Camminavamo lenti, in silenzio.
Tutto intorno a noi cospirava nel suggerire il silenzio, in effetti. Lo spazio si diradava ampliandosi intorno a noi, ma non era spazio vuoto, non più. Era finalmente riempito di circostanze tenere. Era lo spazio della memoria, dell’infanzia. L’unico spazio che sempre avevo cercato.
Lei camminava vicino a me: ne percepivo il sottile profumo. Il rumore lieve dei suo passi. I suoi passi, così vicini ai miei…
Arriviamo fino all’albero prima della curva, pensai. Poi torniamo. Pensavo a cose leggere. Pensavo a quello che avremmo potuto mangiare per pranzo, sulla veranda luminosa.
“Laura?” volevo dire. Volevo solo dire qualcosa, non sapevo bene cosa. Ma avevo timore che una frase o una parola anche, turbassero l’armoia del momento. Mi contentai di stare al passo con il suo quieto cammino, allora.
Pensai, non aveva importanza parlare, dopotutto. Bastava camminare, insieme. Su questa bella strada.
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Anonimo
quando le parole non servono…