There has to be an invisible sun
It gives its heat to everyone
There has to be an invisible sun
That gives us hope when the whole day’s done
There has to be an invisible sun
It gives its heat to everyone
There has to be an invisible sun
That gives us hope when the whole day’s done
Da poco più di un giorno, anche il social network di Google ha abilitato le “pagine”, una sorta di profili non legati ad un utente ma ad una specifica tematica.
Il paragone più che ovvio è alle ormai celebri pagine di Facebook, che in effetti si sono dimostrate uno strumento utilissimo anche per noi di GruppoLocale (tanto che la nostra pagina ha raccolto al momento la cifra non indifferente di 770 “iscritti”). Benchè le “pagine G+” siano operative solo da una manciata di ore, una rapida analisi mostra come già vi siano una miriade di pagine registrate sul network, dedicate agli argomenti più disparati (inclusa naturalmente l’astronomia!). Segno ulteriore dell’interesse che ha ormai maturato il pur giovane social network G+.
Siccome noi da questa parti siamo tanto appassionati di astronomia quanto… desiderosi di esplorare le nuove tecnologie, non abbiamo esitato ad aprire una pagina relativa a GruppLocale anche su Google Plus! La nostra pagina, che per ora è del tutto sperimentale (quella “vera” ora rimane su Facebook, visto il buon successo che ha), la potete trovare a questo indirizzo (non lo riporto per esteso che non è troppo mnemonico, ahimé!).
Se siete su Google+ provate ad aggiungere alle vostre cerchie la nostra pagina, se vi va. Nel prossimo futuro studieremo le possibilità di diffusione delle news e di interazioni che ci garantisce la nuova pagina, e valutaremo se affiancarla stabilmente alla pagina Facebook.
Nel frattempo, come sempre, ogni commento sarà sicuramente molto gradito!
Si potrebbe dire, sui tanti mo(n)di del vedere… la stessa cosa. La (n) mi è venuta così, mi piace che tra modi e mondi vi sia una separazione di appena una lettera. Un modo diverso di vedere una cosa può essere un’altro mondo, davvero. Tipo il bicchiere mezzo pieno, anzi di più.
La cosa di cui si parla qui è un normale blog, tipo questo. Ammesso che sia “normale”. Comunque ecco, entro su blogspot per verificare delle cose e mi accoglie un avvertimento che mi avverte (è il dovere suo, tutto sommato) che il mio blog, il frutto sudato del mio ingegno (passatemelo dài) si può fruire in molti molto modi. Da adesso, almeno.
La vista “flipcard”delle mie cogitazioni, è qualcosa (almeno per me) di abbastanza emozionante… |
Cioè, sono arrivate le Viste dinamiche. Nientemeno. Tutto elaborando, mi pare di capire, i feed RSS, queste capsule di informazione che viaggiano da un sito all’altro. Ah quanto mi piacciono i feed RSS, sono come magici mattoncini di Lego, costruisci una cosa dentro l’altra, mischi, elabori (appunto)…
E stavolta mi hanno sorpreso ancora, si potrebbe dire. Intendo, questi di Google. Bel lavoro. Guardate in quanti modi si possono gustare i contenuti di questo blog (ok ok, anche di altri… ):
… Bellino, no? Quale vi piace di più?
Un veloce aggiornamento all’articolo precedente che si occupava del ventennale di attività del Telescopio Spaziale Hubble. Ebbene, era mai possibile che la ricorrenza potesse sfuggire al gigante dei motori di ricerca, il celeberrimo Google? Ecco infatti come salutava i visitatori della sua pagina nella giornata di oggi (la schermata l’ho acquisita oggi pomeriggio, ora sembra già tornata alla struttura “classica”)
Al di là della simpatia dell’operazione, forse questo fa anche riflettere sul fatto che vi sono alcuni “grandi strumenti” – e Hubble è senz’altro uno di questi – che non solo hanno fatto (e stanno facendo) la storia della moderna astronomia, ma hanno anche un impatto assai deciso e chiaro in una cerchia ben più allargata dei normali “addetti ai lavori”.
Hubble fa ormai parte del patrimonio comune di chiunque sia curioso di cose c’è sopra la sua testa.. e questo è un grandissimo risultato, non meno importante della enorme quantità di dati scientifici che ha portato a terra in questi venti anni. Gli dobbiamo veramente tanto, della nostra moderna conoscenza del cielo.
Ancora complimenti, Hubble!! 😉
Powered by WordPress & Theme by Anders Norén
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso