Blog di Marco Castellani

Mese: Ottobre 2011 Page 2 of 4

Immagini da Vesta

Credit: NASA/JPL-Caltech/ UCLA/MPS/DLR/IDA . Immagine disponibile su: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/images/dawn-image-071811-800-1040-full.jpg

 

Presentiamo qui alcune immagini davvero spettacolari di Vesta ottenute da DAWN della NASA in orbita attorno all’asteroide dal luglio scorso. Questa qui sopra è stata tratta dalla Galleria d’immagini disponibile online sul sito della NASA-DAWN.

Image credit: NASA / JPL-Caltech / UCLA / MPS / DLR / IDA / PSI.

 

Questa immagine, ottenuta da un modello della forma di Vesta, mostra una visione inclinata della topografia della sua regione polare sud. L’immagine ha una risoluzione di circa 300 metri per pixel, e la scala verticale è di 1,5 volte quella della scala orizzontale.

Questa prospettiva mostra la topografia, ma rimuove la curvatura complessiva di Vesta, come se l’asteroide gigante fosse piatto e non arrotondato. Un’osservatore su Vesta non avrebbe una visione completa simile a questa, perchè le caratteristiche e i rilievi più lontani sarebbero sotto l’orizzonte, non visibili. Allo stesso modo se fossimo in America del Nord, non saremmo in grado di osservare un monte alto come l’Everest, a causa della curvatura terrestre.

Credit: NASA/JPL-Caltech/ UCLA/MPS/DLR/IDA.

 

Qui Vesta è stata ripresa poco prima dell’inizio della mappatura ad alta quota, il nord è nella parte alto e il nord est e nell’angolo in alto a destra.

DAWN, missione verso Vesta e Cerere, è gestita dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, una divisione del California Institute of Techonology di Pasadena, California, per il Science Mission Directorate della NASA, a Washington. UCLA è responsabile dell’intera missione scientifica. La telecamera a bordo di DAWN è stata sviluppata sotto la leadership del Max Planck Institute for Solar System Research, a Katlenburg-Lindau, Germania, con un contributo significativo del DLR German Aerospace Center, dell’Institute of Planetary Research, a Berlino, e in collaborazione con l’Institute of Computer and Communication Network Engineering di Braunschweig. La Framing Camera Project è finanziata dalla Max Planck Society, dal DLR e dalla NASA/JPL.

Maggiori informazioni su Dawn: http://dawn.jpl.nasa.gov.
Informazioni sul sito del JPL-NASA-DAWN: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/vesta_south_polar_region.asp e su http://www.nasa.gov/mission_pages/dawn/multimedia/pia14869.html

Sabrina

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Ancora un po’ su Vesta

Mosaico che mostra l’emisfero sud di Vesta, in particolare le componenti chiave del bacino d’impatto di Rheasilvia.
Credit: NASA/JPL-Caltech/ UCLA/MPS/DLR/IDA

 

I ricercatori della missione DAWN della NASA stanno condividendo immagini e dati con altri ricercatori e con il pubblico di tutto il mondo degli ultimi risultati ottenuti in questi mesi, da quando la sonda è entrata in orbita attorno all’asteroide. I risultati sono stati presentati al Meeting Annuale della Geological Society of America a Minneapolilis, in Mennesota.

DAWN ha scoperto che nell’emisfero sud dell’asteroide vi è una delle più grandi montagne del sistema solare. Altri risultati mostrano che la superficie di Vesta, vista da DAWN a differenti lunghezze d’onda, ha una impressionante diversità della sua composizione, in particolare attorno ai suoi crateri.

Le scoperte scientifiche includono pure un’approfondita analisi di una serie di depressioni equatori sulla superficie di Vesta, e uno sguardo più da vicino dei crateri d’impatto. La superficie appare molto più ruvida rispetto alla maggior parte degli asteroidi della Fascia Principale e i dati preliminari, ottenuti utilizzando un metodo che tiene conto del numero di crateri, mostrano che le aree nell’emisfero sud di Vesta sono più giovani, di circa 1-3 miliardi di anni, molto più giovani delle aree visibili nell’emisfero nord dell’asteroide.

I ricercatori non sono ancora in grado di dire come tutte le caratteristiche osservate sulla superficie di Vesta si siano formate, ma hanno annunciato in questo meeting che, dopo le analisi dei dati e in particolari delle depressioni osservate nell’emisfero nord e sud, i risultati sono coerenti con i modelli di formazioni di fratture dovute ad un impatto di grandi dimensioni.

Da luglio scorso, la sonda è in un’orbita sempre più vicina a Vesta, per ottenere dettagli sempre più particolareggiati della sua superficie.
Ai primi di agosto, la sonda ha raggiunto i 2 700 chilometri e ha mappato la maggior parte della superficie di Vesta illuminata dal Sole durante l’orbita di survey, con la sua macchina fotografica “framing camera” e con lo spettrometro Visible and Infrared Mapping Spectrometer dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi in modo dettagliato.

Questa fase è stata conclusa alla fine di agosto 2011 e la sonda ha cominciato a muoversi in quella che è definita “High Altitude Mapping Orbit” Mappatura ad alta quota orbitale a circa 680 chilometri sopra Vesta e che ha raggiunto lo scorso 29 settembre.

Un archivio della conferenza stampa è disponibile per una consultazione su: http://www.ustream.tv/nasajpl2 .

Gli scienziati di DAWN hanno condiviso i loro risultati anche al Congresso Europeo European Planetary Science Congress and the Division of Planetary Sciences Joint Meeting 2011 a Nantes, Francia, di cui abbiamo già parlato.

DAWN, lanciato nel settembre 2007, è arrivato su Vesta lo scorso 15 luglio. Rimanendo in orbita attorno a Vesta per circa un anno, la sonda lascierà l’asteroide il prossimo luglio 2012 per raggiungere il pianeta nano Cerere, il maggiore asteroide della Fascia Principale degli Asteroidi che ha un diametro di circa 950 chilometri, dove arriverà nel 2015.
Molte grandi avventure ci aspettano per i prossimi mesi e anni.

La Missione DAWN su Vesta e Cerere è gestita dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, California, per il Science Mission Directorate a Washington della NASA. Il JPL è una Divisione del California Institute of Technology a Pasadena.
DAWN è un progetto del Directorate’s Discovery Program, gestito dal Marshall Space Flight Center di Huntsville della NASA, in Alabama.

L’UCLA è responsabile di tutta la parte scientifica della missione. L’Orbital Sciences Corporation a Dullers, Virginia, ha progettato e costruito la sonda. Il Centro Aerospaziale Tedesco, l’Istituto Max Planck per la Riserca sul Sistema Solare, l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica Italiano sono i patner internazionali del team della missione. Ricordo che, in particolare, le immagini che ci arrivano dalla sonda sono state ottenute dallo spettrometro Visible and Infrared Mapping Spectrometer (VIS), uno strumento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato dalla Selex Galileo con la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Per ulteriori informazioni sulla missione Dawn, visitare il sito: http://www.nasa.gov/dawn. Per seguire la missione su Twitter, visitare il sito: http://www.twitter.com/NASA_Dawn.

Fonte JPL-NASA: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2011-319

Galleria d’immagini di Vesta: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/vesta_dawn_gallery.asp

Galleria di immagini della sonda DAWN: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/spacecraft.asp

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ROSAT è rientrato

L’Agenzia Spaziale Tedesca quattro ore fa via Twitter informava che oggi, 23 ottobre 2011, il satellite ROSAT è rientrato in atmosfera alle ore 2.15 del tempo universale:

“Today, 23 October 2011, between 1:45 UTC and 2:15 UTC #ROSAT has re-entered Earth’s atmosphere. www.dlr.de/en/rosat”

Un secondo messaggio affermava che al momento non vi sono conferme se i frammenti del satellite hanno raggiunto la Terra:

There is currently no confirmation if pieces of #ROSAT debris have reached Earth’s surface. www.dlr.de/en/rosat

 

Link utili: 

Comunicato della Protezione Civile Italiana: http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_new.wp;jsessionid=240F6D14234E75FF8F0908CBD9E23BA8?contentId=NEW28629

DLR Portal: http://www.dlr.de/dlr/en/desktopdefault.aspx/tabid-10002/
Twitter. DLR-English (German Aerospace Center (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt, DLR) ): http://twitter.com/#!/DLR_en

Sabrina

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ROSAT sta rientrando

La posizione del satellite ROSAT in questi istanti, ricavata dal sito dell’Agenzia Spaziale Tedesca che segue la missione. Credit: DLR.

Il Comitato Tecnico Scientifico del Dipartimento della Protezione Civile ha pubblicato gli ultimi aggiornamenti ottenuti da ricercatori dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sulla situazione del satellite ROSAT che sta per rientrare a Terra. Gli ultimi dati affermano che i frammenti del satellite non precipiteranno in Europa. Quindi, non vi è alcuni pericolo neppure per l’Italia.

La finestra in cui il satellite potrebbe rientrare in atmosfera è compresa fra le 22:30 di ieri sera e le 9:30 di oggi.

Il satellite ROSAT (RÖntgenSATellit) è un satellite con la funzione di telescopio con una massa di 2,4 tonnellate, lanciato nel 1990 per lo studio dei raggi X e andato in pensione il 12 febbraio 1999. Da quel momento il satellite è stato messo in sicurezza dai tecnici del centro di controllo satellite dell’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR) che ha gestito i dati e la missione. Nelle ultime settimane è iniziato il rientro in atmosfera.

Per ben otto anni ROSAT è stato utile per studiare l’universo nella regione spettrale dei raggi X e dell’estremo ultravioletto (UV) per capire il comportamento della materia nel caso di buchi neri e stelle di neutroni, stelle che si trovano negli stadi finali della loro evoluzione. Il telescopio ha un peso di 2 426 chilogrammie una dimensione di 2,2 x 4,7 x8,9 metri.

Nelle ultime settimane, da una quota di 250 km dalla superficie terrestre, ROSAT ha iniziato a rientrare sulla terra, e almeno trenta pezzi non bruceranno con l’impatto con l’atmosfera e l’altissima velocità di rientro (e quindi di temperatura). Inatti, il satellite è composto per il 70% da materiali resistenti al calore come vetro e ceramica. Il rientro in atmosfera in particolare avrà inizio ad una quota di 120 chilometri in una fascia di latitudine compresa tra i 53° di latitudine nord e sud. I frammenti quindi potranno cadere su una superficie potenzialmente molto vasta, ma il nostro Continente per questa volta è fuori pericolo.

L’Agenzia Spaziale Italiana, in quanto centro di competenza della Protezione Civile, con il supporto dell’Istituto di dinamica del volo del CNR/ISTI, fornisce le stime temporali di rientro in atmosfera in corrispondenza dei passaggi sull’Italia, anche sulla base di un rapporto di collaborazione con l’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR) e della collaborazione in ambito inter-agenzie spaziali sul problema dei detriti spaziali (IADC), alla previsione di rientro in ambito delle annuali campagne di rientro di satelliti e razzi.

Il German Aerospace Center è in continuo contatto con il MIC-Monitoring Information Centre, Centro del Meccanismo Comunitario di Protezione Civile, attivo 24 ore su 24, che fornisce tempestivamente ai Paesi europei comunicazioni e aggiornamenti ufficiali.

“Sulla base delle informazioni pervenute, il rientro di ROSAT è a rischio, in quanto superiore alla soglia di attenzione comunemente adottata a livello internazionale, pari allo 0,01% (1/10.000). La probabilità che uno dei frammenti possa provocare una vittima è di circa lo 0,05% (1/2.300).

Solo a partire dalle 48 ore precedenti il rientro è possibile la progressiva esclusione di aree del pianeta dall’eventuale rischio di impatto. L’Europa risulta adesso tra queste zone del pianeta. Contestualmente si iniziano a definire più accuratamente le aree in cui il suddetto rischio non potrà invece essere ancora escluso.

Se il flusso di dati orbitali raccolti dalle reti di sorveglianza spaziale lo consentirà, solo 6 ore prima del rientro sarà possibile ridurre l’incertezza ai territori sorvolati da 2 orbite, mentre 3 ore prima si potrà ridurre l’incertezza a un solo tracciato orbitale con indicazione delle rispettive aree del pianeta da esso sorvolate”, questo quanto si legge sul sito dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Fonte ASI: http://www.asi.it/it/news/rosat_europa_fuori_pericolo
DLR – Re-entry – ROSAT: http://www.dlr.de/dlr/en/desktopdefault.aspx/tabid-10432/620_read-830/

Sabrina


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Domani il rientro del satellite ROSAT in atmosfera

Immagine disponibile su SpaceWeather.com e realizzata da David Harvey il 21 ottobre 2011 con una Canon EOS 5D Mark II | Sigma 8mm @ F/3.5 | ISO 2000.
http://spaceweather.com/submissions/large_image_popup.php?image_name=David-Harvey-_MG_5615ps3_web_1319250108.jpg

Il pesante telescopio a raggi X, ROSAT, sta compiendo le sue ultime orbite a spirale intorno alla Terra. La maggior parte degli esperti concordano sul fatto che il rientro avverrà durante le prime ore di oggi, 23 ottobre 2011, in una regione ancora sconosciuta del nostro pianeta.

Nel frattempo il satellite può ancora essere visto tagliare il cielo notturno, spostandosi velocemente tra le varie costellazioni.

Per controllare in tempo reale dove ROSAT si trova, vi suggerisco SpaceWeather’s Satellite Tracker:

http://spaceweather.com/flybys/?PHPSESSID=4nlfbs1djjc6h22mte8iqch2p1

Per l’Italia, andate su:

http://spaceweather.com/flybys/state.php?country=IT

E’ anche possibile trasferire sullo smartphone il cammino di ROSAT con un opportuno programma.

Secondo l’Agenzia Spaziale Tedesca DLR, che ha seguito la missione di ROSAT dal 1990 per tutto il periodo in cui è stato attivo, ben 30 frammenti potranno arrivare al suolo. Di particolare importanza è lo specchio del telescopio che non brucerà nell’impatto con l’atmosfera. Il peso è di 1,6 tonnellate e che potrebbe arrivare a terra con una velocità di centinaia di chilometri all’ora.

Le località più probabili per l’impatto sono l’oceano (visto che l’acqua occupa gran parte di tutta la superficie terrestre) o in una zona desertica scarsamente abitata. Ma al momento tutto è possibile.

Fonte SpaceWeather.com: http://spaceweather.com/

Sabrina

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Vesta e i suoi crateri

Continuiamo con la sonda DAWN della NASA e con le spettacolari immagini che ci arrivano del grande asteroide Vesta della Fascia degli Asteroidi, secondo come grandezza dopo Cerere.

Questa è un’immagine completa della superficie illuminata di Vesta ottenuta da DAWN in orbita attorno all’asteroide della Fascia Principale dal luglio scorso, durante una “rotation characterization sequence“, una sequenza caratteristica di rotazione.

L’immagine è stata ottenuta lo scorso 24 luglio 2011, ad una distanza di circa 5 200 chilometri. Questa rotation characterization sequence aiuta i ricercatori e gli ingegneri fornendo una descrizione inziale del tipo di superficie dell’asteroide mentre Vesta ruota e Dawn è in orbita attorno ad essa.

Da questo punto di vista, Vesta mostra crateri d’impatto di varie grandezze e scanalature che sono parallele all’equatore.
La risoluzione di questa immagine è di circa 500 metri per pixel.

Cortesia DAWN-NASA: http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/asteroid_vesta_surface.asp

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Il mondo di Vesta


Disponibile sul sito della NASA:   http://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/images/earthdawn_300.jpg 

La sonda DAWN della NASA sta continuando ad inviare immagini dall’asteroide Vesta, intorno al quale continuerà a ruotare per circa un anno, per poi cambiare obiettivo e puntare il suo viaggio verso il più grande asteroide della Fascia degli Asteroidi, Cerere.

Le immagini che ci arrivano dalla sonda sono state ottenute dallo spettrometro Visible and Infrared Mapping Spectrometer (VIS), uno strumento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato dalla Selex Galileo con la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
VIS, insieme ad altri strumenti, sta mostrando dei particolari della superficie di Vesta con un dettaglio mai ottenuto prima, dettagli che stanno entusiasmando la comunità scientifica internazionale.

Nelle ultime settimane VIS ha osservato Vesta ad una distanza di 2 730 chilometri dalla sua superficie. Le immagini sono state presentate per la prima volta al Congresso Internazionale di Planetologia DPS-EPSC 2011 che si è tenuto a Nantes, Francia, dal 2 al 7 ottobre 2011.

Numerose sono le novità che riguardano l’asteroide e, immagine dopo immagine, la nostra conoscenza aumenta. “Stiamo imparando una serie di cose sorprendenti di Vesta, soprannominato da noi il più piccolo pianeta terrestre“, ha affermato Chris Russell, Principal Investigator della missione DAWN.

Come già si è osservato per i pianeti terrestri, quali Mercurio, Venere, la Terra e Marte, anche Vesta presenta sulla sua superficie degli antichi flussi di lava basaltica e un grande nucleo ferroso al suo interno. La sua superficie è composta da numerosi avvallamenti, striature, colline e da un’enorme montagna nel polo sud dell’asteroide, con dimensione maggiore dell’isola più grande delle Hawaii, che è anche la più grande isola sulla nostra Terra. Pare, dunque, che questa montagna, abbia un’altezza confrontabile con quella dell’Olumpus Mons, la montagna più alta su Marte e la maggiore del nostro sistema solare.

Le immagini di DAWN mostrano una superficie molto ruvida, più di quanto si pensasse inizialmente e molto più ruvida rispetto alla maggior parte degli asteroidi della Fascia Principale degli Asteroidi cui Vesta fa parte. Inoltre, le zone dell’emisfero sud sembrano essere più giovani rispetto a quelle dell’emisfero nord.

Combinando tre bande (A, B, C) è stata possibile ottenere quest’immagine di VIR. La banda A è identificata dal pirossene, basalto tipico della superficie dell’asteroide. I cambiamenti di colore mettono in luce una differente composizione di minerali della superficie. Si possono osservare molto bene una serie di crateri che potrebbero essersi formati in epoche differenti.

Sempre nella banda A, vicino al bordo inferiore del cratere e quasi nella parte centrale dell’immagine, si osserva un cratere minore, circondato da una zona luminosa, ancora in fase di studio. Due sono le possibili spiegazioni: potrebbe trattarsi di una zona più illuminata dalla luce del Sole oppure una zona con una diversa composizione rispetto alla zona circostante.

Per capire queste due differenti spiegazioni e cercare quella più plausibile si sono analizzati i dati di VIR. Passando alla seconda immagine, B, che rappresenta la stessa immagine ma nell’infrarosso, si osserva infatti che dallo studio della temperatura della superficie dell’asteroide nella banda a 5 micron (e i differenti colori rappresentano una mappa di temperatura della superficie), le zone più chiare sono più calde (fino a circa 270 K)  mentre quelle più scure sono quelle più fredde (con temperature che arrivano a circa 240 K).

La zona più vicina al bordo del grande cratere è scura, quindi più fredda e di conseguenza poco illuminata dalla luce del Sole rispetto al terreno circostante. Probabilmente quello che si osserva nella prima immagine, una zona molto luminosa, deve essere dovuto ad una differente illuminazione del suolo e non tanto a una differente composizione. Bisognerà capire perchè.

La terza immagine, C, ci dà un’informazione della natura della zona. Realizzata in falsi colori, è possibile osservare tre differenti classi di materiale che qui hanno colore rosa, blu e verde, legati a differenti composizioni ed età del materiale e a diverse forme e dimensiioni dei grani di cui è formato il materiale della superficie di Vesta.

Facendo uno zoom della zona più vicina al bordo inferiore del cratere nell’immagine C, si osserva una zona di colore verde, ben visibile sullo sfondo azzurro-blu, dovuta alla presenza di pirossene e al materiale presente e probabilmente con un’età più giovane (e dunque materiale che è rimasto esposto sulla superficie per un periodo più breve). Da questa immagine quindi si può dedurre la presenza di un’altra natura del materiale presente sulla superficie.

La superficie di Vesta sembra avere molte zone con queste caratteristiche e, visto che la sonda è in fase di survey, si cercherà in questi giorni di avere una visione complessiva di questo asteroide.

L’immagine in falsi colori qui sopra mostra un esempio di cratere su Vesta (a colori) confrontata con la stessa immagine in colori originali (bianco e nero) ottenuta dalla framing camera di VIR.

Dallo scorso luglio, da quando è entrata in orbita attorno all’asteroide Vesta, la sonda americana DAWN continua a raccogliere dati e immagini. Nell’ultimo periodo, avvicinatasi molto alla sua superficie, è entrata in orbita polare, in modo da osservare meglio la sua superficie. Dopo la prima metà di agosto, DAWN è entrato in orbita di survey, a 2 700 chilometri di altitudine, mappando l’intera superficie illuminata dal Sole, grazie a VIR.

Successivamente, la sonda è entrata in un’orbita a 680 chilometri dalla superficie ed entro questo mese la sonda riuscità a mappare l’intera superficie illuminata di Vesta con una risoluzione di circa 60 metri, un grande traguardo.

Angioletta Coradini, a capo del team dello spettrometro VIR, è morta tragicamente lo scorso mese di settembre, ma non prima di aver visto questo straordinario mondo e non prima di aver visto soddisfatta la propria volontà di dare i nomi delle vergini vestali ai crateri su Vesta.
Una grande donna che ho visto per l’ultima volta nel 2009 durante una delle sue numerose e interessanti presentazioni.

In occasione del meeting annuale della Geological Society of America (GSA 2011) il team della missione DAWN della NASA ha presentato gli ultimi risultati e dati raccolti dallo spettrometro VIR presso il Convention Center di Minneapolis, USA.

Sito del Geological Society of America (GSA 2011): http://www.geosociety.org/meetings/2011/

Sito di DAWN NASA: http://dawn.jpl.nasa.gov/

Sito dell’Agenzia Spaziale Italiana: http://www.asi.it/it/news/dawn_continua_a_svelare_i_segreti_di_vesta

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Marie Curie al CERN di Ginevra

Fiami durante l’intervista realizzata dalla televisione svizzera TSR.ch e disponibile su: http://www.tsr.ch/video/info/journal-12h45/3510431-le-minimag-une-bande-dessinee-et-une-exposition-rendent-hommage-a-marie-curie.html

In questo video l’intervista della televisione svizzera TSR.ch all’autore di “Le Vite di Marie Curie”, fumetto uscito in occasione dell’Anno Internazionale della Chimica 2011 e dedicato alla grande scienziata polacca Marie Curie.

In sei capitoli Fiami presenta la storia della chimica prendendo in considerazioni sei epoche storiche di grande rilevanza dal un punto di vista della chimica. Marie Curie è la protagonista principale di ogni capitolo che cresce insieme alle varie epoche storiche, fino ad essere la vera Marie Curie nel capitolo dedicato al 1911.

 

Qui sopra una bozza della copertina del fumetto; qui sotto Fiami al lavoro nel suo studio e, più sotto,  in compagnia di Bernard Pellequer, Responsabile del Globe de la Science et de l’Innovation del CERN di Ginvera dove è stata allestita una mostra dedicata al fumetto e alle donne nella scienza che rimarrà aperta fino al 20 dicembre 2011.

 

Per ulteriori informazioni, visitate il sito di Fiami: http://www.fiami.ch dove potete trovare tutte le indicazioni per ricevere tutti i fumetti dedicati a Albert Einstein (2005), Galileo Galilei (2009) e Marie Curie (2011).

Fiami al CERN di Ginevra insieme a Bernard Pellequer, Responsabile del Globe de la Science et de l’Innovation del CERN, lungo un corridoio di una delle numerose sale dove è allestita la mostra a Marie Curie. Tutte le immagini sono ricavate dal video della TSR.ch.


Le Vite di Eistein sono disponibili su: http://www.fiami.ch/EINSTEIN/E.html

Le Vite di Galileo: http://www.fiami.ch/GALILEO/Gal_F/GF_ind.html tradotto in italiano dalla Casa Editrice CLEUP (Padova): http://www.cleup.it nel 2009. Ancora delle copie sono disponibili. Contattare Andreina Bardus della Casa Editrice CLEUP.

Un’immagine tratta dal fumetto di Fiami su un pannello della mostra al CERN.

Altre informazioni sono disponibili su questo Blog perchè abbiamo seguito Fiami negli ultimi tre anni.

Grande Fiami!

Sabrina

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