Blog di Marco Castellani

Mese: Gennaio 2014

Cercando viaggiatori nel tempo. Su Internet

Internet è certamente una delle innovazioni tecnologiche più pervasive e rivoluzionarie dell’era moderna, la cui importanza è difficile sopravvalutare. Tra i tanti usi della rete, però, non mi era mai venuto in mente  – complice la mia fantasia alle volte un po’ dormicchiante – di pensare alla possibilità di usarla per cercare segni di viaggiatori nel tempo…

Si’, per quanto strano (o meglio, eccentrico) possa sembrare, è quello che hanno fatto due ricercatori dal Michigan Technological University, Robert Nemiroff e Teresa Wilson. Precisamente, hanno pensato di utilizzare la sconfinata mole di informazioni nella rete per cercare contenuti che potessero condurci ad evidenze di viaggi temporali.

Qual è l’idea della loro ricerca (per i cui dettagli vi rimando all’articolo originale, in inglese) ? Non sappiamo se i viaggiatori nel tempo – posto che ve ne siano, o ve ne saranno – abbiano il piacere o anche la possibilità fisica di farci sapere della loro esistenza. Però durante il viaggio, potrebbero aver lasciato qualche traccia di loro stessi. Magari utilizzando Internet, perché no (chi resiste al fascino della rete, dopotutto…) ? L’idea di base è dunque di “stanarli” cercando su Internet segni di informazione che rivelino in qualche modo una conoscenza del futuro, normalmente preclusa a chi non si diletta in viaggi temporali (viene chiamata “informazione presciente” dagli autori). Ci si concentra per questo sui viaggiatori che vengono dal futuro, perché ovviamente così è più facile l’indagine. Inoltre gli autori sottolineano – con deciso buon senso – che i viaggi dal passato sono improbabili perché non abbiano notizie di macchine del tempo funzionanti, ad oggi…

L’idea può avere un senso, e se ci pensate è meno bizzarra di quanto possa sembrare (a me sembra divertentissima, in ogni caso). In fin dei conti è abbastanza semplice. Si tratta di individuare dei termini legati ad alcuni episodi di eventi storici e naturali – chiaramente databili – accaduti in “epoca Internet”. Gli autori selezionano al proposito due specifiche ricerche, una per “Comet ISON” e l’altra per “Pope Francis” (non mancano adeguate argomentazioni a supporto degli hashtag selezionati). A questo punto si tratta soltanto (diciamo) di spremere le informazioni nei motori di ricerca e nei principali social network andando a caccia di qualcuno che abbia parlato di Papa Francesco prima della sua salita al soglio pontificio, o abbia citato la Cometa ISON prima che la cometa stessa sia arrivata agli onori della cronaca. Perché potrebbe essere stato solo un viaggiatore nel tempo, magari un poco incauto, a farlo. 

La ricerca viene eseguita attraverso Google, Bing, Facebook, Google+, Twitter. Purtroppo (o per fortuna, non saprei bene…) nessuna traccia di viaggiatori temporali viene rilevata. Gli autori tengono comunque a precisare che è la più estesa ricerca di questo genere mai condotta, e ci dicono anche che il fatto che non si trovino segni di viaggiatori temporali, non mette una parola conclusiva sulla loro inesistenza. Chissà, potrebbero non aver voluto lasciar traccia… oppure potrebbero non averne la possibilità, per qualcuno di quei vincoli di consistenza tra eventi passati o eventi futuri.

Insomma, la versione breve è che il problema è ancora aperto, e potete pensarla come volete riguardo i viaggi nel tempo. Tra l’altro anche il celebre fisico Stephen Hawking ci aveva provato, con la geniale trovate di indire un Time Traveller’s Party… mandando gli inviti soltanto il giorno dopo. Il video mostra quanta gente è venuta, ma non voglio anticipavi nulla, guardatelo che dura poco… 

A parte questo, c’è  un interessante sottoprodotto dell’indagine, ed è una valutazione della efficacia dei vari motori di ricerca e della capacità di trovare delle informazioni nei social network. Sorprendentemente, si è ancora lungi dall’avere una affidabilità completa, notano gli autori. Tra tutti, è Twitter che sembra cavarsela meglio, a livello di completezza di informazioni riportate a seguito di ricerche. Dunque attenti ai cinguettii in cui si danno i risultati delle partite di domenica prossima, se li trovate, contattate gli autori dell’articolo…. 🙂

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Buone notizie da GAIA!

