Blog di Marco Castellani

Mese: Luglio 2007 Page 2 of 3

La sessantesima luna di Saturno… e’ ancora una notizia?

Un interessante commento su Sky and Telescope pone la questione della rilevanza e dell’interesse di alcune notizie astronomiche, nel quadro dell’enorme flusso di informazioni che ormai ci provengono dalle ricerca nello spazio.

E’ ancora una notizia, la scoperta di una nuova luna di Saturno? E più in generale, quando si arriva al punto che le scoperte non sono più notizie? Fino a poco tempo fa, ad esempio, la scoperta di ogni singolo pianeta extrasolare era davvero una scoperta nel senso che faceva davvero notizia, portava un carico di suggestione nell’immaginario collettivo, abituati come eravamo a pensare ad altri pianeti simili alla Terra solo come scenario di romanzi di fantascienza…

Ma ora che il numero di pianeti extrasolari è arrivato a quota 256 – e plausibilmente aumenterà ancora – ha senso riportare con enfasi il dettaglio di ogni nuovo pianeta trovato?E le lune di Saturno? Ben sessanta ne sono state individuate finora
ma sapremmo dire quante lune di pianeti conosciamo ?

Dunque potrebbe sembrare che alcune scoperte poi scivolano nella ricerca più ordinaria (anche se importante) e perdono forse di impatto per il pubblico più vasto… che ne pensate? La quesione mi sembra interessante, perchè tocca diversi temi interconnessi come scienza, obiettivi della ricerca, divulgazione, importanza dei risultati… Lasciate un commento o intervenite nel forum, per dire la vostra!



Articolo di Sky and Telescope

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Nuovo logo (e nome) per la missione Esperia…

L’Agenzia Spaziale Italiana e l’ESA hanno appena annunciato di aver scelto il nome per la missione di Paolo Nespoli sul volo dello Shuttle STS-120, che verrà lanciato in ottobre. E il logo è stato creato da Giugiaro…

Il nome deriva dal termine usato dagli antichi greci per indicare la penisola italiana. Il nome scelto vuole sottolineare che la missione di Paolo Nespoli sarà una grande dimostrazione di tecnologia italiana, con la consegna del Nodo 2 della Stazione Spaziale Internazionale, costruito in Italia; e come questa opportunità derivi dalla visione dell’ASI e dell’industria italiana, capaci di sviluppare e fornire alla NASA tre containers pressurizzati (i cosiddetti Multi Purpose Logistic Modules – MPLM) nell’ambito di un accordo bilaterale.

Come risultato dell’accordo, l’ASI ha ottenuto sei possibilità di volo sullo Shuttle. La stretta cooperazione tra ESA e ASI ha fatto sì che questa flight opportunity in particolare fosse affidata a Paolo Nespoli, un astronauta dello European Astronaut Corps. La prima di queste possibilità era stata affidata invece a Umberto Guidoni, che trascorse 10 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nell’aprile del 2000.

L’accordo tra ESA e ASI per la gestione congiunta di questa importante missione è stato firmato il 19 giugno 2007, in occasione del Salone Aerospaziale di Parigi a Le Bourget, dal presidente dell’ASI, il prof. Giovanni F. Bignami, e dal direttore dei programmi di Volo umano nello spazio, Microgravità ed Esplorazione, Daniel Sacotte.

In base a questo accordo l’ASI ha affidato la creazione del logo della missione al famoso designer Giorgetto Giugiaro e alla sua società Italdesign-Giugiaro S.p.A., per mezzo di un accordo di sponsorizzazione. Il logo vuole comunicare che la missione Esperia è tanto un passaggio chiave nel completamento della Stazione Spaziale, quanto un importante passo avanti nell’esplorazione dello spazio, in cui l’Italia e l’ASI stanno giocando un ruolo chiave in Europa e sulla scena internazionale.

“L’Italia è uno dei maggiori attori europei nel campo delle attività spaziali” ha dichiarato Simonetta di Pippo, Responsabile dell’Unità Osservazione dell’Universo dell’ASI. “Come suggerisce il suo nome, la missione Esperia è un esempio dell’impegno italiano a lungo termine per l’esplorazione spaziale, e della nostra visione e ambizione per il futuro. È anche un ulteriore esempio della capacità dell’industria italiana, su cui contiamo per confermare i nostri investimenti nei programmi spaziali Europei”.

La missione Esperia sarà il primo volo di Nespoli sullo Shuttle, e lo vedrà far parte di un equipaggio di sette persone. L’astronauta italiano avrà un ruolo fondamentale nell’installazione del Nodo 2 (costruito da Thales Alenia Space), e coordinerà le attività dall’interno dello Shuttle mentre i suoi compagni compiranno quattro “passeggiate spaziali” all’esterno. Dovrà inoltre condurre un programma congiunto ESA/ASI di esperimenti nel campo della fisiologia umana e della biologia, e collaborare alla gestione e manutenzione dei sistemi di controllo a bordo dell’orbiter.


Il logo di Esperia

“Il Nodo 2, primo nodo di costruzione europea a essere lanciato, è di cruciale importanza per il futuro della Stazione Spaziale” ha spiegato Daniel Sacotte. “Servirà come via di passaggio per il laboratorio Columbus dell’ESA, per il laboratorio statunitense Destiny e per quello giapponese Kibo, e come punto di aggancio per il Hll Transfer Vehicle giapponese. In più trasporterà un adattatore per l’attracco dello Space Shuttle e servirà come punto di aggancio per i MPLM. Scienziati e progettisti in tutto il mondo attendono con impazienza l’installazione del modulo”.

Una delle particolarità della missione Esperia è il coinvolgimento del Ministero per la Solidarietà Sociale. Per richiamare l’attenzione sul tema dell’eguaglianza di diritti e opportunità tra tutti i cittadini europei, durante il suo volo Paolo Nespoli porterà in orbita diverse patch del Ministero della Solidarietà Sociale.

(Press Release di ASI)



Disponibile anche la Press Release ESA

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Alla scoperta di Galaxy Zoo: ora le galassie si classificano… da casa!

Uno dei grandi problemi della moderna astronomia è che i dati si raccolgono in maniera molto più veloce del tempo necessario per analizzarli. Perchè dunque non pensare ad una “archittettura distribuita” che permetta a chi vuole di contribuire ad un pezzetto di ricerca, aiutando gli scienziati? C’e’ chi ci ha pensato, in effetti…

Chris Lintott è un astronomo britannico che, trovandosi davanti al problema di identificare migliaia, o centinaia di migliaia di galassie del progetto Sloan Digital Sky Survey, ha pensato di “aprire al pubblico” il suo laboratorio scientifico e permettere di farsi aiutare da ogni persona che ne abbia voglia, e che abbia a disposizione un computer connesso ad Internet.

Così è stato creato Galaxy Zoo. Come recita la main page il progetto, “sfrutta la potenza di Internet – e del tuo cervello – per classificare un milione di galassie. Prendendovi parte, non solo contribuirai alla ricerca scientifica, ma andrai a vedere parti di Universo che letteralmente nessuno ha mai visto prima e darai senso alla gloriosa varietà di galassie
disseminate nel cielo…”


La galassia NGC6070
Credits: Sloan Digital Sky Survey

L’altra idea portante del progetto,è che “Il cervello umano è molto più bravo a riconoscere delle configurazioni di quanto possa fare un computer.” Ogni programma per computer che divide le galassie in varie categorie può fare un lavoro dignitoso, ma inevitabilmente lascia fuori un bel po’ di galassie che per vari motivi non riescono a rientrare nelle categorie “standard” definite e riconoscibili dalle procedure automatiche.

Il bello è che così rimangono fuori proprio dei sistemi che per la loro peculiarità possono essere ben più interessanti di quelli catalogabili in maniera automatica! Per questo, niente di meglio dell’occhio umano: segnandosi nel sito, si passa una procedura (non troppo difficile) di addestramento, e poi si comincia il “lavoro vero” di classificare realmente galassie che (in pratica) nessuno ha ancora studiato. Il sito è ovviamente in Inglese, comunque il linguaggio adottato non risulta troppo complesso.

Il sito di Galaxy Zoo

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Scoperta la sessantesima luna del pianeta Saturno

Proprio così: ora Saturno è arrivato a quota sessanta, in termini del numero di lune che sono state scoperte…

La luna numero sessanta in orbita intorno a Saturno è stata trovata utilizzando la potente camera a largo angolo a bordo della sonda Cassini. Come spiega Carl Murray,
del team di scienziati che controlla la sonda, “stavo guardando alcune immagini nella regione vicino alle lune di Saturno Methone e Pallene e qualcosa ha attirato
la mia attenzione…”.




La piccola “nuova” luna di Saturno…

Credits: NASA/JPL/Space Science Institute

La luna appena scoperta è apparsa per la prima volta in forma di un puntino molto debole in una serie di immagini di Cassini del sistema di anelli di Saturno,
il 30 maggio di quest’anno. Dopo la scoperta, Murray e i suoi collaboratori hanno giocato ai “detective interplanetari”, cercado segni della presenza della “nuova”
luna nella voluminosa libreria composta dalle immagini acquisite finora dalla sonda Cassini.

Tale lavoro si è dimostrato fruttuoso: gli scienziati sono riusciti a localizzare numerose detezioni aggiuntive, nelle immagini del
periodo tra giugno 2004 e giugno 2007. Tali dati rendono possibile stabilire in maniera soddisfacente l’orbita di tale luna, parametro importante per la conoscenza
del sistema di Saturno e per la missione Cassini stessa (e per missioni future). A proposito della nuova luna, chiamata per ora “Frank” (in attesa di un nome più appropriato), non si può proprio dire sia “gigantesca”.. è larga infatti appena un paio di chilometri e, come molte delle sue “vicine”, è composta principalmente
da ghiaccio e roccia. E’ la quinta luna scoperta dagli scienziati che seguono la sonda Cassini.

Murray e collaboratori avranno la possibilità in tempi non troppo
lontani di studiare bene la luna Frank: la traiettoria di Cassini infatti è tale che la sonda passerà a meno di 12.000 chilometri dalla piccola luna nel mese di dicembre del 2009.



NASA/JPL Press Release

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Rose…


.rows of roses.
Inserito originariamente da Eden Photography

Anche oggi che cammini
in un disamore di nuvole
e non vedi

pur fioriscono le rose
nel quieto giardino
(d’ogni altra bellezza
umile avamposto)

e chiedon devote
il tuo sguardo
soltanto.

(La poesia non è nuova, ma la foto me l’ha riportata alla memoria e così ho pensato che potevano ben integrarsi l’un l’altra…)

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Fuochi d’artificio stellari in NGC 4449…

Alla rispettabile distanza di circa 12,5 anni luce dalla Terra, nella galassia nana NGC 4449, va in scena uno stupendo spettacolo di “fuochi d’artificio”, mostrato in straordinario dettaglio dal telescopio spaziale Hubble…

Sono centinaia di migliaia, in colori blu elettrico e rosso, le stelle visibili nella nuova immagine della galassia NGC 4449 che ci viene regalata dal telescopio spaziale Hubble. Inoltre, sparsi qua e là per la galassia, sono anche visibili ammassi stellari composti da stelle di grande massa, separati tra loro da diverse regioni ove la gran quantità di gas e polveri favorisce la intensa formazione stellare.

NGC 4449 appartiene ad un gruppo di galassie nella costellazione di Canes Venatici (ovverosia, “Cani da caccia”), ed in realtà sta passando il tempo a formare stelle già da un bel pò (diversi milioni di anni), ma a quanto pare al momento sta attraversando una fase di formazione stellare ancora più “esuberante” rispetto alla sua storia passata, tanto che si stima che se
dovesse continuare a formare stelle a questo ritmo, le riserve di gas e polveri potrenno sostenere la formazione stellare in tale galassia ancora “solo” per un altro milione di anni o giù di lì.

Va detto anche, per rimarcare la peculiarità di tale galassia, che “normalmente” galassie di questo tipo presentano intensa formazione di stelle solamente nella zona centrale, dove invece NGC 4449 ha una zona di formazione stellare ben più estesa, dato che le stelle più giovani risultano visibili sia nella zona del nucleo sia addirittura intorno alla galassia stessa.

NGC4449 vista dal Telescopio Spaziale Hubble
Crediti: NASA, ESA, A. Aloisi (STScI/ESA), and The Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration<

E’ possibile che una spiegazione della peculiarità della storia di formazione stellare in NGC 4449 sia da ricercarsi in una passata interazione (e forse fusione) con una galassia compagna più piccola. Più in generale, gli astronomi ritengono che nella storia di NGC 4449 siano intervenuti diversi episodi di interazione con diverse altre “galassiette” nei suoi dintorni…

SpaceTelescope.org Press Release

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Stendi i panni… in Argentario!

Siamo tornati sabato dalle due settimane all’Argentario… Direi che pur nella “consueta fatica” di genitori, sia per me che per Paola la scelta del bungalow in un campeggio attrezzato, sia stata vincente… Eh sì, in effetti il fatto di essere in un ambiente di quel tipo ha indubbiamente favorito la socializzazione dei nostri bimbi, facendo sì che almeno un poco della loro energia venisse rivolta verso l’esterno e non solo verso i “poveri genitori” che già provati da un anno di lavoro-famiglia, cercavano di trovare dei momenti di riposo… 😉

Tra l’altro,. pensavo di inviare post più frequentemente anche dal campeggio, ma mi sono un poco impicciato con la gestione via telefonino, e dunque il mio nuovo blog è rimasto perlopiù inattivo (eh sì, ancora mi impiccio pure io con la tecnica e le “meraviglie” di questo web2.0… eppure lo dice uno che per l’età ed il lavoro che fa, ha anche vissuto in pieno l’arrivo del “web1.0” .. ehm….)

