Blog di Marco Castellani

Categoria: famiglia Page 3 of 4

Ventiquattro anni (e spesso non li dimostra)

Bello volersi bene nei tempi secchi, mi dicevo ieri, e stamattina venendo al lavoro. Volersi bene anche quando la tua sposa non ha il tempo o la forza di farti un sorriso, perchè ha lavorato e poi è stata dietro a tutti i compiti arretrati dei bambini (e quando ne hai quattro, che devono tornare a scuola, non è certo uno scherzo). Anche quando ti ha risposto un pò duramente, oppure sei tu che hai detto una cosa a sproposito o nel tempo sbagliato? Poi in pratica vicino nel letto ti chiede scusa col piede, facendo una carezza al tuo piede lì accanto; ti chiede senza dover chiedere a parole.

Bello capirsi con piccoli gesti. Sapere che ti vuole bene, immaginarsi proprio un flusso – quasi un flusso fisico – di amore continuo tra lei e te. Scoprire ogni volta che sei nei suoi pensieri, che conta su di te. Svelarlo magari in una piccola domanda che ti fa, in maniera apparentemente casuale; una domanda magari su un argomento che sa che ti piace, e sapere che te la fa per un modo nascosto di chiedere il tuo appoggio, la tua partecipazione…

Nei tempi secchi (come mi piace chiamarli), quando non c’e’ modo o spazio per una carezza o tempo per parlare piano o farci gli occhi dolci, è ancora più bello. A volte non lo capisco e mi innervosisco, mi riempio di nervetti e gesti – a proporito – davvero secchetti secchetti; oggi però mi esaltavo pensandoci in macchina. Ci amiamo da ventiquattro anni; ventiquattro!! Pensare di essere felici perchè ami una persona, ma la ami da ventiquattro anni; ma essere felici oggi ……. Mica ci si riesce sempre, mica sempre è facile. Per me è anche una conquista, l’amore nei tempi secchi 🙂

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Come Gianni Rodari…??

Ci sono delle volte che Simone riesce a dare delle ottime soddisfazioni al papà, questo è certo. L’ultimo episodio notevole, in questo senso, è avvenuto appena pochi giorni fa: stavo riguardando la favoletta del Gatto Tigrato, che avevo scritto su un suggerimento di Simone qualche tempo fa, e nel farlo avevo lasciato per qualche istante l’inizio della storia sullo schermo del computer. Passa Simone e con la sua curiosità spiccata si “impiccia” e si mette a leggere… riconosce la favoletta scritta per lui (che portò anche alla maestra) e si mette a rileggere l’inizio. Poi comincia ad esaltarsi, legge e rilegge le prime righe e col ditino segue le parole… “ma papà, la descrizione è proprio bella, vedi quando si parla del gatto… ma con tutti gli aggettivi per bene, come gli scrittori veri… sì sì devono metterla nei libri.. è… é come Gianni Rodari…!!!”.

Corre dalla mamma e le racconta che papà però è bravo a scrivere le storie. La mamma lo guarda e sorride. Papà è innegabilmente soddisfatto: bravo o meno bravo che sia a scrivere storie (certamente il paragone con Gianni Rodari è assai lusinghiero ma pure parecchio “azzardato”), un obiettivo l’ha certamente centrato, guardando la soddisfazione di questo piccolo bimbo… 😉

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Auguri Simone!

Auguri auguri mio (non troppo) piccolo Simone, per i tuoi nove anni appena appena compiuti!

