Blog di Marco Castellani

Mese: Febbraio 2008 Page 2 of 3

Happy Valentine’s Day!!


Happy Valentine’s Day!!
Inserito originariamente da Nuran’s

….Buon San Valentino alla mia cara sposa ! 😉

Non trovi che questi pupazzolini siano simpaticissimi? Certo che il maschietto, a quanto pare, ha molti più capelli del tuo maritozzo, ma che ci vuoi fare, nessuno è perfetto!!! 😉

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Pianeti e dischi stellari “leggeri”…

Un gruppo di astronomi giapponesi ha trovato uno dei dischi stellari più “leggeri” mai individuato, un posto dove potrebbero anche formarsi pianeti di dimensioni simili alla Terra…

Utilizzando il potente telescopio Subaru, un gruppo di astronomi proveniente da diverse università giapponesi ha individuato un disco stellare piuttosto piccolo, intorno ad una stella vicina, e relativamente “minuta”, chiamata FN Tau. La sua età è probabilmente di “soli” centomila anni, e contiene appena un decimo della massa del nostro Sole.

Rilevare i dischi di gas e polveri circumstellari intorno alle stelle appena formate è difficile, perchè la loro luminosità è molto bassa. Infatti, tutti i dischi visti finora sono localizzati intorno a stelle del tipo del Sole: il più piccolo visto finora era sette volte più grande di FN Tau.

La cosa che interessa molto gli astronomi è capire che tipo di pianeti si possono formare in un disco piccolo come questo, visto che i modelli indicano come da tali ambienti potrebbero formarsi pianeti delle dimensioni paragonabili alla Terra: i ricercatori hanno in programma di effettuare osservazioni più dettagliate, con uno strumento in via di allestimento, che sarà posizionato anch’esso al Subaru, e sarà in grado di risolvere i dettagli della struttura del disco…


La notizia su Universe Today

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Epoxi (ex Deep Impact) alla ricerca di pianeti extrasolari…

La sonda “Deep Impact” della NASA sta per entrare nella fase “estesa” della sua missione, durante la quale rivolgerà i suoi strumenti alla ricerca di pianeti extrasolari…

Dopo l’incontro ravvicinato con la cometa Tempel, avvenuta nel 2005, la NASA ha ora deciso di estendere la missione della sonda, predisponendo le condizioni per un flyby con un’altra cometa, chiamata Hartley, che dovrebbe avvenire in data 11 ottobre dell’anno 2010.

Il tempo da attendere non è poco, tuttavia il lungo viaggio della sonda non sarà sprecato, anche dal punto di vista scientifico: mentre viaggia, la sonda dedicherà i suoi strumenti all’osservazione di cinque stelle vicine, scelte perchè possiedono “pianeti extrasolari in transito”, chiamati in questo modo perchè risultano passare periodicamente davanti alle loro rispettive stelle. La missione, rinominata Epoxi, ha iniziato le osservazioni già il 22 gennaio…

I pianeti oggetto dell’indagine sono stati scoperti da tempo, e sono pianeti giganti con una estesa atmosfera, come può essere Giove per il nostro Sistema Solare. Orbitano intorno alla loro stella molto più vicini di quanto faccia la stessa Terra rispetto al Sole, sicchè sono ambienti a temperatura piuttosto elevata, e appartengono a pieno titolo alla categoria detta dei “gioviani caldi”.

Così descritti, non sembrano certo ambienti molto favorevoli ad una eventuale presenza di organismi viventi. Tuttavia si ritiene che assieme a questi “gioviani”, grandi e quindi visibili da lontano, vi possano essere in questi sistemi anche pianeti più piccoli, che magari non sono ancora stati scoperti: sotto questo punto di vista Epoxi può giocare diverse carte favorevoli, in quanto la sua strumentazione permetterà di rilevare anche eventuali pianeti che non transitano (e dunque non occultano periodicamente parte della luce della stella), tramite avanzate tecniche gravitazionali…

Dunque buona fortuna, Epoxi.. chissà se quello che troverà durante il viaggio verso la cometa non sia addirittura più imporante dell’incontro con la cometa stessa? 😉


NASA Press Release

Image: la sonda Deep Impact – Epoxi in un raffiguazione artistica. (Credits: NASA/JPL)

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Gargantuan NGC 1132: un “fossile cosmico” ?

Il telescopio spaziale Hubble ha catturato una nuova immagine della galassia NGC 1132, un oggetto che rappresenta, molto probabilmente, un “fossile cosmico”, il residuo di una notevole serie di eventi di fusione ed accorpamento di galassie…



Quel che rimane dall’interazione e collisione delle galassie coinvolte, in un processo durato verosimilmente moltissimo tempo, è una brillante e bizzarra galassia di tipo ellittica gigante, la cui brillanza lascia indetro di gran lunga, le galassie dello stesso tipo…

Assai suggestiva la visione dell’immagine in formato più grande (cliccare sulla foto per visualizzarla), in quanto il campo fondo permette di osservare, accanto alla galassia NGC 1132, una miriade di altre galassie di ogni possibile forma, colore ed orientazione: ulteriore e suggestiva “conferma visiva” di come il sistema “galassia” sia una configuarzione oltremodo comune nell’intero Universo… In effetti i ricercatori ben sanno che quando si analizzano immagini “profonde”, la quantità di galassie che risultano popolare anche zone ristrette di cielo, è davvero incredibile!


Spacetelescope.org Press Release

Image credit: NASA, ESA and the Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration. Acknowledgment: M. West (ESO, Chile)

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La Venus Express trova del vapor d’acqua nell’atmosfera di Venere

Vi è un chiaro vantaggio nell’avere una sonda in orbita intorno ad un pianeta per giorni, mesi o addirittura anni: c’è un sacco
di tempo per fare scienza! E’ senz’altro questo il caso per la Venus Express dell’ESA, ormai da due anni in orbita intorno al
pianeta Venere…

In tutto questo tempo, la sonda è stata in grado di costruire delle mappe dell’atmosfera del pianeta a livelli piuttosto vicini
al suolo, cercando segnali di elementi e composti chimici al fine di aiutare gli scienziati a comprendere il sistema climatico
globale del pianeta.

Il fitto strato di nuvole del pianeta Venere,
impedisce il passaggio verso l’esterno della luce visibile, ma altre lunghezze d’onda – in particolare
la banda infrarossa – riescono comunque a filtrare. Dato che la temparatura può raggiungere i 200 gradi Celsius ad una altezza di 35 chilometri,
la radiazione infrarossa è forte e arriva direttamente sullo strato delle nubi. Questa radiazione dunque attraversando le nubi trattiene una
sorta di “impronta” e può dunque essere analizzata per determinare
la composizione chimica delle nubi stesse.

La Venus Express
è equipaggiata con uno strumento speciale chiamato spettrometro VIRTIS,
che è in grado di analizzare l’atmosfera di Venere
a diverse altezze: ha già mappato da tempo le nuvole più in quota, e dunque nel corso delle ultime orbite è stata dedicata all’osservazione
dell’atmosfera inferiore, più vicina al pianeta. Naturalmente, come per la restante parte dell’atmosfera di Venere, le nubi a bassa
altitudine sono dominate da monossido di carbonio, il gas serra che intrappola il calore intorno al pianeta, causando l’aumento di
temperatura. VIRTIS ha anche rintracciato parti di monossido di carbonio, una molecola che gli scienziati non si aspettavano di trovare
nelle nubi più basse.

Venus Express è stata anche in grado di elaborare una mappa ad alta risoluzione della quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera
del pianeta. Dato che tale molecola è assai difficile da rilevare, l’indagine è stata preziosa anche perchè ha potuto metter fine
ad un esteso dibattito scientifico riguardante la sua quantità sulla superficie di Venere.



Traduzione ed adattamento da Universe Today

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Su questa bella strada

Camminavamo lenti, in silenzio.

Tutto intorno a noi cospirava nel suggerire il silenzio, in effetti. Lo spazio si diradava ampliandosi intorno a noi, ma non era spazio vuoto, non più. Era finalmente riempito di circostanze tenere. Era lo spazio della memoria, dell’infanzia. L’unico spazio che sempre avevo cercato.

Lei camminava vicino a me: ne percepivo il sottile profumo. Il rumore lieve dei suo passi. I suoi passi, così vicini ai miei…

Arriviamo fino all’albero prima della curva, pensai. Poi torniamo. Pensavo a cose leggere. Pensavo a quello che avremmo potuto mangiare per pranzo, sulla veranda luminosa.

“Laura?” volevo dire. Volevo solo dire qualcosa, non sapevo bene cosa. Ma avevo timore che una frase o una parola anche, turbassero l’armoia del momento. Mi contentai di stare al passo con il suo quieto cammino, allora.

Pensai, non aveva importanza parlare, dopotutto. Bastava camminare, insieme. Su questa bella strada.

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la Nasa trasmette Le note dei Beatles verso la stella Polare…

«Attraverso l’universo»: la Nasa trasmette le note dei Beatles verso la stella Polare

“Words are flying out like/endless rain into a paper cup” (“le parole volano via come la pioggia incessante in un bicchiere di carta”), recita una strofa di “Across the Universe” del famoso quartetto di Liverpool. Anche Corriere Online tratta la notizia dell’invio delle note della famosa canzone dei Betles negli spazi siderali, che avverrà stasera alle 19 (ora di New York)…


Articolo su “Corriere Online”

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Cassini prende il “ritmo” degli anelli di Saturno…

Evidenze di “ordine” possono essere trovate anche nei posti più inattesi (…a parte magari le scrivanie di alcuni di noi…),
come ci può ben dimostrare
il nostro vicino, tre pianeti più in giù. Infatti, la sonda Cassini della NASA ha appena trovato che due degli anelli di Saturno contengono
file ordinate di piccole particelle di ghiaccio, densamente raggruppate, che si estendono verso l’esterno,
propagandosi attraverso gli anelli come onde concentriche che si allarghino su uno stagno d’acqua altrimenti immobile…

E’ un pò come muoversi su una lunga strada e osservare che le file di palazzi che si incontrano hanno sempre la stessa
distanza tra loro, dicono gli scienziati di Cassini per spiegare questa loro nuova scoperta.
Tutti questi gruppi di particelle all’interno
degli anelli sono molto vicini tra loro, lo spazio che lasciano tra di essi è davvero piccolo, dai 100 ai 250
metri, in funzione della loro posizione all’interno dell’anello.

Normalmente, le distanze tra le particelle variano in funzione della loro velocità. Nel caso degli anelli di
Saturno, la cosa che più sorprende gli scienziati è che la distanza tra le particelle rimane all’incirca
costante, anche se la loro velocità risulta diversa nelle varie zone. Questo tipo di schema risulta
completamente nuovo, secondo Essam Marouf, membro del team di Cassini.




Tracce del “ritmo” trovato da Cassini negli anelli di Saturno

Credits: NASA/JPL/Space Science Institute


“Questa caratteristica è la più piccole e particolareggiata rispetto a qualsiasi cosa mai osservata
negli anelli fino ad oggi”
, ha detto Marouf. “Nell’ambiente caotico degli anelli, trovare questa regolarità
nelle aree più affollate è niente di meno che stupefacente”
. L’andamento regolare delle strutture può essere
trovato solamente nelle posizioni in cui le particelle sono più densamente raggruppate, come l’anello “B” e
la parte più interna dell’anello “A”.



NASA/JPL Press Release

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