Blog di Marco Castellani

Il Regno Unito a caccia di segni di vita su Marte

L’agenzia spaziale del Regno Unito ha appena annunciato che sono stati assegnati più di dieci milioni di sterline per lo sviluppo di strumenti in grado di cercare segni di vita (presente o passata) su Marte. Gli strumenti sono parte del carico scientifico del prossimo rover ExoMars, che dovrebbe essere lanciato nel 2018 nel quadro di un progetto che coinvolge sia l’ESA, l’ente spaziale europeo, che la NASA. ExoMars rappresenta un progetto di importanza chiave per la UK Space Agency.

Il progetto si articola in due tempi: i giochi si dovrebbero aprire nel 2016, quando la NASA lancerà una sonda (guidata da ESA), con l’obiettivo di capire l’origine e la distribuzione di alcuni gas nell’atmosfera del pianeta rosso. In particolare, si punta a capire perché il gas metano – che secondo le stime degli scienziati dovrebbe distruggersi entro pochi centinia di anni nell’atmosfera del pianeta – appaia invece formarsi tuttora, in certe regioni del pianeta.

La sonda ExoMars (Credits: ESA)

La sonda dovrà poi rilasciare una seconda piccola sonda sperimentale, destinata ad atterrare sulla superficie di Marte: la faccenda è di un certo interesse, perché sarà la dimostrazione di come l’Europa sia capace di effettuare un atterraggio controllato su un altro pianeta.

Dopodichè, nel 2018, la NASA farà atterrare il rover ExoMars di ESA, insieme con un altro rover della stessa NASA. E’ proprio ExoMars il rover destinato a beneficiare dei fondi appena stanziati: è uno “scienziato robotizzato” in grado di cercare evidenze di vita passata o presente su Marte, nonchè di studiare le condizioni locali, al fine di poter capire dove si possano rintracciare gli ambienti più ospitali per eventuali forme di vita. ExoMars avrà con se un radar in grado di ispezionare il suolo al di sotto del rover, nonché di un’altro strumento in grado di scavare fino a 2 metri (!) sotto la superficie per estrarre materiale che poi verrà analizzato nel laboratorio a bordo dello stesso rover..

Nel complesso, un programma ambizioso, ma di sicuro impatto: e  una mossa coraggiosa e lungimirante, il finanziamento del rover. Oggi più che mai è necessario che la scienza europea non rinunci alla sua parte, anche di protagonista, nell’esplorazione spaziale… e quella italiana non ceda alla tentazione di “tirarsi fuori” (come purtroppo a volte appare da diverse constatazioni recenti) ma investa con coraggio e convinzione nei progetti europei!

L’articolo originale di UK Space Agency

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12 Comments

  1. mcastel

    A proposito di letteratura e scienza (un tema davvero bellissimo!), non so se qualcuno di voi ha letto le Cosmicomiche di Calvino? Molto interessanti, si capiva quanto il nostro grande autore fosse affascinato dalla ricerca astronomica….!

  2. sabrinamasiero

    Ciao Giuseppe, ho letto anche quello di Machiavelli, ma non mi è piaciuto molto. Mi riferivo, proprio come Massimo ha scritto dopo, al Piccolo Principe, un libro per piccoli ma anche per grandi… E' stato tradotto in tutto il mondo ed io l'ho conosciuto una decina di anni fa…

  3. grazie del chiarimento… e sembra essere un bel racconto

  4. massimo7970

    Ciao Giuseppe, mi sa che Sabrina si riferiva al “Piccolo Principe”, un racconto per ragazzi. Non lo conoscevo ancora, ma ora credo che dovrò leggerlo a mia figlia, visto che deve trattarsi di un bel racconto poetico…

  5. mcastel

    Certo coltivare carote in Antartide sarebbe davvero duro… peggio che cercare vita su Marte!! Comunque la fantasia dei piccoli è sempre meravigliosa!! 😉

  6. uhm… come “il principe” ho trovato solo quello di Machiavelli… leggevi roba impegnata da piccola oppure ho sbagliato libro? 🙂

  7. sabrinamasiero

    Il termine “carota”, da cui carotaggio, è un'espressione divertente per indicare le perforazioni… Quando per la prima volta mi accorsi che in Artide e Antartide venivano fatte le carote rimasi senza parole… 🙂 La mia fantasia infantile, comunque, l'ho scoperta prima, leggendo “Il Principe”… E qui, Walle, mi piaceva comunque 😉
    Alla mia etò, direte voi. He, già…

  8. mcastel

    Più che giusto Andrea,
    in effetti avevo impropriamente tradotto “and a drill to extract samples from 2 m down that will be fed to its on-board laboratory.” … grazie per la precisazione!

  9. Ma state scherzando entrambi, vero? Sul discorso della fossa… son 2 metri di carotaggio!
    “nonché di UN ALTRO STRUMENTO in grado di scavare fino a 2 metri (!) sotto la superficie per estrarre materiale”
    è lo strumento e non il lander a scavare… Perdonate la precisazione ma qualche bambino potrebbe pensare veramente ad un Wall-E dotato di paletta e secchiello che apre un cantiere su Marte.

  10. sabrinamasiero

    🙂 Infatti, se ci ruzzolasse dentro, miseramente… Poverello, chi lo tirerebbe più su? Mi fa tanta tenerezza pensare alle sondine su Marte, forse perchè mi ricordo di Walle 🙂 e le associo a quei robot fantastici che ci hanno permesso di conoscere un pianeta che fino a una quarantina di anni fa era solo meta della fantasia.

  11. mcastel

    ehehe a questo non ci avevo pensato.. non vorrei proprio che, dopo tutta questa fatica e questi soldi spesi… si mettesse “nel sacco” da solo, sarebbe troppo assurdo !! 😉

  12. sabrinamasiero

    E' sicuramente un programma ambizioso, Marco. Vuoi vedere che la vita su Marte viene proprio scoperta da una sonda europea? Due metri di profondità non sono pochi… Ma il robotino riuscirà a uscire dalla fossa? 😉
    Sabrina

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