Fin dal momento della sua scoperta, avvenuta nel lontano 1930, il pianeta Plutone è apparso ai telescopi – anche ai più grandi – come poco più di un puntino luminoso, a motivo delle sue ridotte dimensioni e della sua relativa lontananza dal nostro pianeta. Nonostante ciò, ora il Telescopio Spaziale Hubble è riuscito nell’intento di mappare la superficie del pianeta “nano” in un dettaglio davvero senza precedenti.
Tanto per capirci, possiamo dire che la nuova mappa è cos’ buona, che gli astronomi sono anche riusciti a individuare dei dettagli di alcuni cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, tramite il confronto tra le immagini acquisite da Hubble nel 1994 con quelle più recenti acquisite nel 2002-2003. Il compito è realmente difficile, quasi come voler vedere una pallone da calcio dalla distanza di decine e decine di chilometri…
La “vista” di Hubble non è così acuta da vedere crateri o montagne, se pure queste strutture esistono su Plutone, ma Hubble riesce a rivelare comunque un pattern complesso di colori diversi. Questo si ritiene sia dovuto al risultato dell’azione della radiazione ultravioletta proveniente dal Sole, che riesce a scindere il metano presente sulla superficie di Plutone, lasciandosi dietro un residuo scuro, ricco di carbonio.
Il mondo di Plutone, tutt’altro che statico e immutabile… !
Crediti: NASA, ESA, and M. Buie (Southwest Research Institute)
Gli astronomi sono rimasti piuttosto sorpresi nell’accorgersi che la brillanza superficiale di Plutone era cambiata negli ultimi anni – il polo nord è più luminoso e l’emisfero sud invece più scuro e più rossastro. L’estate si sta avvicinando al polo nord di Plutone, e questo può far sì che il ghiaccio alla superficie si sciolga e si condensi nuovamente nella parti più ombreggiate e fredde del pianeta.
Complessivamente, il quadro che ci regala Hubble dipinge Plutone non più come un semplice pezzo di ghiaccio e roccia, ma come un mondo dinamico in rapida mutazione, che viene sottoposto a notevoli cambiamenti climatici…!
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Giuseppe Andrea Gentile
Perfetto, sei stato ancora più preciso di quel che avevo letto! Quindi il tutto potrebbe anche sporcizia sugli strumenti dell'Hubble! Ahahah… scherzo logicamente. Grazie per le delucidazioni
mcastel
Giuseppe complimenti,
direi che avevi letto bene!
Sono andato a rovistare tra il materiale che accompagna la notizia, e c'è un passaggio che forse non ho messo bene in rilievo nell'articolo: “The Hubble images are a few pixels wide. But through a technique called dithering, multiple, slightly offset pictures can be combined through computer-image processing to synthesize a higher-resolution view than could be seen in a single exposure.”
In sostanza è vero, l'immagine che fornisce Hubble è larga pochi pixel. Ma il “dithering” è in effetti più di un “trucco”, consiste nel prendere esposizioni spostate di frazioni precise di pixel, per ricostruire l'informazione persa con la “quantizzazione” introdotta dai pixel del CCD, appunto. Dunque è se vogliamo un artificio, ma il guadagno in informazione è comunque reale….
Giuseppe Andrea Gentile
Ma questa è un'immagine “reale” o, come ho letto altrove ma che non riesco più a ritrovare, si tratta di una immagine processata tramite algoritmi perchè in realtà anche attraverso l'occhio potente di Hubble questa era diametralmente di pochi pixel?
sabrinamasiero
Bravo Marco! Sei un fenomeno in fatto di velocità!
Questa notizia arriva da un mondo lontanissimo! Eppure è bastato puntare il nostro vecchio Hubble per scoprire particolari mai visti prima!