Buone notizie dalla sonda GAIA! Dopo poche settimane di viaggio è arrivata al punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole (a circa un milione e mezzo di chilometri da casa, per capirci) dove ci si aspetta una lunga fase di calibrazione degli strumenti: circa quattro mesi prima di iniziare con la scienza vera e propria. Comunque i primi test sono molto incoraggianti, come si vede da questo bellissimo (almeno per noi che ci lavoriamo) messaggio di stato…


La stella che ha avuto l’onore di essere stata “immortalata” (anche se il telescopio non è ancora messo a fuoco, come recita il tweet) in questi primissimi test è Sadalmelik, una stella supergigante gialla situata nella costellazione dell’Aquario, molto luminosa (magnitudine apparente circa +3), che si trova a circa cinquecento anni luce da noi.

Dunque tutto bene, per ora. Forza Gaia, passa bene questi mesi e sistemati al meglio. Lo sai, ci aspettiamo tanto, da te… 🙂

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Carnevale della Matematica #69

Sono appena stati pubblicati sul blog “La nostra matematica” i contributi raccolti per l’edizione #69 del Carnevale della Matematica, dal titolo stimolante “Macchine matematiche antiche e moderne”. Il blog è gestito dalla professoressa Annarita Ruberto, insegnante di matematica e scienze. Per l’occasione Annarita non si è limitata a listare i vari contributi  provenienti da diversi blogger, che si sono sentiti di esprimersi sul tema del mese: il suo densissimo post (che vi consiglio di leggere) inizia con una rassegna veramente gustosa sulle proprietà del numero 69 (tanto per dire, chi di voi sapeva che 69 è un numero di Ulam? Io no di certo), caratteristiche esplorate sia in ambito matematico sia in ambiti diversi quali la cultura, l’astronomia, la chimica… In particolare, per gli astronomi – come fa giustamente notare Annarita – il numero si lega inesorabilmente all’ammasso globulare Messier 69, nella costellazione del Sagittario.

Carnevale della matematica

In ogni modo, i motivi di interesse non si fermano certo qui. Con l’ausilio di quattro alunne, Annarita ci regala un delizioso excursus nella Storia delle macchine calcolatrici. La carrellata prende l’avvio dal 1642 con Blaise Pascal e la sua celeberrima pascalina per spingersi fino sulla soglia della storia più recente, con la menzione dell’ENIAC prodotto nel 1946 con valvole termoioniche (certo niente rispetto alla potenza di calcolo anche al vostro telefono cellulare, ma una grande acquisizione per l’epoca). Una buona sezione di link e rimandi correda piacevolmente la trattazione.

I contributi veri e propri per questa succosa edizione del Carnevale della Matematica sono ben ottantadue, inviati da sessantuno partecipanti. Per comodità di consultazione, sono stati divisi in varie sezioni :

    1. Macchine matematiche, arte, musica: Intersezioni
    2. Macchine matematiche antiche
    3. Macchine matematiche e didattica: i contributi dei ragazzi
    4. Dalle macchine matematiche reali a quelle virtuali
    5. Macchine calcolatrici, computer e dintorni
    6. Altre macchine matematiche
    7. Extra moenia

Nella prima sezione ho l’onore di partecipare con Venti passi, “un bellissimo e coinvolgente racconto…” (grazie Annarita!). Riporto il sunto qui di seguito, invitando gli interessati alla lettura sul post del carnevale, o a questo indirizzo.

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 “Lorenzo è sulla soglia di una scoperta straordinaria, una scoperta che promette di rivoluzionare l’astronomia per gli anni a venire. Unendo il quadro cosmologico consolidato con le più recenti  acquisizioni delle geometrie non euclidee, scopre una connessione feconda che può portare ad un risultato senza precedenti. Tuttavia non viene compreso dal suo ambiente scientifico ed anzi deve lottare con il suo superiore che vorrebbe destinarlo ad altre ricerche. Vive questo particolare momento della sua storia professionale mentre si trova nel mezzo di una crisi matrimoniale, che sta raggiungendo forse il punto di rottura. Potrebbe compiere un balzo avanti straordinario sul piano conoscitivo, se solo trovasse il modo di poter verificare la sua intuizione. Nel contempo, sta rischiando un annichilimento completo sul piano affettivo. Le due problematiche risulteranno assai più legate di quanto lo stesso Lorenzo avrebbe potuto supporre. È un cambio di atteggiamento verso il reale, una maggiore compromissione con la vita, che permetterà ad entrambe le situazioni di raggiungere uno sbocco forse inaspettato, di fluire verso un compimento reso in precedenza impossibile o comunque difficile da una attitudine troppo intellettuale. Una maggiore immersione nel flusso della vita porterà a Lorenzo un rifiorire di inattesa fecondità.” 

