..Sì tu si. E guardo il tuo volto mentre cammino. Guardo il tuo volto se sono cosciente, più presente a me stesso. E sei la terra, la solidità.
E il mio pensiero, il pensiero che sì tante volte fluttua – sedotto da fatue brillanze (e quanto mi pesa la fragilità dell’attenzione mia, subito distolta: ma dove son io allora, davvero ?) – ma poi si appoggia a te. Se vuol procedere, far crescere il cuore. Ampliarlo, nel tempo.
Sei la roccia, il terreno sul quale cammino. Negli anni. E forse, a volte, lo sono io, per te.
Un sentiero, nel paesaggio. O meglio, due sentieri, che corrono vicini. Se ti giri, mia cara, non vedi forse anche tu, la strada già fatta? Già non è più così breve, lo sai.
Indietro, e avanti fin dove l’occhio ancora non arriva, i percorsi – forse un’illusione dello sguardo, ma forse no – si fondono, nell’abbraccio degli spazi senza confini…