Blog di Marco Castellani

Mese: Gennaio 2010

terremoto haiti

Mi permetto di riprendere la quasi totalità di un recente post di un blog, La capanna sotto il tavolo, che ho appena iniziato a seguire. Per chi ha un cuore e una ragione che si fa tante domande – soprattutto in momenti come questi  – forse non c’è la necessità di altre parole.

Davanti a tanta sofferenza, io per primo sono tentato di girare lo sguardo. Eppure non è una opzione soddisfacente, lo so, lo sento: vorrebbe dire (anche) perdere qualcosa della propria umanità. E’ proprio vero, il mondo mi riguarda.

La capanna sotto il tavolo: terremoto haiti

…Haiti è lontana ma esiste, alcuni amici sono al lavoro e sanno più di me, per chi volesse notizie, per chi potesse, per chi ha un cuore e una ragione che si fa tante domande ecco un link qui
il mondo mi riguarda.
Ciao ciao

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La Via Lattea e le Nubi di Magellano…

UT 3, 4 & The Milky Way , inserito originariamente da josefrancisco.salgado.

Me l’ha appena mostrato una collega, ed è davvero interessante: cosa si può ottenere combinando ben 1159 esposizioni da 30 secondi ognuna, a coprire un intervallo di tempo di più di dieci ore.

Le immagini sono state prese al Very Large Telescope (ESO, Paranal Observatory, Atacama Desert, Cile) nell’agosto del 2009. Da notare – nel cielo “in perenne movimento” sopra le nostre teste – le galassie irregolari della Piccola e della Grande Nube di Magellano.

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Papà alto spilungone…

   Certo non è di tutti i comuni mortali, avere la soddisfazione di essere oggetto di una poesia. Non parliamo poi di quando la descrizione che vien fatta sembra – almeno per talune parti – rispondente abbastanza alla realtà (citerò soltanto i piedi molleggiati, leggendo capirete…)

   Pertanto venuto a conoscenza di questo mio indiscusso privilegio, no.. non me la sono proprio sentita di lasciarlo passare sotto silenzio, proprio no! Ecco dunque, senza ulteriori preamboli, la poesia a me dedicata, presa dal quaderno di Simone…

Papà alto spilungone,
ti vesti di verde o di marrone,
cammini sui piedi molleggiato,
e sei spesso per questo sbeffeggiato,
con noi sei invece buono e assai paziente
anche se spesso non meritiamo niente.
Ti vuole tanto bene quel figlio un pò puzzone
di nome Simone.

Che dite? Io “sospetto” anche lo zampino della mamma, in ogni caso…
Comunque, in ossequio al detto per il quale una immagine val più di mille parole (visto che sono riuscito a mettere le mani sul prezioso originale) ecco qui la poesia corredata da una spassosissima illustrazione (per la cronaca, sono io con la borsa della palestra…)

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WISE apre gli occhi sulle stelle in Carina

La sonda Wide Infrared Survey Explorer della NASA ha catturato la prima immagine di un meraviglioso cielo stellato, che sarà poi quello che dovrà essere accuratamenta analizzato nella banda infrarossa.

Lanciata il 14 dicembre, la sonda WISE (come si chiama in breve) ha l’ambizioso progetto di scansionare l’intera volta celeste cercando milioni di oggetti “nascosti”, compresi asteroidi, stelle “mancate”, e potenti ma lontane galassie. In pratica, i dati raccolti da WISE serviranno come “mappe di navigazione” per altre missioni, come i telescopi con base nello spazio Hubble e Spitzer: il lavoro di WISE permetterà loro di effettuare puntamenti precisi verso gli oggetti più interessanti per i rispettive strumenti.

La suggestiva regione sulla quale ha aperto gli occhi WISE… “E’ pieno di stelle…!” si potrebbe dire citando un celebre film..
Image credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA
L’immagine WISE in infrarosso che è stata appena resa pubblica,  è stata acquisita poco tempo dopo aver rimosso  la copertura protettiva del telescopio stesso, esponendo così i rivelatori per la prima volta alla luce stellare. La foto mostra circa 3000 stelle nella costellazione di Carina, in una regione di cielo grande circa tre volte l’estensione della luna piena.

