Blog di Marco Castellani

Mese: Maggio 2008

Sempre più stelle nel computer…!

.. ma non solo stelle: anche galassie, ammassi globulari, e ogni tipo di (suggestivo) oggetto celeste: ancora altre possibilità di esplorare l’Universo dentro un comune computer, con l’arrivo del World Wide Telescope di Microsoft.

Nell’epoca del web2.0, non è inusuale trovare dei siti che riescano ad “assemblare” in maniera creativa ed utile dati originati da differenti fonti (venendo così a rivestire gli stessi dati di un notevole “valore aggiunto”, per la facilitata modalità di fruizione): abbiamo al proposito già parlato dell’ottimo Google Sky qualche tempo fa; ora arriva anche Microsoft, con un programma (in beta release) che si può scaricare liberamente, per poter “navigare” agevolmente e con profitto… didattico, tra i corpi celesti, profittando delle gran mole di dati che proviene da “autorità indiscusse” come il telescopio spaziale Hubble, la sonda Chandra, e altre importanti missioni spaziali, che hanno apportato un contributo fondamentale alla nostra attuale comprensione dei fenomeni del cosmo, e dell’Universo nel suo insieme.



Dal punto di vista “culturale”, non possiamo che essere contenti di avere da oggi un’altra possibilità di imparare le cose (e assorbire le suggestioni) dell’Universo nel quale siamo immersi; programmi come questo e siti come quello di Google sono importanti perchè ci forniscono un “tracciato” percorribile anche dai non specialisti, nella grande mole di dati che le moderne sonde ci inviano ogni giorno dalle profondità del cosmo.

Dal punto di vista tecnico, possiamo appena accennare al fatto che purtroppo il programma è fruibile solo con piattaforma Windows: Mac OS e Linux non sono al momento contemplati. Ma essendo targato Microsoft non è poi così strano, né si può pretendere altrimenti (rimane poi il fatto che il software è liberamente scaricabile, il che non è male)…


“Arriva il telescopio virtuale”
su “Repubblica.it”


Il sito del World Wide Telescope, di Microsoft Research.

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Venezia 2006, un flashback


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Inserito originariamente da mcastellani

Finalmente ieri (con un ritardo che può rivelare qualcosina della mia naturale tendenza alla procrastinazione….) mi sono deciso a caricare su Flickr le foto prese durante il Workshop di astronomia di Venezia nell’ottobre 2006.

Riguardandole mi tornano alla mente la splendida suggestione di “camminare dentro un grande quadro”, la bellezza di alcuni scorci, di alcuni quartieri nascosti, la danza – da alcune parti sommessa, da altre trionfale – dei colori. una festa per gli occhi.

Sì sì ci devo tornare, stavolta con Paola… 😉

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Come si è

“Dolcezza verso come si è”

Premetto, ho l’abitudine di appuntare idee e pensieri un pò d’appertutto, in qualsiasi foglio foglietto o bigliettino o pagina di agenda, o computer, che trovi a disposizione nel momento in cui voglio fermare una frase, una sensazione…

Propri ora ritrovo questo piccola auto-esortazione in un foglio di appunti di lavoro, mentre cerco di mettere un pò d’ordine nell’ambiente selvatico che in pratica si è sviluppato sulla mia scrivania… La riscrivo qui perchè mi piace; oppure mi serve, non so. E’ quello che ci vuole in questo momento, in cui per varie piccole cose e accadimenti, mi cruccio pensando a come essere buoni genitori, a come essere buoni mariti… pensando o magari pensando di forzarmi in cambiamento.

No, mi sa che me la sono detta giusta quando ho scritto il bigliettino; prima di tutto, dolcezza per come si è. Simpatia “originaria”; siamo magari povere “cose”, ma dobbiamo trattarci bene, mi dico. E’ il punto di partenza.

Ora, chissà se trovo qualche altro foglietto…… 😉

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Antenne, spettacolare sistema galattico in interazione

Nuove ricerche sulla spettacolare coppia di galassie chiamate “Antenne”, effettuate utilizzando la Advanced Camera for Survey a bordo del Telescopio Spaziale Hubble, hanno mostrato come questa coppia di galassie in mutua interazione sia molto più “stretta” di quanto si pensava in precedenza: 45 milioni di anni luce di distanza, invece di 65…

Il sistema Antenne è di notevole interesse per gli studiosi, poiché risultano essere tra le più vicine galassie conosciute che siano coinvolte in un (lento) processo di fusione. Le singole galassie, che prendono le sigle di NGC 4038 e NGC 4039, hanno cominciato ad interagire tra loro pochi centinaia di milioni di anni fa, creando pian piano uno degli scenari più suggestivi del cielo notturno, sicuramente noto a tutti gli appassionati di fotografie di oggetti astronomici.

Sono considerati dagli scienziati come l’archetipo delle galassie in procinto di fondersi, e pertanto sono usate come sistema “standard” allo scopo di validare le teorie dell’evoluzione galattica.



 

Il sistema della coppia di galassie Antenne, visto da Terra (a sinistra) e un particolare della lunga “coda” di stelle visto da Hubble (a destra)

Credits: NASA, ESA & Ivo Saviane (European Southern Observatory)/Robert Gendler

Un team internazionale di astronomi, diretti da Ivo Saviane dell’European Space Observatory, ha impiegato gli strumenti a bordo di Hubble per osservare alcune singole stelle nel sistema Antenne: in particolare, sono stati analizzati i colori e le luminosità di alcune stelle nella fase evolutiva detta di gigante rossa. L’interpretazione dei dati ha permesso di correggere significativamente le precedenti stime della distanza tra le due galassie, portandola dai 65 milioni di anni luce al valore di 45 milioni, dunque significativamente più vicine di quanto si ritenesse finora.


SpaceTelescope Press Release

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Il “mistero” delle piccole galassie compatte…

Utilizzando la Near Infrared Camera e lo spettrometro multioggetto a bordo
del Telescopio Spaziale Hubble, gli astronomi hanno ottenuto interessanti immagini
di alcunie galassie lontane assai giovani, e sorprendentemente compatte…

Ognuna delle galassie osservate è larga “appena” cinquemila anni luce, ma in tale spazio (possiamo ben dire) ristretto, il contenuto di materia è tale da poter pesare anche 200 miliardi
di volte
l’equivalente del nostro Sole.

Per capire la peculiarità del fenomeno osservato, immaginate di ricevere notizia della nascita di un bambino alto appena 50 centimetri ma dal peso di 80 Kg; non pensereste subito ad uno scherzo? Similmente gli astronomi, una volta ottenuta l’evidenza delle nove piccole galassie dal peso così elevato, devono aver pensato che qualcuno dei dati in loro possesso fosse errato.

La sorpresa è pienamente motivata, del resto: galassie ampie circa 5000 anni luce sono ben più piccole delle galassie “adulte” come le conosciamo oggi, pur contentendo approssimativamente la stessa quantità di stelle. Viste le dimensioni, ognuna di queste microgalassiepotrebbe essere tranquillamente contenuta nel nucleo centrale della Via Lattea.

Le galassie in esame sono in realtà delle “impronte fossili”, per così dire, di come erano le strutture galattiche all’incirca 11 miliardi di anni fa, quando l’età dell’universo era di due o tre miliardi di anni appena, e la cui luce ci giunge ora dopo aver attraversato le più recondite profondità del cosmo.




Nove piccole galassie, viste da Hubble

Credits: NASA, ESA, P. van Dokkum (Yale University), M. Franx (University of Leiden), and G. Illingworth (University of California, Santa Cruz and Lick Observatory)


Ma la distanza o l’età assai giovane di queste strutture, non sembra sufficiente a spiegarne la peculiarità; sostengono infatti gli astronomi coinvolti nella ricerca, che nessuna galassia di massa paragonabile, è mai
stata osservata essere così compatta. Questo pone una formidabile sfida alla teoria dell’evoluzione galattica: di fatto, tali galassie devono essere soggette ad una evoluzione considerevole, per poter apparire all’epoca presente con la forma e le dimensioni delle galassie usuali. Potrebbero essere coinvolte in una serie di collisioni e fusioni con altre galassie, nel corso del tempo, anche se pare che questo scenario
comunque non riesca a dare ragione pienamente delle loro caratteristiche…



Space Telescope Press Release

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Segni di impatti multipli di meteoriti su Marte

Non è troppo inusuale, per un ambiente come Marte, il fatto che vi possano essere stati impatti multipli di
meteoriti allo stesso tempo…

…Quando questo accade, la forma del cratere che si viene a costituire rivela in realtà
un cratere composito, frutto di diverse sovrapposizioni. In tal caso la forza dell’impatto è segnalata
agli osservatori da una specie di “muro” che separa tra loro i singoli crateri. Le immagini ora rilasciate
dalla NASA (con l’ottima risoluzione di addirittura 18 metri sulla superficie) si riferiscono ad un luogo sulla superficie di Marte dove sono stati prodotti tre
crateri simultanemente.

Le immagini sono state raccolte con lo strumento

THEMIS (Thermal Emission Imaging System)
a bordo della
sonda Mars Odyssey; interessante notare come, oltre il triplo cratere, le immagini mostrino anche, nella parte
superiore, un altro cratere composito, questa volta doppio.




Un triplo ed un doppio cratere, in questa zona di Marte…!

Credits: NASA/JPL/MOLA



Themis Press Release

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