Blog di Marco Castellani

Mese: Luglio 2012

Il sorpasso…

Giusto per provare il meccanismo di “incorporazione Tweet” nativo nella nuova versione di Wordpress… Comunque ora Twitter è avanti di due!

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Quinta luna per Plutone!

Adesso sono diventate cinque le lune di Plutone. Ne è stata appena scoperta un’altra, grazie alle immagini prese da Hubble. Il celebre telescopio spaziale sta lavorando per preparare la missione New Horizons, che dovrebbe incontrare il pianeta nano nel 2015. Nella figura la luna è appena un puntino, che si muove attorno a Plutone  mentre l’intero sistema orbita molto lentamente attorno al Sole.

La quinta luna di Plutone è appena un puntino, ma c’è! Image Credit: NASA, ESA, Mark Showalter (SETI Institute)

La luna è veramente piccola, si estende per circa 15 chilometri, ed è composta per lo più da ghiaccio d’acqua. Interessante il fatto che Plutone sia ormai l’unico oggetto famoso del Sistema Solare mai visitato da una sonda. La sua origine e tanti dettagli della sua struttura sono (anche per questo) ancora ignoti.

http://apod.nasa.gov/apod/ap120716.html

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Déjà Vu, l’arte non invecchia

La mia auto è il regno sovrano dell’entropia. Così ogni tanto capita che vi ritrovo delle cose che davo per disperse ormai da tempo. Ogni ritrovamento (avvenuto per caso o in seguito a mirati  carotaggi) è interessante, è come se le cose tornando mie riprendessero un po’ di quella luccicanza propria degli oggetti nuovi, appena comprati.
Tra le cose emerse di recente è un contenitore di CD con alcuni dischi che – essendomi scomparsi dalla vista – erano scomparsi anche dalle orecchie (stante il fatto che praticamente la musica la sento in macchina)
Tanto di cappello, signori miei…
Allora l’altro giorno ho rimesso nel lettore  Deja Vu, di Crosby, Stills Nash e Young. Mi piace da matti andar in giro per Roma con questi magnifici quattro che buttano giù un capolavoro dopo l’altro, senza alcuna parsimonia. In tempo di crisi, trovare ‘sti tipi che regalano abbondanza a piene mani, non è male. Inizi l’ascolto e dopo pochi minuti sei già preso, quando questi qui intonano insieme
Carry on, love is coming, love is coming to as all…

sei già calato dentro, non puoi scappare. Sarà che è masterizzato alla grande, ma non hai l’impressione di ascoltare musica del 1970. Quarantadue anni fa? Sì, quarantadue. Incredibile. 
Sembra così… così moderna. Così moderna che la musica di oggi sembra vecchia, pigra, di poca inventiva (E sommersi sopratutto da immondizie musicali, ammoniva già il grande Battiato quella famosa estate (credo) del 1981, in cui impazzò La voce del padrone
Sono grandi. Il minimalismo ante litteram di 4+20 … una delle canzoni sotto i tre minuti più belle in assoluto…  il glorioso crescendo di Woodstock (da brivido, vi assicuro), la domestica deliziosità di Our House… ogni canzone è una gemma. L’arrangiamento lo è. Le voci. Il modo di suonare.
Modernissimo. Perché invecchia solo la musica scadente.
O forse… sto invecchiando io? O sono proprio bravi loro o sto invecchiando io.
No, no. E’ la seconda che ho detto, certamente.

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La scadenza è il quindici

Se non metto scandenze non termino nulla, è l’amara verità. Rimangono i progetti in piedi, a metà, anche per anni.
Ora c’è questo romanzo, Il Ritorno. Va finito. Bisogna mettere la parole fine e lasciare che vada per la sua strada. E’ un romanzo importante, almeno per me. E’ una sfida vinta, è un sogno realizzato. Pur nei suoi limiti, è una cosa che sono riuscito a fare e che non avrei pensato di riuscire a fare.
Il nucleo del romanzo è stato elaborato durante il “Nanowrimo” del 2009: in un prossimo post, vi regalerò qualche dettaglio sulla trama.  Per chi non lo sapesse, il National Novel Writing Month è essenzialmente una sfida. Innanzitutto, con se stessi. Si tratta di abbandonare per un mese tutte le perplessità, mandare in vacanza il proprio censore interno, e scrivere. Scrivere e basta. Contano le parole: un romanzo di almeno 50.000 parole. Questa è l’unica condizione per vincere: 50.000 parole.
Facendolo, ho scoperto che il fatto di puntare esclusivamente alla quantità è assai meno ridicolo di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Vuol dire, sostanzialmente: fai il lavoro. Stacci. Non farti bloccare ma buttati dentro questa cosa.

Per me è stata una sorpresa bellissima esserne uscito vincitore. Mi ha lasciato con un manoscritto da rivedere e per la prima volta nella vita, con un romanzo mio, da poter mostrare al mondo.
In realtà, come ho potuto scoprire, la vera sfida inizia dopo, alla chiusura della competizione. Dopo un mese galvanizzante, in cui hai dovuto combattere contro tutte le resistenze, dove sei riuscito a mettere da parte tutti i velenosi dubbi, ecco che hai srotolato una trama, un percorso.
Ma sei solo all’inizio.

Ci sono tante cose da sistemare, da mettere a posto. Devi lasciar decantare e poi ritornarci dentro. Devi passare dentro le parti che ti sembrano deboli, le parti che ma ho davvero scritto io questa roba? e lavorarci. 
Accettare lo scarto tra cosa vorresti e cosa ottieni. Così la tentazione più facile e pericolosa è lasciare tutto ad uno stadio di quasi pronto, con uno spazio mentale per dire beh ma devo sempre lavorarci… 


La cosa sorprendente, è vedere che lavorandoci sopra, lo scarto tra quello che ottieni e quello che vorresti, può essere ridotta. Ti puoi avvicinare a quello che volevi, senza arrivarci quasi mai (ma quando ci arrivi è bellissimo).

Così ho fatto una revisione, due revisioni.. l’ho stampato con Lulu, l’ho regalato a mia moglie, ho ricominciato a lavorarci. Mi sono accorto che ormai giravo su me stesso, prendendo tempo e scuse per non terminare mai. 
Allora, basta. Un mese fa ho messo una deadline. Una scadenza (in inglese mi suona più perentorio).

Ottimo, direte voi. Ben fatto.

E il guaio è solo che era una deadline di un mese, per cui… è quasi finita. La tentazione di prorogare è tanta, le scuse le ho già pronte (famiglia, incombenze, lavoro, etc… ) ma cercherò di non farlo. 

Ecco qui: ci lavoro fino al 15 luglio, poi mi prendo fino alla fine del mese per sistemarlo in volume e proporlo su un sito di autopubblicazione (a meno che un grosso editore non si faccia sentire con una vantaggiosa proposta…), e ad agosto è lì disponibile per essere acquistato.
Che ne pensate? Soffrite anche voi di tendenza alla procrastinazione sine die? Afflitti da perfezionismo cronico? E in caso, che strategie adottate contro queste cose? Fatemi sapere nei commenti!

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Temperature misurate su un cratere di Vesta

Questa immagine colorata è stata presa dalla sonda Dawn della NASA e mostra le variazioni di temperatura sul cratere Tarpea, vicino al Polo sud del gigantesco asteroide Vesta. Ottenuta dal Visible and Infrared Mapping Spectrometer, i dati mostrano le zone più calde in bianco ccon una temperatura di -23 ° C; le aree scure, invece, sono le più fredde con valori che sono pari o inferiori a -150 °C.

Le variazioni del rosso nelle ombreggiature indicano l’intensità della luce emessa ad una lunghezza d’onda di 5 micron, che è indicativo della temperatura superficiale dell’asteroide.

Il Visible and Infrared Mapping Spectrometer ha ottenuto varie immagini durante la mappatura a bassa quota , a circa 210 chilometri di altitudine, il 4 febbraio 2012.

Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech/UCLA/INAF
Fonte NASA Gallery – Taking Tarpeia’s Temperature: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_2291.html

Sabrina 

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Samantha Cristofoletti verso la ISS nel novembre 2014

Samantha Cristofoletti in una foto della sua pagina Twitter disponibile su: https://twimg0-a.akamaihd.net/profile_images/1518974245/SamanthaFlag-sq.jpg

Oggi l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Aeronautica Militare hanno annunciato in una conferenza stampa alle ore 10.30 che Samantha Cristofoletti sarà il settimo astronauta italiano (e la prima donna in assoluto) a volare nello spazo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sul finire del novembre 2014, dopo la missione del Capitano Luca Parmitano, la cui missione è stata programmata per il maggio 2013. Samantha Cristoforetti partirà dal Cosmodromo russo di Baikonur (Kazakistan) a bordo del razzo vettore Soyuz Expedition 42/43, per una missione di lunga durata, circa sei mesi.

“È una grande soddisfazione – ha sottolineato Thomas Reiter, Direttore ESA dei Voli Abitati e delle Operazioni – vedere assegnato a una nuova missione nello Spazio il terzo astronauta europeo della classe di reclutamento del 2009”.

Il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese ha affermato che “la conferma della data di lancio per Samantha Cristoforetti è la testimonianza di una avventura di grande successo nella quale il nostro Paese è riuscito a fare sistema e a porsi all’attenzione internazionale. Con orgoglio sottolineo che in questo momento nel Corpo degli astronauti dell’ESA sono presenti quattro italiani, come presidente dell’Agenzia Spaziale italiana e come italiano sono particolarmente fiero che anche la prima donna italiana possa volare nello spazio. I nostri astronauti sono gli ambasciatori della grande professionalità, precisione e competenza che l’Italia ha nel comparto spaziale. La missione di Cristoforetti, che seguirà quella di Luca Parmitano nel 2013, sarà il coronamento di una straordinaria stagione di voli umani spaziali, un grande traguardo tecnologico che ci permetterà di sfruttare a pieno quel grande laboratorio orbitante che è la Stazione Spaziale Internazionale. Sulla Stazione abbiamo creduto e investito molto, intellettualmente e industrialmente, tanto da essere  tra i primi attori per realizzazioni di strutture adatte alla vita nello spazio e per numero di astronauti”.

“Per ora il programma specifico della missione – ha affermato oggi Samantha Cristoforetti – deve ancora essere definito. Di certo c’e’ che a bordo della Soyuz avro’ il compito di supportare il comandante nelle attivita’ piu’ delicate del volo, ovvero l’attracco alla Stazione Spaziale e il rientro a Terra”.

Su sito dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) si legge che “ll Capitano Samantha Cristoforetti ha frequentato l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli con il Corso “Borea V” (maggio 2001 – agosto 2005). Conseguita la Laurea in Ingegneria Meccanica e Scienze Aeronautiche con il massimo dei voti, si è specializzata presso la scuola di volo per piloti militari ENJJPT (Euro Nato Joint Jet Pilot Training) di Wichita Falls, in Texas. Nella sua breve ma intensa carriera militare ha prestato servizio presso il 61° Stormo di Lecce, il 32° Stormo di Amendola (FG) e il 51° Stormo di Istrana (TV), prima nell’ambito della Squadriglia Collegamenti (2007-2008) e poi del 132° Gruppo C.B. (2009). Ha accumulato più di 500 ore di volo ed è abilitata su velivoli SF-260, T-37, T-38, MB-339A, MB-339CD, AM-X. Prima dell’arruolamento, ha frequentato la École National Supérieure de l’Aéronautique et de l’Espace di Tolosa (2000), la Mendeleev University of Chemical Technology di Mosca (2000-2001) e, nel 2001, ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica presso la Technische Universität di Monaco, in Germania”.

Il nostro più grosso in bocca al lupo per un futuro pieno di successi !

Grande Samantha!

Fonte Agenzia Spaziale Italiana (ASI): http://www.asi.it/it/press_room/comunicati_stampa/un_altro_astronauta_italiano_verso_la_stazione_spaziale_internazionale
e http://www.asi.it/it/eventi/convegni/samantha_cristoforetti_lannuncio_della_prima_missione

Altre informazioni su:
Twitter – Astrosamantha: https://twitter.com/#!/astrosamantha
Astronaut Class of 2009: http://blogs.esa.int/astronauts/

Sabrina 

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I ricercatori del Tevatron annunciano i risultati finali sulla particella di Higgs

Il Fermilab.

Dopo più di dieci anni di raccolta e analisi dei dati prodotti dal Tevatron Collider del Dipartimento dell’Energia americano, i ricercatori del CDF e collaboratori del DZero hanno trovato la loro conferma più forte dopo un lungo cercare sulla famosa ed elusiva particella di Higgs. Comprimendo gli ultimi bit di informazione sulle oltre 500 000 miliardi di collisioni prodotte da Tevatron per ciascun esperimento compiuto a partire dal marzo 2001, le ultime analisi dei dati non risolvono la questione se la particella di Higgs esista, ma si va più vicini ad una risposta. I ricercatori di Tevatron hanno rivelato gli ultimi risultati lo scorso 2 luglio, due giorni prima dell’annuncio fortemente anticipato dei risultati finali sul bosone di Higgs compiuti dal Large Hadron Collider in Europa.

“Gli esperimenti di Tevatron raggiungono gli obiettivi che ci eravamo prefissati con questo campione di dati” ha affermato Rob Roser del Fermilab, lo speaker ufficiale dell’esperimento CDF presso il Fermi National Accelator Laboratory del DOE. “I nostri dati puntano fortemente verso l’esistenza del bosone di Higgs, ma ci serviranno i risultati degli esperimenti al Large Hadron Collider in Europa per confermare la scoperta”.

I ricercatori degli esperimenti CDF e del DZero Collider al Tevatron hanno ricevuto applausi travolgenti da centinaia di colleghi durante la presentazione dei loro risultati con un seminario al Fermilab. I risultati del Large Hadron Collider sono stati annunciati al seminario scientifico il 4 luglio 2012 presso i Laboratori di Fisica delle particelle al CERN di Ginevra, Svizzera, e hanno confermato l’esistenza della particella di Higgs. Lo scozzese Peter Higgs di cui la particella porta il nome, ha ricevuto altrettanti applausi dai suoi colleghi e si è commosso.

“E’ un cliffhanger reale” ha affermato Gregorio Bernardi, fisico al Laboratory of Nuclear and High Energy Physics (LPNHE) presso l’Università di Parigi VI &VII. “Sappiamo esattamente quale segnale stiamo cercando nei nostri dati e vediamo forti indicazioni della produzione e del decadimento dei bosoni di Higgs in una modalità di decadimento cruciale con una coppia di quarks bottom che è difficile da osservare all’LHC. Siamo davvero emozionati di questo risultato”.

La particella di Higgs o bosone di Higgs deve il suo nome dopo che il fisico scozzese Peter Higgs, che con altri scienziati negli anni sessanta del secolo scorso aiutarono a sviluppare il modello teorico che spiegava perchè alcune particelle avessero massa e altre no, un passo fondamentale verso la conoscenza delle origini della massa. Il modello predice l’esistenza di una nuova particella, che è elusiva, mai rilevata sperimentalmente in laboratorio. Solo gli acceleratori di particelle ad alta energia come il Tevatron, che è stato spento nel settembre 2011, e il Large Hadron Collider, che ha prodotto le sue prime collisioni nel novembre 2009, hanno la possibilità di produrre la particella di Higgs. Circa 1 700 scienziati da vari Istituti americani, tra cui il Fermilab, stanno lavorando sull’esperimento LHC.

I risultati di Tevatron indicano che la particella di Higgs ha una massa compresa tra 115 e 135 GeV/c2, ossia circa 130 volte la massa del protone.

“Durante la sua vita, il Tevatron deve aver prodotto migliaia di particelle di Higgs, se effettivamente esiste, e sta a noi trovarli nei dati che abbiamo raccolto” ha affermato Luciano Ristori, ricercatore dell’esperimento CDF e fisico al Fermilab e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). “Abbiamo sviluppato simulaziooni sofisticate e programmi di analisi per identificare dei modelli/campioni simili a quello di Higgs. Non solo, è più facile cercare il volto di un amico in uno stadio sportivo pieno di 100 000 persone, che cercare un evento simile a quello di Higgs fra mille miliardi di collisioni”.

I risultati finali di Tevatron confermano i risultati sulla ricerca di Higgs che gli scienziati del Tevatron e LHC hanno presentato alle conferenze scientifiche nel marzo 2012.

La ricerca del bosone di Higgs al Tevatron si focalizzano su una differente modalità di decadimento rispetto alla ricerca compiuta all’LHC. Secondo i modelli teorici conosciuti come lo Standard Model of Particles, Modello Standard delle Particelle, i bosoni di Higgs possono decadere in molti modi diversi. Proprio come un distributore automatico restituire la stessa quantità di carica usando diverse combinazioni di monete, così la particella di Higgs può decadere in differenti combinazioni di particelle. All’LHC gli esperimenti possono per la maggior parte permettere di osservare l’esistenza della particella di Higgs cercandola nel decadimento in due fotoni energetici. Al Tevatron, gli esperimenti possono facilmente permettere di osservare il decadimento di una particella di Higgs in una coppia di quarks bottom.

I ricercatori del Tevatron hanno trovato che il segnale osservato della particella di Higgs nei dati combinati CDF e DZero nella modalità di decadimento del quark bottom ha un significato statistico di 2,9 sigma. Questo implica sono 1possibilità su 550 che il segnale sia dovuto ad una fluttuazione di tipo statistico.

“Siamo giunti ad un passo critico nella ricerca del bosone di Higgs” ha affermato Dmitri Denisov, collaboratore al DZero e fisico al Fermilab. “Mentre è significativo un 5 sigma per la scoperta, sembra che sia improbabile che le collisioni del Tevatron abbiamo imitato un segnale del tipo di Higgs. Nessuno si sarebbe aspettato che il Tevatron arrivasse fino a questo punto quando fu costruito negli anni 1980”.

Il Tevatron è uno degli otto acceleratori di particelle e anelli di deposito presenti sul sito del Fermilab. Il più grande acceleratore in funzione presso il Fermilab in questo momento è il Main Injector di 3,2 chilometri di circonferenza, che fornisce particelle per i programmi di ricerca del muone e per i neutrini di laboratorio.

I collaboratori delCDF e del DZero hanno sottomesso i risultati della ricerca sul bosone di Hiss nell’Archivio arXiv.org. Il paper è disponibile su: http://tevnphwg.fnal.gov/results/SM_Higgs_Summer_12/

Il CDF è un esperimento internazionale formato da 430 fisici da 58 Istituti di 15 paesi. DZero è un esperimento internazionale condotto da 446 fisici di 82 Istituti in 18 paesi. I fondi per gli esperimenti del CDF e del DZero provengono dal Office of Science del DOE, dal National Science Foundation e da un certo numero di altri agenzie.

Gli Istituti che collaborano al CDF: http://www-cdf.fnal.gov/collaboration/index.html

Gli Istituti che collaborano al DZero: http://www-d0.fnal.gov/ib/Institutions.html

Il Fermilab è il principale laboratorio di ricerca di fisica delle particelle americano. E’ un Department of Energy Office of Science Laboratory americano che si trova vicino a Chicago, Illinois, e ha operato sotto contratto con il Fermi Research Alliance, LLC.
Il sito del Fermilab si trova su: http://www.fnal.gov .

Il DOE Office of Science è in più grande sostenitore singolo di ricerca di base nelle scienze fisiche negli Stati Uniti e sta lavorando per affrontare alcune delle sfide più importanti del nostro tempo. Per ulteriori informazioni:  http://science.energy.gov.

Fonte Fermilab: http://www.fnal.gov/pub/presspass/press_releases/2012/Higgs-Tevatron-20120702.html

Sabrina 

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