Tale regione è stata appositamente selezionata perché non contiene stelle particolarmente brillanti, che potrebbero danneggiare lo strumento se osservate troppo a lungo: l’utilità principale di tale immagine sarà infatti quella di effettuare una accurata calibrazione del motore di puntamento della sonda. Quando alfine comincerà il lavoro “ordinario” di WISE, terminati i controlli preliminari, la sonda scansionerà continuamente il cielo, raccogliendo milioni di immagini dell’intera volta celeste.

La prima “survey” sarà completata in circa sei mesi (data stimata: aprile 2011). mentre l’atlante e il catalogo “definitivo” dovrebbero essere pronti undici mesi più tardi, verso marzo del 2012. In ogni modo, già dal prossimo mese dovrebbero essere rese pubbliche delle immagini selezionate tra quelle più significative acquisite dalla sonda. La cosa si preannuncia davvero interessante: a noi per ora non resta che augurare buon lavoro a WISE…!

NASA/JPL Press Release

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Padova, 7 gennaio 1610: Galileo scopre nuovi mondi

Erano all’incirca le sei di sera di domenica 7 gennaio quando dalla sua casa padovana di Via de’ Vignali Galileo puntò per la prima volta il telescopio verso Giove…

Una data e un’ora precisa che, contrariamente alle pur importanti osservazioni lunari condotte in precedenza, sono leggibili nella configurazione di quanto osservato e dichiarate dallo stesso Galileo. Ed è forse da questo che si origina, al di là della straordinaria importanza della scoperta che ne seguì, la magia esercitata da un evento che può senz’altro essere considerato uno dei punti chiave
della rivoluzione scientifica seguita all’invenzione del telescopio.

<…>
Nella tarda serata del 7 gennaio Galileo intinse la penna nel calamaio, riprendendo in mano l’abbozzo di una lunga lettera steso qualche giorno prima. Alla descrizione delle osservazioni lunari delle ultime settimane, effettuate con un “occhiale il quale me la rappresenta di diametro venti volte maggiore di quello che apparisce con l’occhio naturale” decise di aggiungere qualche riga anche sull’apparenza telescopica delle stelle fisse, e sull’esistenza di molte altre invisibili a occhio nudo. Gli antichi a dire il vero ne avevano già disquisito, ed era ben nota la tesi di Democrito che la Via Lattea fosse composta da un formicolio di minutissime stelle; per quanto importante e “meravigliosa” l’osservazione non aveva una straordinaria valenza filosofica, tuttavia proprio quella sera, puntando per la prima volta un buon telescopio su Giove, gli era sembrato di notare alcune curiosità degne di nota:

Et oltre all’osservationi della Luna, ho nell’altre stelle osservato questo. Prima, che molte stelle fisse si veggono con l’occhiale, che senza non si discernono; et pur questa sera ho veduto Giove accompagnato da 3 stelle fisse, totalmente invisibili per la lor picciolezza, et era la lor configurazione in questa forma né occupava non più d’un grado in circa per longitudine. I pianeti si veggono rotondissimi, in guisa di piccole lune piene, et di una rotondità terminata et senza irradiatione; ma le stelle fisse non appariscono così, anzi si veggono folgoranti et tremanti assai più con l’occhiale che senza, et irradiate in modo che non si scuopre qual figura posseghino.

