Si è rivelato un pieno successo il compito “imprevisto” assegnato dal team di Mars Phoenix alla piccola sonda su Marte…
La roccia “Headless”, di cui avevamo parlato nel precedente post, è stata spostata dalla sua locazione esattamente nella maniera prevista dal braccio robotico della sonda; ne dà notizia il microblog della Mars Phoenix, con un link alla fotografia della zona di terreno interessata…
Succeeded in moving that rock about 16 in/40 cm. Here's a pic of the rock named "headless" after the move: http://tinyurl.co …
Ebbè. Mi è venuto spontaneo un azzardato accostamento: nientemeno, alle Sonate per pianoforte di Mozart. Sì sì, sto osando, ma lasciatemi spiegare: in entrambi i casi, ognuno nel suo specifico ambito (ma suscettibile di non improbabili connessioni), mi sembra di essere davanti ad un capolavoro della classicità, della limpida perfezione formale. Nessuno sperimentalismo fine a se stesso, niente sbavature, una trama limpida e appunto, armonica.
Al contempo, però (e questo è il difficile) un ricercare senza farlo vedere.. un senso di esplorare novità incredibili senza apparentemente tirare il tessuto formale che fa l’impianto di base. Così l’impianto classicissimo della canzone ha questi “strappi” e quei “silenzi” improvvisi (“e d’improvviso quel silenzio tra noi”, no questa è un’altra) che mettono in tensione, senza farlo vedere, il modello stesso. Il genio che si manifesta nel fare una cosa formalmente semplice ma piena di sostanza.
Eh sì. Più divento grande e più apprezzo Battisti. Beh, di Mozart non mette caso neanche di dirlo…