Beh per il resto, mi rendo conto che una narrazione dettagliata di queste due settimane rischierebbe di annoiare oltremodo anche i miei pochi… cioè selezionati lettori, dunque procedo per impressioni, butto lì solo qualche flesh… Ad esempio, la piccola Agnese, scatenata nella baby dance serale nel luogo dell’animazione (cioè proprio davanti al nostro bungalow…). Incredibile, non voleva tornare a “casa” fino a che non erano terminate tutte le attività dell’animazione serale, da non credersi, per una bimba così piccola! Che gusto vederla “ballare” alle canzoni – che aveva ormai imparato – tipo “stendi i panni… stendi i panni… asciuga, il sole asciuga…”

E vederla che guadagna autonomia, giorno per giorno, quando la si vede muoversi nel campeggio sicura e decisa…sì sta crescendo pure lei, indubbiamente.

Claudia che fa amicizia con una coetanea, girano sempre insieme (le amicizie dell’adolescenza…), si cercano ogni giorno… alla fine della vacanza, baci ed abbracci come si fossero conosciute da una vita…. Andrea e Simone a giocare alle loro carte magic con altri ragazzi del campeggio… E dalla posta elettronica, attraverso il telefonino, alcune belle sorprese, come i due articoli scientifici accettati, uno dopo l’altro… quello sull’ammasso globulare Omega Cen. e soprattutto quello – a cui tengo molto – dei rami orizzontali al variare dell’elio…

E che dire dell’agriturismo vicino a Talamone, con quegli spendidi gnocchetti, le specialità maremmane…. la vista panoramica sulla campagna toscana? Certo, per noi ogni scusa era buona, gli ultimi giorni, per finire a mangiare lì, la sera… ! 😉

Che dire… forse (sia io che Paola) avremmo sperato di riposarci ancora di più ma… beh non possiamo comunque lamentarci, in ogni caso!

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La misteriosa stellina vicino a RCW 103…

Potrebbe essere la presenza di una stella di piccola massa a spiegare perchè la stella di neutroni residuo dell’esplosione di supernova RCW 103 ruota così lentamente…

Sappiamo che le stelle più grosse di otto volte il Sole, terminano i loro bruciamenti nucleari in una spettacolare esplosione a supernova. Gli strati più esterni allora vengono espulsi nello spazio ad una velocità di migliaia di chilometri all’ora, spargendo nell’ambiente gli elementi pesanti elaborati dalla stella durante la sua “esistenza”. Dove si trovava la stella, al suo posto si trova sovente un oggetto molto piccolo e compatto, chiamato stella di neutroni. Nonostante il suo diametro davvero esiguo (una manciata di chilometri appena!), la materia che la costituisce è così densamente impacchettata che può contenere ugualmente una massa anche superiore a quella del Sole…!

Una nuova immagine in banda X mostra i residui – antichi di 2000 anni – di una esplosione di supernova, conosciuta con la sigla RCW 103, a circa diecimila anni luce dalla Terra. Nelle immagini di Chandra, si
scorge al centro un piccolo puntino blu, che corrisponde con ogni probabilità alla stella di neutroni che si ritiene si sia formata come residuo dell’esplosione della supernova. Orbene, per diversi anni
gli astronomi si sono scervellati per comprendere il comportamento di questo peculiare oggetto, che esibisce variazioni sorprendentemente ampie nell’emissione in banda X…

I resti di supernova RCW 103 visti da Chandra: potrebbe esservi una stellina “invisibile” vicino alla stella di neutroni…

Credits: NASA/CXC/Penn State/G.Garmire et al

Nuovi dati di Chandra mostrano che la stella di neutroni compie una rotazione intorno a se stessa in circa 6,7 ore, confermando in questo recenti risultati di XMM-Newton. Questo è strano, perchè ci si attende
che una stella di neutroni di questo tipo dovrebbe ruotare molto più velocemente!

Una spiegazione possibile consiste nell’ipotizzare che vicino alla stella di neutroni vi sia una stella di piccola massa, che le orbita attorno, troppo debole per essere osservata con i nostri strumenti. Il gas che questa “compagna invisibile” fa cadere sulla stella di neutroni (per la grande forza gravitazionale di quest’ultima) potrebbe così alimentare la sua emissione in banda X, e l’interazione tra i campi magnetici delle due stelle, potrebbe spiegare il “rallentamento” della velocità di rotazione della stella di neutroni…


Chandra Press Release

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