Blog di Marco Castellani

Giorno: 7 Gennaio 2013

La musica è una

L’ho detto, per me uno dei modi più efficaci per allargare la percezione della musica, è ascoltarla mentre faccio uno sforzo fisico. Capisco perché un sacco di gente corre con gli auricolari nelle orecchie. E’ che si crea come un circuito virtuoso: la musica mi distoglie dal concentrarmi troppo sulla fatica (che la amplificherebbe senza costrutto) e nello stesso medesimo tempo, la fatica mi permette di ascoltare la musica più libero dallo strato fastidioso di pensieri che spesso – troppo spesso – si mettono di mezzo tra me e  le esperienze sensibili, tra me e la vita.
In casi simili, sembra non valgano le usuali leggi di conservazione: c’è un guadagno globale e non c’è nessuna perdita. In effetti, succede anche per un sacco di altre cose, ma spesso non me ne voglio accorgere. C’è un guadagno totale e nessuna perdita a seguire il proprio cuore (anche se ho paura di farlo), ad accettare ed accogliere tutto quello che accade (idem), a renderci docili al progetto che il Destino ha predisposto per noi (idem, paura fortissima: mobilitazione guerresca dell’ego con tutte le sue armate). 
music
Foto By craigCloutier
Tornando al correre con la musica. Ieri mattina, sceso al parco, ho lanciato il player musicale del mio Xperia Ray e l’ho lasciato sulla selezione casuale di brani. Va detto, di norma non sono un grande fanatico delle selezioni casuali: semplicemente mi sembrano abbiano poco senso, almeno nel mio caso. Nella scheda SD dello smartphone ho musica classica, jazz, pop/rock, e una selezione casuale di brani porta invariabilmente ad una eccentrica sequenza di cose tipo Pat Metheny seguito da un pezzo di chitarra classica seguito da un brano strumentale di Mike Oldfield seguito da una canzone live di Paul Simon seguito da un pezzo di pianoforte di Chopin seguito… avete capito.
E proprio qui sta il bello.

La cosa che mi ha fatto cambiare idea, rovesciare la prospettiva.

Che correndo mi sono accorto con cristallina nitidezza, che la musica è una. Non ci sono distinzioni di genere, non vi sono steccati che funzionino veramente. Ecco, in un certo senso, potrei essere tacciato di scoprire l’acqua calda (che è sempre e comunque una gran bella invenzione, soprattutto l’inverno). Probabilmente i più avveduti se ne accorgono anche stando fermi, lo concedo. A me però succede quando faccio muovere le gambe. Così mi accorgo che la modalità di attenzione che metto nel comprendere un brano di Chopin non è troppo diversa da quella che impiego per godere veramente di un brano di Bill Evans. O anche, di una canzone di Norah Jones. Insomma la musica è una. 

Anzi, come diceva qualcuno, vi sono due tipi di musica. Quella bella e quella brutta.

Qual è la musica bella? Secondo me, è quella che insieme (a) veicola una sensazione estetica positiva, cioè che dice implicitamente che tutto ha un senso e una armonia (che poi è proprio la funzione dell’arte, a mio avviso) e che (b) lo dice regalandoci un certo grado di complessità, una articolata imprevedibilità – cioè esponendo un flusso di informazioni denso e non banale, almeno parzialmente decriptabile dal cervello (a volte, previo ‘allenamento’, ‘studio’). Che tutto questo sia affidato a basso/chitarra/batteria oppure ad un pianoforte solo oppure ad un ensemble jazz oppure ancora ad una orchestra di mille elementi oppure ad un tappeto di sintetizzatori, oppure ancora ad una cantante celtica o ad un cantautore californiano, non fa la vera differenza.
Certo, c’è un certo grado di soggettività in tale definizione. Perché ognuno è stato creato in modo diverso, con una sensibilità differente. Ognuno ha una sua strada attraverso la quale comprendere, attraverso la quale affacciarsi alla percezione del bello. Ecco perché imporre una data visione musicale o una gerarchia codificata di valori forse non ha proprio tanto senso. Perché c’è gente che stravede per Gustav Mahler (per esempio io) e gente che lo detesta. Gente che parteggia per Verdi oppure per Puccini (io scelgo il secondo). Gente che ama i Beatles (ancora io) oppure i Rolling Stones.

Così al di là degli steccati artificiali e anche al di sopra delle costruzioni mentali di molta gente (sopratutto di quella ‘di cultura’), spesso uno si ritrova a procedere (e a correre) con universi musicali ricchi ma estremamente eterogenei. Dalla nona di Beethoven ad Amarok di Mike Oldfield, da Mark Knopfler ai Pink Floyd, e poi attraversando Mahler, Bruckner, Mozart, Brahms, Keith Jarret, Brian Eno…

La luce si diffrange in tanti colori ma è una sola.
Pure la musica, si articola in mille modalità espressive, ma è una sola, in fondo.

Ricomporre lo spettro, risalire dalla differenza all’unicità.
Dalla superficie contingente all’essenza più nascosta.
Ecco l’avventura dell’ascolto. 

Loading

Gli occhi della NASA puntati su Europa

Europa Lake

Un lago ghacciato sulla superficie di Europa. Crediti NASA-JPL.


Anche se sta dedicando molte delle sue risorse nell’esplorazione del pianeta Marte la NASA ha ancora un occhio puntato verso uno dei satelliti ghiacciati di Giove, che potrebbe essere in grado di sostenere la vita come noi la conosciamo.

Poche settimane fa l’ente spaziale americano ha officalmente annunciato di voler lanciare un rover su Marte nel 2020 del costo di 1,5 miliardi di dollari aggiungendovi una serie di missioni, sempre con destinazione il Pianeta Rosso, che erano già in agenda. Il rover Curiosity è atterrato lo scorso 6 agosto 2012, e un orbiter chiamato Maven e un lander denominato InSight sono in programma rispettivamente per il 2013 e il 2016.

Ma la NASA sta anche pensando a vari modi per indagare la possibile abitabilità della luna di Giove Europa, la quarta più grande del sistema gioviano osservata per la pirma volta da Galileo Galilei nel gennaio 1610. Un’idea portata avanti dalla NASA è quella denominata “clipper probe”, una sonda che che con numerosi flyby 0 oavvicinamenti con il satellite Europa potrebbe studiare lo strato ghiacciato superficiale e il sospettato oceano sotto la sua superficie.

“Abbiamo informato il Quartier Generale della NASA e ci hanno risposto positivamente” ha affermato il Mission Proponent della Missione, David Senske del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California all’annuale meeting dell’American Geophysical Union del 7 dicembre 2012.

Il “clipper probe” di 2 miliardi di dollari, denominato Europa Clipper, che potrebbe essere pronto per il lancio intorno al 2021, dovrebbe fare un lavoro di vitale importanza. Gli astrobiologi guardano ad Europa, di circa 3 100 chilometri di diametro, come a uno dei corpi più favorevoli ad ospitare la vita all’interno del nostro Sistema Solare. Si ritiene che la tale oggetto possa ospitare un grande oceano di acqua liquida sotto il suo guscio ghiacciato. Inoltre, è probabile che questo oceano sia in contatto diretto col mantello roccioso e quuesto aumenterebbe la possibilità di una qualsiasi tipo di reazione chimica, ha affermato Senske.

L’irraggiamento della superficie di Europa e il riscaldamento mareale del suo interno implicano anche che la luna abbia probabilmente grandi fonti energetiche, un altro requisito importante per la vita come noi la conosciamo.

La NASA è da tempo interessata all’esplorazione del ghiaccio superficiale e del suo oceano sottostante. Parecchi anni fa aveva elaborato un progetto di missione ambizioso chiamato Jupiter Europa Orbiter (JEO) che avrebbe permesso di ottenere studi dettagliati su Europa e sull’incredibile attività vulcanica di Io, un altro satellite gioviano.

jupiter-crescent_with Io

Un’immagine del pianeta Giove ripreso in fase crescente con una sua luna poco lontano. Crediti NASA/JPL.