Nell’immagine in alto il disegno della prima osservazione di Galileo, realizzato la sera del 7 gennaio verso le 18:00, messo a confronto con il reale aspetto della configurazione Giove-satelliti, calcolata per la stessa data. Come si può notare, Galileo vide solo tre delle quattro lune per il fatto che in quel momento due di esse (che oggi sappiamo essere Io ed Europa) si trovavano in una congiunzione così stretta (8” di distanza) da essere percepite come un unico punto luminoso a causa del limitato potere risolutivo del suo strumento.

di Ivano Dal Prete – Fonte: Coelum n.135 – Gennaio 2010
Ripubblicato (con adattamenti) per gentile concessione dal sito Coelum.org
 

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Tre candidati per le future missioni spaziali della NASA

 

di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università degli Studi di Padova – Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Osservatorio Astronomico di Padova

 newfrontiers_Tre candidati

Da sinistra a destra: Luna, Venere e un asteroide rappresentati non in scala. Sono i tre corpi del nostro Sistema Solare candidati per le future missioni spaziali della NASA. Crediti: NASA.

 

La NASA ha reso pubblica la notizia della selezione di tre possibili candidati del Sistema Solare per le future missioni spaziali: Venere, un asteroide e la Luna.
Il progetto finale, programmato per la metà 2011, potrà fornire una migliore conoscenza della formazione della Terra e forse dell’origine della vita sul nostro pianeta.
Le missioni proposte potrebbero sondare l’atmosfera e la crosta di Venere; recuperare e portare a terra un frammento di un asteroide fra i cosiddetti “Near-Earth Asteroids“, ossia asteroidi che hanno orbite vicine a quella della Terra, oppure deporre un lander su un bacino del polo sud lunare per recuperare frammenti di roccia e poterli successivamente studiare, in un laboratorio terrestre.

La NASA, l’Ente spaziale americano, selezionerà una di queste proposte durante il 2010 e la missione vincente dovrà essere pronta per il lancio non più tardi del 30 dicembre 2018. Il costo della missione, escluso il veicolo di lancio, dovrà essere limitato a 560 milioni di dollari.

Vi sono progetti che ispirano ed emozionano i giovani scienziati, ingegneri e il pubblico stesso” ha affermato Ed Weiler, l’Amministratore Associato del Science Mission Directorate presso il centro della NASA a Washington. “Queste tre proposte, selezionate quest’anno dalla NASA fra le otto iniziali, sono di alto valore scientifico“.

Ciascun gruppo di ricerca che si dedicherà a questi progetti, riceverà approssimativamente 3.3 milioni di dollari nel 2010 per portare a termine, entro 12 mesi, uno studio dettagliato che dovrà tenere conto, fra i molti aspetti, dei costi previsti, dei piani tecnici e di mantenimento del progetto. Allo studio dovranno essere inclusi infine, anche piani per la divulgazione e la comunicazione verso il pubblico.

Le proposte selezionate sono:

– la missione “Surface and Atmosphere Geochemical Explorer” (SAGE) verso Venere, che dovrebbe portare una sonda a penetrare l’atmosfera del pianeta. Durante la discesa, gli strumenti di bordo dovranno compiere misure complete sulla composizione dell’atmosfera e ricavare dati meteorologici. La sonda, successivamente, si poserà sulla superficie di Venere, dove lo strumento di bordo verrà sistemato in un’area incontaminata della superficie per misurare la sua composizione e mineralogia, oltre ad analizzare la composizione dell’atmosfera. Gli scienziati sperano, in questo modo, di riuscire a capire l’origine di Venere e il motivo della sua grande differenza con la Terra.
Larry Esposito dell’Università del Colorado, a Boulder, è il responsabile della missione, o il “principal investigator“. La missione viene amministrata da parte del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California.

– La sonda spaziale “Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer” (Osiris-Rex) dovrebbe avere un rendezvous con un asteroide mai visitato prima ed entrare in orbita attorno ad esso. Dopo misurazioni molto accurate, gli strumenti dovrebbero raccogliere del materiale e riportarlo sulla Terra. I campioni recuperati permetteranno agli scienziati di comprendere meglio com’è avvenuta la formazione del Sistema Solare, l’origine delle molecole complesse necessarie alla vita.
Michael Drake, dell’Università dell’Arizona di Tucson, è il “principal investigator“. La missione viene controllata dal Goddard Space Flight Center della NASA con sede a Greenbelt, Md.

La terza missione, denominata “Lunar South Pole-Aitken Basin Sample Return” dovrebbe portare una sonda su un vasto bacino in prossimità del polo sud lunare e riportare a Terra del materiale roccioso per essere analizzato. Questa regione del nostro satellite si suppone sia ricca di rocce del mantello lunare riportate in superficie. I campioni forniranno nuove intuizioni sulla primitiva storia del sistema Terra-Luna.
Bradley Jolliff dell’Università di Washington, a St. Louis, è il “principal investigator” la cui missione è controllata dal JPL della NASA.

Le proposte sono state sottomesse alla NASA il 31 luglio 2009. La selezione finale porterà alla terza missione “Nuove frontiere” della NASA in programma. Infatti la prima, “New Horizons”,  lanciata nel 2006, avrà il suo primo fly by con il sistema Plutone-Caronte nel 2014, successivamente il suo target sarà un nuovo oggetto di studio della fascia di Kuiper. La seconda missione, chiamata “Juno“, è programmata per orbitare intorno a Giove da un polo all’altro, per la prima volta nella storia delle missioni spaziali, conducendo uno studio approfondito dell’atmosfera e dell’interno del pianeta gigante del nostro Sistema Solare. Il lancio è stato programmato per l’agosto 2011.

Per ulteriori informazioni su il programma “Nuove Frontiere” della NASA si visiti il sito: http://newfrontiers.nasa.gov .

Sabrina Masiero

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La danza delle lune di Saturno

 di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università degli Studi di Padova – Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Osservatorio Astronomico di Padova 

cassini_Danza cosmica
Uno spettacolare video realizzato utilizzando 61 immagini riprese dalla navicella spaziale Cassini, che è stato definito da un gruppo di ricercatori della NASA come  lo “Schiaccianoci” cosmico.  Crediti: Immani della NASA, JPL e dello Space Science Institute.

E’ “Lo Schiaccianoci” (“The Nutcracker“) che si balla nel cosmo. Le lune di Saturno hanno composto un balletto celeste davanti agli occhi della navicella spaziale Cassini della NASA. Quattro satelliti sullo sfondo degli anelli maestosi del pianeta volteggiano creando movimenti mai visti prima. Il nuovo video è disponibile su: http://www.nasa.gov/cassinihttp://saturn.jpl.nasa.gov  e su http://ciclops.org .

Per celebrare le festività, il gruppo di ricercatori che studiano le immagini della sonda hanno realizzato una collezione di “mutual events” che si presentano quando Cassini osserva il passaggio di un satellite davanti ad un altro. Gli studiosi hanno utilizzando le osservazioni di questi eventi per rifinire meglio le conoscenze attuali sulla dinamica delle lune di Saturno. Le immagini digitali processate, ottenute tra il 27 agosto 2009 e l’8 novembre 2009, hanno consentito di confezionare qualcosa di nuovo dalle osservazioni di routine: delle danze cosmiche senza dubbio uniche.

In una scena, che sintetizza 12 immagini riprese nell’arco di 19 minuti, Rea pattina davanti a Giano, mentre Mima e Pandora scivolano via attraverso lo schermo in direzione opposta. La danza sembra libera sullo schermo, ma Rea orbita in realtà attorno a Saturno ad una velocità di circa 8 chilometri al secondo. Le altre lune si muovono più velocemente intorno al pianeta. Mimas ha una velocità media di 14 chilometri al secondo, mentre Giano e Pandora di circa 16 chilometri al secondo.

Questi spettacolari movimenti di mondi lontani nel nostro Sistema Solare ci fanno ricordare quanto fortunati siamo a partecipare in queste magnifiche spedizioni esplorative” afferma Carolyn Porco, capo gruppo del “Cassini Imaging” presso lo Space Science Institute di Boulder, Colo.

Per ulteriori informazioni, si visiti il sito della NASA alla pagina: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2009-204

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