The most wilful
The most beautiful
The most truly fantastic smile
I’ve ever seen

Mio piccolo bimbo alla conquista del mondo
(e come mi piace guardare il tuo diventar grande…)

You bring me so much joy
And then you bring me
More joy

(Kate Bush, “Bertie”)

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Le mimose sono in fiore…

Le mimose sono in fiore. Lo vedo un pò dappertutto, stamattina. Accompagno Agnese a scuola, mi dice di fermarmi davanti all’ingresso, per il resto va da sola. Sta diventando grande, ormai. Però a colazione mi voleva vicino, voleva che fossi proprio lì in cucina, vicino a lei: prendeva la mia mano mentre mangiava. Grande e piccina insieme, che tenerezza a guardarla. Guardarla. Basta esserci, basta essere lì. Pazienti, quando si può: questo premia, non ci sono guitezze particolari, mi ripeto. E Paola che mi abbraccia, prima di salutarmi, quando di solito – tutti quanti – si pensa solo alle tante cose da fare e alla giornata che inizia. Già, basta essere lì, esserci anche con i pensieri; che gran colpo di fortuna tutto sommato che non si richieda altro, che gioia che sia una cosa sempre possibile, una strada sempre ri-percorribile. Lo spessore di essere qui (mi accorgo meglio delle volte che sono andato lontano senza nemmeno accorgermi).

Prendo la macchina e faccio la strada per il lavoro. Accosto l’auto di una amica di famiglia, che ha i figli nella stessa scuola elementare di Agnese e Simoene. Ci scambiano un cenno di saluto, un sorriso. Mi dà una impressione buone di solidità e premura insieme, mi piace il suo carattere. Quanti piccoli incontri nelle giornate. Io lo so che non sono solo anche quando sono solo, ora che scrivo mi viene in mente il ritornello di questa bella canzone: quanto è vero.

La strada larga che mi porta, costeggia parti di campagna romana. Faccio a tempo a scorgere gli alberi di mimose, esplosi di giallo. Giro e mi immetto sul raccordo: poco traffico oggi, meno male…

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Il castorino combinaguai…

Succede. Accade che magari il papà sta al computer, e profittando della quiete serale, passa un pò di tempo commentando qualche blog, riprendendo qualche piccolo racconto sempre da terminare…

E arriva d’un ben tratto questo pupoletto (con addosso il piagiama nuovo foffoloso che al papà piace tanto..!) e gli dice “Papà vieni? Che mi racconti un’altra storia del castorino…? Dài, corta corta..”

Il papà esita, ma alla fine cede, segretamente compiaciuto e meravigliato che il “canovaccio” del castorino – una serie di storie inventate al momento, in cui vi è la situazione costante di un castorino che abita in un appartamento, e mentre il padrone è al lavoro, ne combina di tutti i colori – che insomma questa serie di piccole storie, inventate per Simone ormai tempo fa, vengano ancora richieste !

E il papà pensa che è bello, in fondo, inventare storie, e avere qualcuno a cui piace ascoltarle… 😉

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Mizu na Pia [Mizu in the Sink]


Mizu na Pia [Mizu in the Sink]
Inserito originariamente da Jim Skea

Bisogna pur dirlo… a casa nostra, non si sta in pace nemmeno in bagno, con bambini che entrano ed escono (e ti chiedono le cose, e ti vengono a far vedere disegni e lavoretti, soprattutto quando stai in bagno, chissà perchè!).. Mi rendo conto che altri potrebbero avere … gatti, invece… !
😉

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Disposizione del cuore

    Pensavo stamattina venendo al lavoro… che in fondo, anche il matrimonio, anche questo rapporto con una medesima persona, che si snoda negli anni, si basa ultimamente, non su grandi realizzazioni o impervi traguardi, ma piuttosto su una quotidianità semplice, che più di ogni altra cosa può agire come fattore unificante, o meno, a seconda della disposizione del cuore.