I risultati scientifici di una tale missione avrebbero dovuto essere impressionanti secondo l’analisi del 2011 Planetary Science Decadal Survey che aveva delineato gli obiettivi della comunità scientifica in questo ambito di ricercao per tutto il prossimo decennio.

Questa survey decennale aveva posto la missione JEO come seconda priorità tra tutte le missioni, proprio alle spalle della missione su Marte con il recupero di un campione marziano. Ma il rapporto ha affermato che 4,7 miliardi di dollari erano un costo troppo alto. Per questo i ricercatori sono stati coinvolti nello sviluppo di una missione un po’ più snella e più economica verso Europa che si potrebbe stimare intorno a 2 miliardi di dollari. L’idea iniziale era stata duplice, quella di un clipper e di un orbiter intorno ad Europa (un modulo di atterraggio era stato escluso come progetto prematuro).

A causa dell’intensa radiazione nell’ambiente su Europa l’orbiter avrebbe dovuto essere pesantemente schermato, aggiungendo in questo modo peso e dunque un maggiore costo alla missione. Anche con questa armatura, la missione avrebbe dovuto durare dai 30 giorni fino a 109 giorni circa.

Un orbiter di circa 2 miliardi di dollari non sarebbe stato in grado di trasportare una strumentazione adatta ad analizzare la composizione e la chimica della superficie di Europa e della sua atmosfera (ossia il suo oceano). Per questo motivo l’idea del clipper probe ha avuto maggior successo dell’orbiter.

Europa Clipper potrebbe ospitare a bordo una serie di strumenti scientifici tra cui una radar in grado di penetrare il ghiaccio superficiale, un dispositivo topografico, un magnetometro, uno spettrometro ad infrarossi, uno spettrometro di massa neutrale e un’antenna. Per poter comprimere tutte queste attrezzature in un posto angusto e poter rimanere entro i 2 miliardi di dollari, il Clipper potrebbe essere alimentato da pannelli solari piuttosto che da generatori di radioisotopi come inizialmente immaginato. Senske ha affermato che i pannelli solari sono considerevolmente più economici dell’ASRG che convertono il calore dal decadimento del Plutonio 239 in elettricità.

Il Clipper dovrebbe entrare in orbita intorno a Giove, successivamente studiare Europa durante una dozzina di flyby nel corso di 2,3 anni. Nel suoi più vicini passaggi potrebbe arrivare ad una distanza minima di soli 25 chilometri dalla superficie ghiacciata del satellite. Questi avvicinamenti potrebbero aiutare la sonda a rompere alcuni dei misteri più profondi come per esempio lo spessore del suo guscio di ghiaccio e la salsedine e la profondità approssimata del suo oceano, oltre a confermare che l’oceano esiste per davvero.

Queste informazioni insieme con con le immagini dettagliate della sonda della superficie della luna Europa, potrebbero aiutare a scoprire nuovi segnali di vita sotto la superficie di un satellite gioviano. Il Clipper potrebbe essere lanciato tra il 2020 e il 2022.

Senske e il suo team continueranno a sviluppare la missione e i concetti relativi alla missione. “Nel mese di aprile 2013 vogliamo fare quello che chiamiamo un esame preliminare dell’idea, iniziare a lavorare con il quartier generale della NASA per definire quando potremo avere ciò che possiamo definire il concetto di missione che ci porterebbe sulla strada di una vera e propria missione” ha concluso Senske.

Fonte Space.Com NASA Eyes Mission to Jupiter Moon Europa: http://www.space.com/18901-nasa-mission-jupiter-moon-europa.html

Video interessante sui laghi ghiacciati su Europa, fonte SpaceCom: http://www.space.com/17820-europa-jupiter-s-icy-moon-and-its-underground-ocean-video.html

Sabrina

Loading

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén