Blog di Marco Castellani

Il centro della nostra Galassia

di Sabrina Masiero

Crediti: ESO/S. Gillessen et al.

Dopo 16 anni di attenti studi e grazie allo strumento NACO del Very Large Telescope dell’European Sourthern Observatory (ESO), un gruppo di ricercatori tedeschi, sul finire del 2008, sono riusciti a ricavare una delle più dettagliate osservazioni del buco nero supermassiccio al centro della nostra Galassia. In particolare, si è potuto esaminare la regione centrale mappando l’orbita di almeno 30 stelle, una delle quali ha completato un’orbita intorno al buco nero.

Osservando i moti di 28 stelle che orbitano attorno alla regione centrale della nostra Galassia con straordinaria pazienza e incredibile precisione, un gruppo di ricercatori tedeschi sono riusciti a studiare il buco nero supermassiccio ospitato nella parte centrale della nostra Galassia.
Il centro della nostra Galassia è uno laboratorio unico dove è possibile studiare i processi fondamentali di alta gravità, di dinamica e formazione stellare che sono di notevole rilevanza per tutti i nuclei galattici, con un livello di dettaglio impossibile al di fuori della nostra Galassia“, ha affermato Reinhard Genzel, ricercatore a capo del gruppo al Max-Planck Institute for Extraterrestrial Physics a Garching, vicino a Monaco.

La polvere interstellare che permea la nostra Galassia impedisce una visione diretta della regione centrale della Via Lattea nella luce visibile. Di conseguenza, è necessario studiare la radiazione infrarossa che penetra e attraversa la polvere per avere un’idea migliore di com’è il core centrale. 

In particolare i ricercatori tedeschi hanno utilizzato le stelle centrali come “particelle di prova” osservandone il loro moto attorno al punto ipotetico centrale della nostra Galassia, chiamato “Sagittarius A star”. Queste osservazioni sono risultate fondamentali per capire le proprietà del buco nero stesso, per esempio la sua massa e distanza. Lo studio ha mostrato inoltre, come almeno un 95% circa della massa cui risentono le stelle debba essere dovuta al buco nero.

Senza dubbio, l’aspetto più spettacolare di questa lunga ricerca è che essa può essere considerata come la migliore evidenza empirica dell’esistenza del buco nero supermassiccio.  Le orbite stellari nel centro galattico mostrano che la concentrazione di massa centrale di circa 4 milioni di masse solari debba essere, senza alcun dubbio, un buco nero, “, ha affermato Genzel. Le osservazioni, inoltre, hanno permesso ai ricercatori di determinare con estrema precisione la nostra distanza dal centro galattico, che è pari a 27.000 anni luce.

Questi grandiosi risultati sono stati ottenuti grazie alle osservazioni iniziate nel 1992 con la camera SHARP attaccata al New Technology Telescope dell’ESo di 3.5 metri di diametro a La Silla, Cile. Altre osservazioni sono state portate avanti fino al 2002 utilizzando altri due strumenti montati sul telescopio Very Large Telescope di 8.2 metri di diametro dell’ESO.
Il team di ricercatori è composto da Stefan Gillessen, Frank Eisenhauer, Sascha Trippe, Reinhard Genzel, Thomas Ott (MPE, Garching, Germania), Tal Alexander (Weizmann Institute of Science, Israele) e Fabrice Martins (GRAAL-CNRS, University of Montpellier, Francia).
Reinhard Genzel ha ricevuto il prestigioso premio “Shaw Prize in Astronomy for 2008” nel 2008 per questa scoperta.

Fonte ESO: http://www.eso.org/public/images/eso0846a/ e http://www.eso.org/public/news/eso0846/ .

Sabrina

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9 Comments

  1. mcastel

    Ottimo.. ci contavo!!! 😉

  2. sabrinamasiero

    Marco, sono qui :-)))

  3. sabrinamasiero

    Carissimi, vedo solo ora la vostra conversazione.
    Leggo l'articolo apparso nel 2008 di Gillessen, Eisenhauer e altri. Solo lì si potranno avere informazioni utili e spero di rispondre alla tua domanda, Massimo.
    Marco, scusami, ma in Redazione non riesco mai a vedere le nuove domande e così, solo per caso, quando mi metto a guardare gli articoli più vecchi, mi accorgo di qualche nuovo fatto.
    A presto, ragazzi!

  4. massimo7970

    Non avevo dubbi che già ad occhio avresti capito se era un calcolo giusto. Effettivamente ddevo aver sbagliato una serie di cose, a partire dalle unità di misura nel calcolo del raggio di Schwarzschild a qualche errore in excell. Appena Giulia (mia figlia) si tranquillizza un attimo, ci riprovo. Grazie comunque per la risposta. A presto.

  5. mcastel

    oh, non è mica che vi state coalizzando eh… ? :-))

  6. No, continua pure a stressarli… tu domandi ed io imparo di più! 😉

  7. mcastel

    Caro Massimo,
    grazie per l'interesse con cui segui il nostro sito.. altro che
    stress, ci fa piacere!!
    Io al momento sono in mezzo alla preparazione di documentazione per un
    finanziamento (con scadenza a breve, naturalmente!), appena conclusa
    questa faccenda mi guardo la tua domanda e cerco di capire.. certo 0,7
    c mi sembra un pò tantino..
    Il primo che passa in redazione (tra me e Sabrina) gli tocca di
    dirimere la questione! Ma è sempre un piacere 🙂
    Marco
    2010/5/18 Disqus <>:

  8. massimo7970

    Ho fatto due conti e correggetemi se mi sbaglio, ma se è vera l'affermazione che ho fatto in precedenza (10 anni per un'orbita) quella stella “correva” ad almeno 0,7 c! Possibile?
    PS: Scusatemi se vi stresso sempre…. 😉

  9. massimo7970

    Se non ho capito male, sono riusciti a vedere una stella che ha compiuto un'orbita in circa 10 anni. Ora non sono così preparato a riguardo, ma considerata la massa del buco nero, l'orizzonte degli degli eventi non dovrebbe essere così “prossimo” alla singolarità. Per cui suppongo che anche la stella dovrebbe essere alquanto vicina a tale orrizzonte. A questo punto, mi chiedo: che tipo di effetti relativistici si possono osservare su tale stella? Ne sono stati osservati? Come sempre un bell'articolo e su di un argomento che nell'immaginario collettivo è sicuramente uno dei misteri più affascinanti.

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