    In particolare mi pare proprio che la disposizione del cuore, ovvero se ci penso la cosa più umile e segreta, la più nascosta, la meno "proclamata" all’esterno, è il fattore critico davvero decisivo  sul quale si frange ogni grande proponimento, sul quale si gioca anche il destino del rapporto, in un certo senso. Diciamo che questo si traduce semplicemente, nel fatto che – davanti ad un problema, ad una difficoltà (ma pure davanti ad una cosa bella, ad un percorso in discesa) in fondo, si può dire di sì, con il cuore, o si può dire di no. E’ tutto qui, per quanto semplice possa sembrare, a mio avviso. In fondo, si può dire di no magari sacrificandosi e compiacendo l’altro in tutto e facendo tutto e anche di più quanto di quanto si deve, ma il cuore è chiuso. Allora mi sembra che inevitabilmente, ci si allontata, si crea una barriera. O si dice di sì, con tutti i limiti della propria persona e del proprio carattere, rinunciando magari a cercare di diventare sempre una persona migliore. Ma si dice di sì, in quel momento. In un certo senso, avverto che non è troppo distante, come dinamica, dal rapporto stesso con Dio: forse perchè il matrimonio è – almeno per chi crede – una vocazione (come ho compreso leggendo il bellissimo libro Padre Joe di Tony Hendra); forse perchè in tutte le cose fondamentali della vita, in realtà sono in gioco le stesse dinamiche, a livello del cuore?

Riflettendo, sono affascinato dall’evidenza per la quale, tale disposizione oltre ad essere la cosa più umile e riposta, è anche la cosa che si gioca a livello dell’istante… Ogni istante è l’unico, conta il presente… Ora, adesso io posso dire di sì alla mia situazione, al mio essere sposo, oppure posso dire di no dentro di me. Anzi a pensarci, nella stessa giornata posso passare dal dire no al dire sì e viceversa, senza quasi accorgermi… perchè ogni respiro contiene in fondo una presa di posizione, ogni istante trasporta, per noi, un atteggiamento di fronte all’esistenza… Ogni istante viene vissuto, secondo un atteggiamento sul quale si orienta la mia persona, indipendentemente da quanto  posso "proclamare" a parole, anche a quanto posso "decidere", o  desiderare di essere… E dalla disposizione del cuore discende tanto… come  parlo con gli amici e i colleghi di lavoro, come si guardo le altre persone, come mi rapporto con le "altre donne" con le quali per diversi motivi (lavoro, amicizia) ci si deve confrontare…

PS a chi mi legge.. beh, perdonate la lunghezza! Ma son fatto così: scrivere è una parte essenziale del mio riflettere, mi aiuta a mettere ordine nei pensieri, a percepirli veri… Nello specifico, col passare degli anni, sento come importante per me, una riflessione  personale sul percorso del mio matrimonio, anzi quasi una riflessione continua, una "ruminazione" permanente, in sottofondo… quanto trascuro di farlo, sento comunque di perdere qualcosa, di inaridire il mio rapporto, di proiettarlo su schemi semplicistici e predefiniti… Oppure rischio di  farmi sovrastare dalle cose da fare (e sono tante, per una famiglia di sei persone!), senza percepire con la dovuta portata, il perchè si fanno, perchè e come si è sviluppato un certo cammino, quali ne sono le sue radici… Come se le cose che ci sono, pur belle, perdessero spessore… e non è certo quello che desideriamo, nè io nè la mia sposa !

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Aria di pioggia…


Sliver of Clouds
Inserito originariamente da Schlawi

Argh! Giornata di pioggia, tutt’altro che estiva… E proprio adesso che sto per andare in montagna per qualche giorno. Speriamo che il tempo si rimetta, almeno un poco. Sennò va a finire che dobbiamo pure accendere il camino (che si fa, polenta, salsiccie…. a farregosto??)

Certo mi devo portare appresso il computer con il lavoro da terminare per il congresso a fine mese (da contendere alla mia primogenita, che intende usarlo per portare avanti i suo racconti). Però almeno lo schema (e anche qualcosa di più) di questo contributo per il workshop è ormai già pronto, eppoi son certo che un cambio d’aria farà comunque bene.

Ai miei affezionati lettori, un sincero augurio di un buon Ferragosto, che siate in vacanza oppure no… ma dopotutto, a pensarci bene, non fa niente, si può star bene (eppur anche voler e volersi bene) lo stesso, non è così?

PS magari provo a postare con il telefonino… se non mi impiccio come l’altra volta 😉

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