La missione Keplero della NASA ha riportato la scoperta di ben undici nuovi sistemi planetari, che ospitano complessivamente ventisei pianeti. La scoperta in pratica raddoppia il numero di pianeti osservati da Keplero e addirittura triplica il numero delle stelle delle quali si conosce la presenza di un pianeta che transita periodicamente davanti alla stella medesima. Si ritiene che tali “nuovi” sistemi aiuteranno considerevolmente gli astronomi a capire come si formano i pianeti.
Nel complesso, i pianeti orbitano piuttosto vicino alla loro stella “madre”, e spaziano in grandezza da circa una volta e mezzo il raggio terrestre, e dimensioni anche maggiori di Giove, il pianeta gassoso gigante del nostro Sistema Solare. Quindici pianeti risultano poi avere dimensioni comprese tra la Terra e Nettuno. I pianeti compiono una orbita completa intorno alla loro stella impiegandoci da sei a centoquarantatrè giorni (abbastanza veloci, tutto sommato, il che si comprende bene per il fatto che siano su orbite strette). Tutti quanto risultano più vicini alla loro stella di quando Venere è vicina al Sole.
Alla NASA commentano la scoperta evidenziando il fatto che la Galassia sia piena di pianeti di tutte le forme e le orbite (“positively loaded with planets…”).
Keplero é riuscito ad identificare i candidati misurando ripetutamente la variazione in magnitudine di più di 150.000 stelle, al fine di “beccare” un pianeta che passa davanti alla sua stella (oscurando parte della luce proveniente da esso).
La sonda è stata lanciata il 7 marzo del 2009, ha una durata prevista di cinque anni, duranti i quali osserverà oltre centomila stelle. E’ considerato il primo strumento capace di rilevare pianeti delle dimensioni della Terra – o anche meno – al di fuori dei confini del nostro Sistema Solare.
E sta facendo davvero un ottimo lavoro, possiamo ben dirlo.
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mcastel
Ciao Vincenzo,
effettivamente le ricerche recenti ci stanno mostrando come i sistemi planetari siano abbastanza diffusi. La condensazione della stella da una nube di gas e polveri induce spesso a formazione di corpi più piccoli, che appunto gravitano intorno alla loro stella “madre”. E’ chiaramente un campo che diventerà sempre più importante per la ricerca astronomica dei prossimi anni, dal momento che stiamo finalmente diventando capaci, con le più recenti missioni, di trovare i pianeti via via più piccoli, e non solo quelli detti “gioviani”. Peccato solo per PLATO, che non ha passato l’ultimo “esame” da parte di ESA.. avrebbe fatto grandi cose in questo campo, ora dobbiamo aspettare…
Il giorno 27 gennaio 2012 08:46, Disqus <
Anonimo
Già, lo avranno ritenuto competitivo con kepler.
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/universita/2011/5-luglio-2011/satellite-34-occhi-cerchera-altre-terre-1901024461255.shtml
Però utilizzando i dati di kepler, in una simulazione al computer, le organizzazioni scientifiche potrebbero verificare questa mia ipotesi.
Esplosione stellare di assestamento (asimmetrica), emissione di onde di pressione, Concentrazione in punti vicini (alta densita pianeti rocciosi) e medi (bassa densità pianeti gassosi).
mcastel
In realtà PLATO e Kepler potevano benissimo coesistere… tra l’altro, anche sotto il profilo della quantitàdi sistemi indagati, va detto che PLATO avrebbe osservato (e si spera, osserverà) un numero di stelle assolutamente maggiore rispetto a Kepler.. basta guardare il grafico a barre riportato in questa pagina per averne un’idea… davvero impressionante..
http://www.gruppolocale.it/y32r (link alle pagine ufficiali di PLATO Italia)
Il giorno venerdì 27 gennaio 2012, Disqus ha scritto:
Anonimo
Ho dato un’occhiata al grafico, Impressionante se ho visto bene KEPLER ha osservato circa 1/60 di quando invece potrebbe osservare PLATO.
beh, se in futuro non lo lanciassero sarebbe proprio una ottima occasione persa.
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P.s. MI dispiace per la morte di Franco Pacini, mi ha sempre piaciuto ascoltarlo anche se avevo spesso l’impressione che lui (come me) non si prendesse mai sul serio, controllava le parole e quando temeva di aver detto qualcosa di impreciso diventava visibilmente emozionato, facendosi così scoprire.
mcastel
Sì in effetti il catalogo di PLATO sarebbe stato straordinario.. tra l’altro avrebbe beneficiato dei cataloghi intermedi di GAIA, contenenti miliardi di stelle… Ora è tutto rinviato, speriamo bene…
Franco aveva questo sguardo così acceso, e mi faceva simpatia istintivamente… Ora non ricordo date e momenti, ma sono abbastanza certo che lo abbia incontrato in più di una occasione, mentre piccolino andavo dietro a mio papà… quello che dici in realtà me lo fa ancora più umano, più simpatico 🙂