Categoria: astronomia
Voyager 1, affacciata sull’immenso
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Quando le cose erano fatte per durare… (NASA/JPL) |
Dalla tavoletta… all’universo
Le sonde marziane ed il cloud computing…

Premio Castellani 2010
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Il saluto introduttivo della rappresentante dell’Unesco |
Dopo la prima edizione lo scorso anno, un pò compressa (giustamente) a motivo del sisma che aveva funestato l’Abruzzo solo pochi mesi prima, posso dire che quest’anno si è potuta svolgere con una ampiezza maggiore e una sua identità più definita.
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Con Oscar Straniero, direttore dell’Osservatorio di Collurania (Teramo) |
Ho accolto volentieri l’invito degli organizzatori, soprattutto di Mauro Dolci, ricercatore all’Osservatorio di Teramo, per partecipare alla manifestazione, che si è tenuta nella bella sede della Provincia di Teramo.
Il mio contributo si è articolato in una “chiacchierata” di circa un quarto d’ora, con l’aiuto di qualche slide che mi ero preparato, per ricordare la figura di mio padre (astronomo, speleologo., e tanto altro…) “dal mio punto di vista”; il tentativo era di evitare ogni retorica, parlare dei suoi interessi e del suo approccio alla scienza e alla cultura, della sua passione per il sapere, della sua avversione ad ogni artificioso steccato tra le discipline, del suo perenne desiderio di comprendere e conoscere…
Spero di esserci riuscito. A giudicare da quanto mi hanno detto dopo il mio (un pò emozionato) intervento, penso di poter dire di sì.
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Durante il mio intervento… |
E’ stata un’esperienza nuova stare dalla parte degli speacker, seduto accanto al direttore dell’Osservatorio di Teramo, ascoltando la sua relazione o quella di Mauro sull’asteroide Interamnia, dopo il saluto della rapprentante dell’Unesco e delle autorità.
Soprattutto è stato bello il fatto di avere di fronte non un pubblico di addetti ai lavori, ma dei ragazzi delle scuole, tra i quali, naturalmente, i destinatari dei premi. Per me è stato bello perché mi ha portato a ricordare l’attenzione che papà ha sempre avuto per la divulgazione e l’insegnamento, come pure la sua sensibilità alle nuove idee e prospettive, da qualsiasi parte potessero arrivare. E il suo grande rispetto per chi, magari a fatica, si arrampicava per i primi gradini del percorso affascinante dell’astrofisica…
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I ragazzi delle scuole: un uditorio inaspettamente attento… 😉 |
Sono dunque grato agli organizzatori, contento di aver vinto un pò di timidezza e aver accettato di partecipare. Contento perché Mauro sia rimasto colpito dalla poesia che avevo scritto per papò, che mi abbia presentato come autore e scienziato… che abbia voluto citare i miei due libri su Lulu e insistito perché la poesia scritta in morte di mio papà venisse presentata e letta (io da solo ovviamente non avrei osato).
Ora ho capito, non per voler parlare di me (mi sarebbe sembrato il posto sbagliato), ma ecco… se uno si mette in gioco, non può nascondere parti di sè. Insieme al fatto di aver trovato persone davvero mosse dal desiderio di ricordare Vittorio, questo è un fatto che mi conforta, e aiuta a “farsi amico” anche il perdurante dolore della sua mancanza…
Da lassù dov’è ora, magari un’occhiata ce l’ha data…

Osservazione e stupore…
Così da qualche giorno GruppoLocale ha il suo forum. Certo, di gruppi di discussione di astronomia ve ne sono diversi, anche in italiano. Anche per questo avevo aspettato… tuttavia l’idea di avere qualcosa proprio integrato nel sito, e anche configurabile con la massima libertà, alla fine mi ha convinto.
Quote from anglo on September 9, 2010, 17:29Il cielo è bellissimo e misterioso, ma l’uomo che lo guarda lo è 100 volte di più.Perciò grazie! Per i misteri che ci svelate, per la bellezza che ci mostrate, per il grande pezzo di realtà che ci fate conoscere… ma soprattutto grazie perchè vi stupite.ciao ciaogloria

