrared Telescope Facility” (SIRTF) della NASA. Questo viene considerato un passo fondamentale che rendera’ possibile osservare il cosmo in banda infrarossa in grande dettaglio…

… Tale traguardo e’ stato raggiunto dopo una serie di delicati aggiustamenti effettuati allo specchio secondario del telescopio.
SIRTF e’ stato lanciato il 25 agosto, e da allora ha condotto le varie operazioni di controllo e messa a punto, come previsto. Oltre alla messa a fuoco, il telescopio e’ stato lentamente raffreddato portandolo ad una temperatura di circa 5 gradi Kelvin (-281 gradi Celsius) . Tale bassa temperatura permettera’ di rilevare la radiazione infrarossa proveniente dai corpi celesti, senza rilevare segnale spurio prodotto dal telescopio stesso.


Credit: NASA/JPL-Caltech

“La comunita’ scientifica ha ora a disposizione un formidabile osservatorio con il quale investigare l’universo”, ha detto il Dr. Michael Werner, “project scientist” per la missione ai Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena (California) ,
“Non vediamo l’ora di completare la fase di messa a punto e poter cominciare il programma scientifico.”

Link:

JPL News

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La Cina e’ il terzo paese a mandare un uomo nello spazio

E’ partito per un volo di un giorno intorno alla terra l’astronauta cinese Yang Liwei…

…Notizie su questo debutto della Cina nei voli spaziali sono reperibili su Reuters
oppure (in inglese) su
Space FlightNow. Per chi ha sete di altre notizie, un amplissima copertura della storia e’ fornita da Google news cliccando a questo indirizzo


Credits: ESA website


“Le nostre piu’ vive congratulazione alla Repubblica Popolare Cinese per questo straordinario
risultato” ha detto il Direttore Generale dell’ESA
Jean-Jacques Dordain subito dopo il lancio avvenuto con successo del vettore Shenzou (potete leggere il
comunicato ESA
)

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Nuove immagini Chadra della nebulosa NGC6888

Le stelle massive hanno una vita assai piu’ “spettacolare” (e corta) delle stelle di piccola massa…

L’immagine che riporto qui sotto e’ una composizione di immagini acquisite in banda X (colori blu) ed ottica (colori rossi e verdi),e rivela finissimi dettagli della nebulosa NGC6888 (“Crescent Nebula”, in inglese), costituita da un anello gassoso creato dai fortissimi venti originatisi dalla stella massiccia HD 192163: entrata nella fase di gigante rossa, ha espulso parte degli strati superficiali. Il materiale gassoso espulso e’ andato a formare un “guscio” che e’ chiaramente visibile nell’immagine fornita da Chadra…



Credit: X-ray: NASA/UIUC/Y. Chu & R. Gruendl et al. Optical: SDSU/MLO/Y. Chu et al.

Link:Chandra

press release

Una suggestiva

Immagine della nebulosa
dal sito di Astronomical Picture of the Day

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Il Keck usa le ottiche adattive per la prima volta

Un importante passo avanti nella tecnologia astronomica ha appena avuto luogo, quando gli scienziati del W.M. Keck Observatory hanno usato, per la prima volta, un laser per creare una “stella artificiale” al telescopio da 10 metri al fine di correggere per gli effetti dell’atmosfera tramite l’impiego di ottiche adattive.

Le “stelle artificiali” formate con l’impiego di un raggio laser, sono gia’ state usate su telescopi piu’ piccoli, ma questa e’ la prima volta che tale tecnologia viene impiegata con successo sulla generazione attuale dei telescopi piu’ grandi in assoluto.

La tecnologia delle ottiche “adattive” consente agli specchi del telescopio di effettuare dei piccoli aggiustamenti di forma quasi “in tempo reale” per correggere gli effetti della turbolenza degli strati atmosferici (responsabili della dispersione della radiazione luminosa della stella in un’area piu’ estesa del rivelatore). Tale tecnica, per motivi di calibrazione del sistema, ha bisogno di una stella guida artificiale, ottenuta normalmente con l’impiego di un laser.


