Blog di Marco Castellani

Mese: Settembre 2008 Page 2 of 3

Mattine di sole…


Tranquil Evening
Inserito originariamente da zoom in tight

Stamattina mi sono fermato con la macchina vicino al parco, appena uscito dal garage. Portata Agnese a scuola (in ritardo già per io secondo giorno di scuola, ma eravamo almeno riusciti a finire i compiti!), ho fatto appena due passi vicino al parco per andare al bancomat.

Ebbene, era una mattina di sole così deliziosa, con le strisce di sole che si adagiavano sul parco così limpide.. che avrei volentieri lasciato la macchina parcheggiata e mi sarei messo a passeggiare. Certe volte la voglia di natura si fa quasi prepotente, e magari uno avrebbe preferito una passeggiata al parco, oppure anche (sapendolo fare) una gita in canoa invece che la giornata davanti al computer…

Ok, non che il lavoro non sia interessante (fortunatamente in astrofisica ci sono sempre cose da capire). Giusto così, un’impressione… 😉

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Una composizione di siluette… galattiche!

Il telescopio spaziale Hubble ha catturato un raro e suggestivo allineamento tra due galassie a spirale…

Il bordo più esterno di una piccola galassia è evidenziato davanti ad una galassia più estesa che appare sullo sfondo.
Si possono anche vedere alcuni filamenti, “tentacoli” di polvere che si estendono oltre la galassia più piccola comprendo parte
della luce della galassia più lontana.

Per i telescopi a terra, le due galassie sono indistinguibili, poicheè appaiono confuse in un unico “blob”. Non è però un problema
per l’occhi attento della Advanced Camera di Hubble, che grazie al suo potere risolutivo riesce a separare l’immagine delle due galassie,
catalogate con il nome 2MASX J00482185-2507365. L’immagine che vediamo è stata acquisita il 16 settembre del 2006.



L’immagine delle due galassie a spirale risolte da Hubble

Credits: NASA, ESA, and The Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

Certamente una bella immagine per l’articolo numero 1000 di GruppoLocale.it, non trovate? 😉



HubbleSite Press Release


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Tre pianeti sopra Perth

Il sito di APOD ha mostrato qualche giorno fa una suggestiva foto del cielo terrestre in una località dell’Australia, dove si può scorgere la luna e ben tre pianeti…

La foto del cielo notturno della città di Perth è già alquanto suggestiva, con il panorama delle luci della città e lo specchio d’acqua in primo piano. Ancora più interessante è il fatto che in cielo si possono riconoscere ben tre pianeti terrestri, Venere, Mercurio e Marte… Certo non capita tutti i giorni di avere una buona frazione del Sistema Solare così ben visibile! 😉



http://apod.nasa.gov/apod/ap080912.html

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Aggiornamento software per New Horizon, in rotta verso Plutone

Aggiornare il software del proprio computer in salotto può essere una operazione (a volte)
semplice. Tutt’altro se il computer si trova un pò fuori mano: diciamo a
bordo di una sonda lontana miliardi di
chilometri da Terra…!

La cosa più “spinosa” del secondo controllo annuale della sonda New Horizons, in rotta
verso Plutone, è stata eseguita come pianificato, senza problemi particolari: gli operatori
hanno caricato una versione aggiornata del software che governa il sistema di comandi
e gestione dei dati della sonda.

“Il nostro ‘trapianto di cervello’ è stato un successo”, dice Alan Stern, che dirige il team
che controlla la sonda. “Il nuovo software – che governa il modo in cui New Horizons esegue
i comandi e raccoglie e memorizza i dati – è ora nel principale computer della sonda e
stà lavorando, a più di un miliardo di miglia da casa!”

I comandi per la sonda New Horizons vengono inviati dallo Space Science Mission Operations Center
situato nel Maryland, USA.

Credits: New Horizons website

New Horizons è a più di 1,6 miliardi di chilometri dalla Terra, e sta volando verso Plutone
macinando più di un milione di chilometri al giorno; il suo arrivo nei dintorni del “quasi-pianeta”
è previsto per il 2015.

I vari controlli annuali proseguiranno
fino a dicembre; si possono seguire i progressi del team attraverso gli aggiornamenti frequenti
della pagina di New Horizons sul servizio di microblogging Twitter.



New Horizons Press Release



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Ancora su Abell 1689

E’ un “momento di gloria” per questo remoto ammasso di galassie: ora la NASA lo elegge a comparire nella galleria delle “immagini del giorno” ..! 😉

L’ammasso Abell 1689 è un lontano e massivo raggruppamento di galassie, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo. Ora una bella foto compare anche nell’immagine del giorno della NASA (in diversi formati, adatti anche a figurare come background sul proprio computer!), all’indirizzo:


http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/Image_feature_1172.html

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Chandra osserva l’ammasso di galassie Abell 1689

Gli strumenti di bordo di Chandra ci restituiscono una bella di Abell 1689, un grande ammasso di galassie posto a circa 2,3 miliardi di anni luce dalla Terra, il quale mostra segni di recente attività di “fusione” tra alcune tra le galassie di cui è formato…

Nell’immagine qui riprodotta, il gas a temperatura di centinaia di milioni di gradi è mostrato con un alone rosa, mentre invece il gas rilevato da dati ottici è evidenziato in colore giallo. L’emissione in banda X ha un aspetto piuttosto sfumato, a differenza di altri sistemi in cui sono in atto processi di fusione, come il Bullet Cluster o il sistema MACS J0025.4-1222 (del quale abbiamo già riferito su queste pagine).

La distribuzione dei valori della temperatura in Abell 1689 è decisamente più complessa, in ogni modo, tanto che la sua interpretazione richiede probabilmente la presenza di strutture multiple a differenti temperature.


L’immagine dell’ammasso di galassie Abell 1689

Credits: X-ray: NASA/CXC/MIT/E.-H Peng et al; Optical: NASA/STScI

Gli archi estesi nell’immagine ottica sono causati verosimilmente da fenomeni di lensing gravitazionale di galassie sullo sfondo, ad opera della materia presente nell’ammasso di galassie; è il più grande sistema di tali archi mai rilevato finora.

Ulteriori studi di questo ammasso saranno comunque necessari al fine di dare ragione della differenza della stima della massa come ottenuta dai dati in banda X e dall’analisi del fenomeno del lensing gravitazionale. Lavori precedenti suggeriscono come la struttura a filamento delle galasie sia localizzata vicino a Abell 1689 lungo la linea
di vista tra noi e l’ammasso, il che potrebbe alterare le stime di massa fatte sfruttando il fenomeno del lensing.

Chandra Press Release

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Micro buchi neri dal Large Hadron Collider? Nessun pericolo per noi.

Abbiamo assistito in questi giorni ad un curioso (e un pò spiacevole) diffondersi di notizie allarmistiche riguardo l’inizio degli esperimenti nel Large Hadron Collider e l’eventualità della creazione di mini buchi neri. Finalmente un articolo documentato che fa il punto e mostra che non c’e’ niente di cui preoccuparsi..

Internet ha fatto decisamente da grancassa e paure da “fine del mondo” si sono sparse in diversi siti: per rassicurarsi sul fatto che non c’e’ niente da temere dall’esperimento di LHC (se non di imparare un altro pò di fisica dai risultati delle ricerche…!), si può guardare cosa dice un esperto in materia, che conti alla mano, dimostra che anche nel caso “peggiore”, non c’e’ davvero nulla di cui preoccuparsi; nessuna conseguenza spiacevole.

Speriamo davvero che questo permetta di guardare anche all’esperimento di LHC in maniera più… serena! 🙂


http://startswithabang.com/?p=878

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Alla ricerca di pianeti in formazione..

Gli astronomi sono riusciti a studiare dischi di pianeti in formazione intorno a stelle giovani di tipo solare, con un dettaglio senza
precedenti…

Il grado di dettaglio raggiunto permette di rilevare chiaramente il moto e la distribuzione del gas nelle parti più interne del disco di
accrescimento. Il risultato di tale studio, che rende plausibile la presenza di pianeti giganti, è stato ottenuto tramite la messa a
punto di una “astuta” metodologia attuata al Very Large Telescope di ESO.

Lo studio di esopianeti è di grande attualità nell’astronomia contemporanea, essendo ovviamente legato all’indagine sulla
ricerca di ambienti adatti ad ospitare forme di vita al di fuori della Terra. Più di trecento pianeti in orbita intorno a stelle diverse
dal Sole sono ormai già conosciuti, e questi “nuovi mondi” mostrano una incredibile varietà nelle loro caratteristiche. Ma gli
astronomi non cercano solamente i pianeti che già si sono formati, poichè possono acquisire una grande varietà di informazioni
studiando i dischi di accrescimento intorno a stelle giovani, laddove i pianeti si stanno attualmente formando.




Una immagine artistica di un pianeta in formazione

Credits: ESO

Il team che ha condotto la ricerca ha analizzato tre stelle giovani del tipo del nostro Sole, ognuna delle quali circondata da un disco di gas e polvere dal quale, col tempo, si possono formare i pianeti veri e propri. Questi tre dischi sono vecchi “appena” pochi milioni di anni e sono conosciuti per possedere dei “buchi” al loro interno, che indicano regioni dove la polvere è stata spazzata via, presumibilmente per la presenza di giovani pianeti.

I risultati ottenuti dall’indagine non solo confermano che il gas è presente anche nelle zone prive di polvere, ma hanno permesso agli
astronomi di misurare come il gas è distribuito e come il disco è orientato. Nelle regioni dove la polvere appare assente, il gas molecolare è
appunto ancora abbondante: ciò può significare sia che la polvere si è addensata a formare embrioni di pianeti, oppure anche che i pianeti già si sono formati nel processo di “pulitura” del gas nel disco.



ESO Press Release


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