Non si può concludere senza ribadire che iniziative come il Carnevale della Matematica,  come pure il Carnevale della Fisica (del quale abbiamo in questo blog ospitato due diverse edizioni, la #27 e la #40) contribuiscono in maniera simpatica e penso efficace a vivacizzare la presenza della scienza in rete: scienza presentata non in modo asettico ma sempre creativo, non rifuggendo dai contatti e dai collegamenti  con la cultura in senso più ampio… Insomma, un modo di più per dimostrare che la scienza, se correttamente assimilata, non è poi così noiosa, ma soddisfa una curiosità che abbiamo tutti…

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500 parole al giorno

Questo mi piace. Se ne sentono tantissimi di propositi, di esortazioni e proponimenti per il nuovo anno. Tanto che uno non ci fa più attenzione, di solito. Oppure lo fa per un  momento appena è poi se ne dimentica. Presto. Presto lascia stare tutti i vari propositi di cambiamento e riprende la vita solita.

Ecco, la vita solita.

Che poi, intendiamoci, niente vieta che la vita solita sia gratificante, appagante, variegata, variopinta. Però c’è il caso che se tu rimani esclusivamente agganciato a cose pratiche e necessarie, trascurando i tuoi sogni, c’è appunto il caso che qualcosa non vada proprio nel verso giusto.

Temevo come la peste l’arrivo di giorni in cui si sarebbe dovuto andare avanti solo per le bambine e per i conti da pagare e magari per mantenere un modo di vita e un insieme di rapporti e cose pratiche che non sapevo nemmeno più come cavolo fossero iniziati. O meglio, sapevo bene che erano iniziati come una fluttuazioni minimale e periferiche di un entusiasmo comunque sovrastante e sovrabbondante, una positività che ci assicurava in ogni caso un riparo e un rifugio dall’aridità in agguato nelle cose stesse. (Da Il ritorno)

Un cassetto può rimanere chiuso a lungo, a meno che non contenga dei sogni. Allora sei fregato. Allora ad un certo punto ti tocca aprirlo, il cassetto. Altrimenti i sogni vanno a male e i sogni non realizzati, non perseguiti, sono davvero un peso duro da portare.

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Photo Credit: lecates via Compfight cc

Faccio una piccola digressione. Ieri sera ho visto un film insieme a mia moglie, Appuntamento da sogno!, un film leggero ma non stupido. Un film romantico – e ogni tanto (mi) ci vuole. Ad un certo punto ho ascoltato una frase che mi ha così colpito che ho dovuto acchiappare di corsa l’iPad per appuntarmela subito, tanta era la paura di perderla.

Se desideri tanto qualcosa, e non fai tutto quello che è in tuo potere per ottenerlo, in pratica stai prendendo a schiaffi la vita.

Così quando l’altro giorno ho aperto il mail con la newsletter di Jeff Goins pensavo vagamente a qualcosa di quelle che si dicono sempre, per il cambio di anni. Magari detta bene, detta in modo inusuale, convincente: Jeff è bravo in questo. Pensavo di essere in qualche modo preparato, anche (purtroppo) a leggere eventuali esortazioni con sguardo cinico e disincantato. E invece mi ha fregato – sono rimasto davvero spiazzato.

This is the year you become a writer.

Ecco otto parole di fila che mi hanno colpito come poche altre. Hanno svelato cosa volevo, cosa vorrei, cosa cova sotto la cenere, cosa mi fa respirare se non la soffoco, non la comprimo. Hanno indicato cosa volevo dal nuovo anno, e avevo perfino paura di articolare tale domanda, delineare tale desiderio. Questo è l’anno in cui tu diventi uno scrittore. 

E questo avviene in maniera semplice, a piccoli passi, con applicazione costante. Così accetto assai volentieri la sfida che Jeff lancia dalla sue pagine: 500 parole al giorno per tutto il mese di gennaio. Io ci sto. Perché ha ragione lui, ancora una volta:

…what do writers do? They write, of course.

Perché essere uno scrittore non dipende dal fatto che si è pubblicati qui o là, non è una decisione esterna. Non dipende dalle circostanze. Dipende in primo luogo da se stessi, da una azione che non coinvolge che se stessi e solo dopo -semmai – si allarga al mondo: dipende dal fatto semplicissimo di scrivere. Sviluppare l’abitudine di scrivere e mantenerla nei giorni, con tranquillità.

Questo mi piace. Questo mi serve.

A questo, io voglio esserci.

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