Blog di Marco Castellani

Nascono tutte allo stesso modo…

Un team internazionale di scienziati è riuscito ad ottenere la prima immagine infrarossa di un disco compatto che circonda da vicino una stella giovane di grande massa. Questa scoperta fornisce la prima decisa evidenza di come le stelle massive si formino esattamente allo stesso modo delle loro compagne più piccoline, mettendo così fine ad un dibattito scientifico che durava da diverso tempo. La scoperta è stata resa possibile da uno utilizzo combinato di diversi telescopi (il Very Large Telescope, il telescopio APEX e il New Tecnology Telescope), ed è descritta nel numero di questa settimana della prestigiosa rivista Nature.


Una rappresentazione artistica di un disco di polvere che circonda una stella giovane di grande massa (Crediti: ESO/L. Calçada)

Per la precisione, il team di astronomi ha rivolto la sua attenzione ad uno specifico oggetto, il cui nome “criptico” è IRAS 13481-6124. Grande circa venti volte il nostro Sole e con un raggio cinque volte maggiore, la giovanissima stella è ancora circondata da un disco di gas e polveri, ed è posizionata nella costellazione del Centauro, a circa 10.000 anni luce dalla Terra. I dischi di gas e polveri attorno alle stelle giovani sono di importanza fondamentale, poiché costituiscono la naturale riserva di materiale dalla quale si possono formare i pianeti.

La scoperta è decisiva (tra l’altro ho avuto occasione di sentirne parlare anche al GR3 ieri mattina, raro caso in cui l’astronomia trova spazio nello stringato notiziario di 15′) in quanto costituisce la prima evidenza di come i dischi si formino anche per stelle di grande massa, e non soltanto per le stelle più piccole.  Già sapevamo come i dischi circumstellare fossero un ingradiente essenziale nella formazione di stelle di massa relativamente piccola, come il nostro Sole. Al contrario, non era affatto chiaro se tali dischi potessero giocare un ruolo anche per le stelle di massa maggiore di circa dieci volte il Sole, dove i forti venti stellari potrebbero disturbare tale configurazione (infatti è stato anche proposto come scenario di formazione di stelle grandi, la “fusione” di stelle più piccole, senza bisogno di un disco). Ora è accertato, stelle grandi e piccole si formano allo stesso modo!

Il sistema in oggetto ha circa 60.000 anni (giovanissimo, per gli standard stellari!!) e il suo disco sembra proprio abbia raggiunto la massa finale. Da qui in poi sarà dunque destinato ad “evaporare”, con la possibilità di formare un sistema planetario. Il disco si estende per circa 130 volte la distanza Terra-Sole, e possiede una massa dell’ordine di quello della stessa stella, ovvero circa venti volte il Sole.

Max Plank Institute Press Release

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3 Comments

  1. sabrinamasiero

    Marco, chiediamo al nostro gatto di fare i miracoli 😉 Con quegli occhioni vede sicuramente anche l'evoluzione stellare, non solo Facebook 😉

  2. mcastel

    Grazie Sabrina, sono contento che l'articolo ti piaccia! D'altra parte, data la mia formazione, scrivere di stelle è sempre un pò come “giocare in casa”, per me 🙂
    Purtroppo una volta nate (o forse per fortuna) le stelle di solito non sono soggette a molte modifiche… e anche se questa è grossa, dunque vive meno, penso dovremmo aspettare milioni di anni per vedere modifiche sostanziali.. non so se ho la pazienza!! 😉 Potremmo chiedere al gatto, quello ha sette vite!

  3. sabrinamasiero

    Marco, sei tornato alla grande! 😉
    Immagino che nei prossimi mesi e anni questa stella sarà monitorata di continuo per vederne l'evoluzione. Non credo che vi saranno grandi cambiamenti… Secondo te Marco, si potrà osservare un cambiamento simile a quello che si può osservare nell'espansione del gas dopo l'esplosione di una supernova?

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