Cento terabit di Marte
Alla vigilia del suo quarto anno di servizio, Mars Reconaissance Orbiter (MRO), l’ultimo satellite della Nasa dedicato allo studio di Marte, ha tagliato un traguardo decisamente storico nella cattura dati: 100 terabit, cento mila miliardi di bit. Oltre tre volte la quantità di dati raccolta da tutte le missioni spaziali messe insieme, non solo quelle su Marte, ma da ogni missione che ha oltrepassato l’orbita della Luna. Basti pensare che in 100.000 miliardi di bit sono racchiuse più informazioni che in 35 ore di video non compresso e ad altissima risoluzione o in 30.000 canzoni in formato mp3. ”Ciò che colpisce di più non è la quantità di dati in sé, piuttosto la qualità di ciò che essi ci dicono circa i nostri pianeti vicini”, ha detto il Project Scientist del Mars Reconnaissance Orbiter, Rich Zurek, del Jet Propulsion Laboratory Nasa di Pasadena, in California.
“Questa enorme mole di dati significa in termini reali la migliore qualità e dettaglio delle immagini del suolo di Marte mai ottenuto e, per noi in particolare, la scansione dettagliata del sottosuolo effettuata dal nostro radar SHARAD” commenta a sua volta Enrico Flamini, chief scientist dell’ASI. “MRO ha alzato di molto l’asticella delle capacità di fornire dati per le missioni di esplorazione future.”
Il veicolo spaziale MRO è entrato nell’orbita di Marte il 10 marzo 2006, in seguito al lancio avvenuto il 12 agosto 2005 dalla Florida. Nel 2008 ha concluso la fase scientifica principale della missione e ora sta conducendo ricerche sulla superficie, il sottosuolo e l’atmosfera del Pianeta rosso. Il satellite ha un’antenna parabolica del diametro di 3 metri che utilizza per trasmettere i dati a terra con un flusso di 6 megabit al secondo. La sua dotazione scientifica si compone di 3 fotocamere, uno spettrometro per l’identificazione di minerali, un radar a penetrazione del sottosuolo e una sonda atmosferica.

La possibilità di trasmettere a terra una enorme quantità di dati permette a questi strumenti di osservare Marte con una risoluzione spaziale senza precedenti. La metà del pianeta è stata mappata a 6 metri per pixel e circa l’uno per cento del pianeta è stato osservato a circa 30 centimetri per pixel, quanto basta per distinguere oggetti della grandezza di una scrivania. Il radar, fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana, ha “guardato” sotto la superficie del pianeta producendo 6.500 “observing strips”, campionando circa metà del pianeta.
Tra le scoperte più importanti realizzate dalla missione vi è quella riguardante l’azione dell’acqua sulla superficie di Marte e nel primo sottosuolo. Attività durata per centinaia di milioni di anni e che ha interessato sicuramente alcune regioni e forse l’intero pianeta, sebbene probabilmente a fase alterne. Il veicolo spaziale ha anche osservato i segni di una molteplicità di ambienti d’acqua, alcuni acidi altri alcalini, delineando la possibilità dell’esistenza di luoghi su Marte in grado di rivelare le prove di una vita passata, se mai ve ne sia stata.
Fonte: Media INAF

Esplorando la galassia con “Cromoscopio”
Il sito può mostrare il cielo in un ampio intervallo di lunghezze d’onda, dai raggi gamma di alta energia fino alle lunghezze d’onda più lunghe tipiche delle onde radio.

Crediti: University of Manchester website
Il principale sviluppatore del progetto, Stuart Lowe (Università di Manchester) ribadisce che Cromoscopio è un progetto di natura collaborativa.
“Cromoscopio usa dati da un insieme di osservatori, che includono il radio telescopio gigante a Jodrell Bank” ha detto “questo permette alle persone di esplorare le connessioni tra il cielo notturno che vediamo con i nostri occhi e il cielo che gli astronomi esplorano a diverse lunghezze d’onda, come il radio e l’infrarosso”.
Robert Simpson, membro del progetto (da Cardiff) aggiunge:
“Cromoscopio getta nuova luce sugli oggetti a noi familiari, come la Nebulosa di Orione, la più vicina zona ove nascono nuove stelle. Questa visione dell’Universo è stata familiare agli astronomi professionisti per lungo tempo, ma Cromoscopio la rende accessibile a chiunque”.
Il sito di Cromoscopio è stato presentato alla dotAstronomy Conference a Leiden, in Olanda. dotAstronomy è la più grande conferenza annuale al mondo dedicata ai lavori che combinano la ricerca astronomica di punta con le ultime tendenze nelle tecnologie web.
Senza dubbio uno strumento interessante (consiglio anche la presentazione su YouTube), che si va ad aggiungere ai diversi modi in cui – grazie alle tecnologie più recenti – è diventato davvero possibile farsi una idea abbastanza precisa del lavoro degli astronomi “di professione”, mediante soltanto un computer connesso a Internet, e (soprattutto) tanta curiosità e desiderio di conoscenza…!
University of Manchester Press Release