L’immagine di “prima luce” del Keck con l’ottica adattiva.
La nebulosa a forma lenticolare in alto a sinistra e’ in realta’ un disco di gas e polveri intorno alla giovane stella HK Tau B.
Image Credit: W.M. Keck Observatory

Queste sono solo le prime prove per il Keck, ma l’entusiasmo dello staff e’ rilevante, e si prevede, una volta che il sistema sara’ sufficientemente collaudato, un deciso miglioramento delle prestazioni del telescopio, come pure, in generale, si ritiene che tale tecnica venga applicata man mano alla maggior parte degli altri grandi telescopi con base a terra.

Link:


Keck Observatory Press Release

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Nelle rocce i segreti della vita sulla Terra… e su Marte, chissa’!

Un nuovo progetto inglese potrebbe aiutare a rintracciare evidenze di vita su Marte, come pure a comprendere meglio come si e’ sviluppata la vita sul nostro pianeta…

…L’idea e’ quella di sviluppare una etcnica che permetta di identificare le molecole “biologiche” rimaste intrappolate nelle rocce per milioni – od anche miliardi – di anni. Il progetto di lavoro si articola in tre anni e sara’ portato avanti da geologi e bioingegneri dell’Universita’ di Aberdeen e dell’Universita’ di Glasgow…

Link:

University of Glasgow, press release

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Nobel per la fisica ad Abrikosov, Ginzburg, Leggett

I vincitori del premio Nobel per la fisica sono Alexei A. Abrikosov, americano di origine russa, Vitaly Ginzburg, russo, e Anthony Legget, americano di origine britannica, preimati per i loro contributi alla ”teoria dei superconduttori e dei superfluidi”.

E’ interessante notare come due di loro, ABRIKOSOV e GINZBURG, annoverino anche l’astrofisica tra i loro filoni di di ricerca… potete leggere i particolari su Avvenire on line oppure su Yahoo! Notizie. Per chi mastica l’inglese, si puo’ consultare anche la notizia sull’international Herald Tribune (oltre a molte altre fonti, basta fare una ricerca con Google News ad esempio…)

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ESA apre la caccia alle lune extrasolari

Avviata ormai la caccia ai pianeti extrasolari, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta progettando di aprire anche la caccia alle lune extrasolari…!

ESA sta progettando una missione che sara’ in reado di individare “lune” di pianeti al di fuori del sistema solare, ovvero in orbita intorno ad altre stelle.

Una “luna” e’ un corpo naturale che orbita attorno ad un pianeta. Le lune sono un sottoprodotto della formazione dei pianeti stessi e possono variare in grandezza da corpi grandi come semplici asteroidi (di pochi chilometri di diametro) a corpi estesi diverse migliaia di chilometri, anche piu’ grandi di veri “pianeti” come Mercurio e Plutone.



Credits: ESA 2001. Illustration by Medialab.


ESA ha in progetto di lanciare il suo “scopritore di pianeti”, la sonda Eddington, nel 2008. Sara’ capace di individuare la “caduta” della radiazione luminosa prodotta dal passaggio di un pianeta davanti alla sua stella, e la cosa importante e’ che la sua sensibilita’ lo rendera’ abile a scoprire corpi anche piu’ piccoli di Marte… di conseguenza (si spera!) anche diverse “lune”: corpi della grandezza – ad esempio – di Titano, ed anche le quattro piu’ grandi lune di Giove, non dovrebbero infatti poter sfuggire alla sonda…

Link:
ESA press release

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Ancora nuove verifiche per la relativita’ generale!

Un esperimento con ioni di litio fornisce una nuova conferma alla teoria di Einstein…

Si susseguono le conferme alla teoria della relativita’ di Einstein: dopo quella ottenuta tramite il satellite Cassini,

riportata anche sul nostro sito
, un’altra conferma arriva ora specificatamente per il concetto – centrale nella teoria – della dilatazione temporale: tale concetto spiega come mai la misura di un periodo di tempo quando osservata con due orologi identici, di cui pero’ uno in modo rispetto all’altro, comporta valori differenti (in pratica e’ un effetto misurabile sono a velocita’ prossime a quelle delle luce).

L’esperimento appena condotto, al Max-Planck-Institut di Fisica Nucleare a Heidelberg, in Germania, ha utilizzato come “orologi” super-precisi, gli ioni di litio… dal tempo di transizione di questi ioni (portati ad uno stato eccitato per mezzo di un laser) e dal confronto con analoghi ioni “stazionari”, i ricercatori sono riusciti a misurare la dilatazione temporale… con una precisione di quattro volte superiore rispetto agli esperimenti precedenti!

Link:
Le Scienze online

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